Sindaco Riolo: "Auspico che San Fratello sia al nostro fianco in questa giusta battaglia.."
Acquedolci ha ricevuto un "assegno a vuoto" dalla Regione inadempiente.
La vicenda? non è affatto chiusa, come sostiene "qualcuno"
Il progetto di divisione patrimoniale e finanziaria: assegna il bosco a San Fratello ma "prevede per Acquedolci una compensazione pari a 987.401,97 euro, della quale si sarebbe fatta carico la Regione stessa in base a quanto previsto dall'art.98 della L.R. 17/2004".
di Enrico Caiola
fonte: comunicato Alvaro Riolo-Sindaco
La sentenza di primo grado del Tribunale di Palermo ha escluso l'esigibilità del credito che il Comune di Acquedolci vanta nei confronti dell'Assessorato il quale si era impegnato a risarcire il Comune in seguito alla concordata assegnazione di porzioni di bosco al Comune di San Fratello. Di fatto la sentenza ha riaperto una vicenda complicata ed ha prodotto parecchia confusione. Le dichiarazioni del Sindaco di San Fratello giudicate da molti "inopportune" oltre che notevolmente imprecise, hanno innescato un vortice di polemiche anche nel Consiglio Comunale di Acquedolci. Ed è proprio nel Consiglio di Acquedolci che si è manifestato un forte malessere quando si è addirittura bocciata la proposta di invitare il Sindaco di San Fratello per fornire le spiegazioni. Alla fine, il Consiglio, ha piuttosto optato per l'indizione di una Conferenza dei Capigruppo avente la finalità di elaborare un atto di indirizzo all'Amministrazione Comunale per la riappropriazione dei circa 850 ettari di territorio boschivo. Provocazioni e schermaglie a livello istituzionale, mentre si riattivano polemiche e recriminazioni reciproche mai sopite che riproiettano indietro di decenni le tensioni patrimoniali tra le due comunità.
Una cosa è certa: la vicenda dei rapporti patrimoniali non è affatto conclusa e quanti sostengono il contrario si sbagliano di grosso dimostrando di non conoscere la questione che si trascina da decenni ed è sempre pronta ad animare dibattiti infiniti. Sul punto è intervenuto questa volta il Sindaco di Acquedolci che richiama la Regione alle proprie responsabilità mentre prende vigore l'ipotesi che, alla fine della storia, potrebbe addirittura saltare l'accordo concordato tra i due Enti . "E' una vicenda paradossale che - spiega il Primo Cittadino di Acquedolci- dovrebbe mettere in imbarazzo le istituzioni e che non ha eguali in Europa".
All'impegno sottoscritto formalmente dalla regione non è seguito il pagamento. "La sentenza, emessa all'esito di un procedimento avviato prima del mio insediamento, verrà impugnata- conferma Riolo- non mi interessano i tecnicismi. Non entro nel merito delle scelte e dell'iter che hanno condotto o che avrebbero dovuto condurre alla sistemazione dei rapporti patrimoniali e finanziari tra i Comuni di Acquedolci e San Fratello; si tratta di una situazione apparentemente compiuta che abbiamo ereditato. La sentenza del Tribunale di Palermo verrà impugnata anche se sono convinto che la via giudiziaria è tutt'altro che pacifica, come sostenuto da qualcuno". Il Sindaco di Acquedolci spiega: "Non vi è motivo alcuno di conflitto con il Comune di San Fratello, che anzi auspico sia al nostro fianco in questa dura e giusta battaglia, tant'è vero che non è stato da noi chiamato in causa ma dalla Regione. Non è il momento per la verifica di responsabilità tecniche nell'iter amministrativo che ha creato questa incresciosa situazione. Ritengo tuttavia opportuno focalizzare l'attenzione sul Decreto del Presidente della Regione Siciliana del giorno 11 marzo 2011, il quale recependo il progetto di divisione predisposto, sottoscritto e proposto dal Commissario Regionale, approvava il progetto includendovi anche le deliberazioni consiliari dei due enti, sancendo che a fronte della divisione patrimoniale e finanziaria assegnava, tra l'altro, il bosco a San Fratello, prevedendo per Acquedolci una compensazione pari a 987.401,97 euro, della quale si sarebbe fatta carico la Regione stessa in base a quanto previsto dall'art.98 della L.R. 17/2004 che, ironia della sorte, si propone di agevolare la sistemazione dei rapporti patrimoniali pendenti tra enti e il superamento dei disagi legati all' istituzione di nuovi enti, ovvero di <<mettere pace>>.
Con detto Decreto la Regione, prima ancora di assolvere a un obbligo giuridico, ha assunto un obbligo morale nei confronti delle due comunità, avendo nella sostanza staccato un assegno di 987402,97 che si rivelerà senza provvista, per assenza di somme nello specifico capitolo. La morale è che i cittadini di Acquedolci sono stati defraudati dalla Regione , avendo ricevuto un assegno a vuoto. È una vicenda paradossale che mette o dovrebbe mettere in imbarazzo le istituzioni e che non ha eguali in Europa e in tutti i paesi del mediterraneo. La Regione Siciliana, invece di porre rimedio ad una situazione da essa creata, si è fatta trascinare in Tribunale come un qualsiasi "malapaiaturi" e, cosa ancor più grave, chiamando in garanzia il comune di San Fratello, innestando nuove polemiche, contrapposizioni e tensioni tra due comunità salde e legate da storia e tradizioni comuni e condivise da oltre un secolo: non era questo il compito assegnato alla Regione dall'art. 98 della L.R. 17/2004 o, forse, sarebbe meglio dire che non è morale che un padre metta contro i propri figli. Faccio quindi appello al Presidente della Regione, al suo profondo senso istituzionale, al suo risaputo senso di giustizia, nonchè all'assessore agli enti locali, a tutti parlamentari di tutti i gruppi politici, affinchè si adoperino a porre fine a questa incresciosa situazione, ponendo rimedio all'ingiustizia che i cittadini di Acquedolci stanno subendo, liberi da valutazioni politiche sulle appartenenze, avendo il solo fine di riparare ad una profonda ingiustizia che vorrebbe mettere contro due comunità profondomente legate da sempre. In assenza di un doveroso riscontro, fra un anno, quando passerete da Acquedolci, ritenetevi moralmente protestati".
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