CARNEVALE di ACQUEDOLCI: Va in scena uno dei carnevali più antichi di Sicilia.

L'Assessorato Regionale del Turismo Sport e Spettacolo ha riconosciuto da alcuni anni l'importanza che il Carnevale Acquedolcese riveste sotto il profilo tradizionale. Questo riconoscimento è un' importante occasione per  rilanciare e potenziare  questa grande festa popolare. Sul sito ufficiale dell'Assessorato, la storia del "Carnevale dei Nebrodi" ne conferma l' "antica tradizione".
W il CARNEVALE!!!! 
nonostante tutto, nonostante la crisi...
E' il "Quarto più antico di Sicilia".
Acquedolci ne vada fiera!!
Si tratta di una delle manifestazioni di carnevale tra le più imponenti della costa tirrenica siciliana.
(nell'immagine: Momenti della sfilata dell'edizione 2015. Folla lungo il corso principale.)
Le "Vegliate" ed i "carruzzuna", ma ci fu anche un periodo intermedio dove il carnevale era "teatralizzato" con trampolieri, finti "funerali" e feste in maschera. L'attuale computo delle edizioni inizia in realtà solamente a metà della storia. Non si può ignorare il requisito più importante di questa festa,cioè la sua storia, da riscoprire e raccontare se si vuole valorizzare seriamente la manifestazione. Per alcuni la festa che si svolge ad Acquedolci e che richiama decine di migliaia di persone, potrebbe addirittura essere l'ottantaseiesima edizione, altri invece ritengono che la festa sia più recente.
In questo speciale approfondimento, si cercherà di ricostruire il racconto sin dagli inizi, ricorrendo per quanto possibile, ai racconti degli anziani ed alle testimonianze di chi ha messo per iscritto i propri ricordi.
-questo lavoro è un omaggio a Salvatore Emanuele(1924- 2015)-



-l'approfondimento-
L'appuntamento del 2017 è l'edizione numero 49 nella storia del Carnevale Acquedolcese? 
Sul computo effettivo delle edizioni bisognerebbe fare chiarezza. Il calcolo attuale inizia  a decorrere solamente dagli anni '60 del secolo scorso.
Coriandoli e balli in strada, gruppi di maschere e coreografie. I protagonisti della sfilata, quelli che richiamano l'attenzione di migliaia di curiosi e visitatori e che affascinano grandi e piccoli, sono però sempre loro: i Carri.. maestosi, colorati, scenograficamente degni dei più grandi carnevali di sicilia e pieni di effetti coreografici "in movimento". Agli occhi dei piccini appaiono colossali e impressionanti, la festa di popolo è grandiosa, l'affluenza di curiosi e visitatori è notevole. Ad Acquedolci va in scena uno spettacolo di colori e caciara che  negli altri paesi non si vede. Negli ultimi due decenni la musica ha trasformato le strade del centro in discoteche itineranti, una volta invece sui carri si arrostiva la salsiccia  e la folla gustava pignolata e dolciumi. Al Carnevale dei nostri tempi, partecipano anche deejays abbastanza  conosciuti che si sfidano sulle piattaforme sonore per conquistare il gradimento dei giovanissimi. Di regole per Carnevale, si sa, ad Acquedolci ce ne sono sempre state poche ed il paese si lascia trascinare in un clima caotico. Nel tardo pomeriggio dell'Ultima Domenica e del Martedì di Carnevale il corteo colorato si impossessa del paese trascinando in una piacevole frenesia sopratutto i più giovani.
Tanti ragazzi, da mesi, fanno sacrifici enormi... gli applausi sono tutti per loro.
Palco naturale di questo spettacolo è il Corso principale di Acquedolci.
"..e si fa festa in tutta la città.."
Emoziona sempre vedere Acquedolci il giorno di Carnevale, rimanere affascinati oltre che dai carri, dalla numerosa folla che si accalca tra le bancarelle dei "caliari" lungo il grandioso Corso Italia e attraverso la via Ricca Salerno che si trasforma per l'occasione in una gigantesca e piacevole isola pedonale. L'interruzione della Statale comporta la deviazione del traffico  su altre vie, mentre i carri si muovono con lentezza e difficoltà..fa anche questo parte della festa. Acquedolci si ferma. Si interrompono le lezioni scolastiche (i ragazzi torneranno  in classe addirittura Giovedì), chiudono gli uffici pubblici, in alcuni casi si fermano anche gli studi medici.
Spesso, raccontata male ed in maniera incompleta, l'origine di questa festa è abbastanza risalente. Durante gli anni non tutti hanno saputo valorizzare DOROTEO, Maschera Ufficiale del Carnevale, nata dalla fantasia e bravura dei disegnatori Giuseppe Agnello, Andrea e Donato Scaffidi, Mariannina Giorgiani. Se questa festa è diventata grande ed ha assunto i moderni connotati di uno dei più bei carnevali della Sicilia, va riconosciuto il merito al lavoro gratuito di chi nel tempo ha generosamente offerto un contributo enorme a questa tradizione identitaria. La vera storia di questa festa è però sconosciuta ai più e, spesso, si limita a rimanere tramandata dai racconti dei più "anziani". A lasciarci uno di questi racconti, ad un certo punto della storia, è stato il nostro compaesano Salvatore Emanuele, biografo e scrittore recentemente scomparso.
Tre modi di calcolare il numero delle edizioni... 
2017 è l'Edizione n° 49, 43.. o addirittura 86? 
Secondo una non infondata teoria, saremmo approssimativamente giunti addirittura all'edizione numero 86.. il Carnevale perciò potrebbe essere più vecchio di quanto fino ad oggi ipotizzato e avrebbe attraversato diverse fasi, tre fino ad oggi, iniziate o terminate in coincidenza di eventi storici importantissimi come la Guerra, l'Autonomia e le crisi politiche...Per chi computa le edizioni considerando le prime serate da ballo con sfilata di mascherine e premiazioni delle Miss Carnevale (feste che  riscossero parecchio successo a metà anni '60 del secolo scorso) saremmo giunti all'edizione 49. Ma è un calcolo impreciso e non sono tutti concordi con questo computo.
la Storia..
Carnevale 1966 
Ci sono tanti anziani organizzatori che sostengono che in realtà la tradizione moderna del Carnevale con i Carri, non dovrebbe tenere conto nè delle feste in maschera, nè possono essere computati anni nei quali la sfilata non si tenne. Secondo questa teoria perciò il conteggio delle edizioni andrebbe fatto a partire dal 1969, anno in cui sfilarono piccoli e rudimentali carri realizzati da  gruppi di ragazzi e dai  giovani della Scuola Alberghiera al tempo operante in paese. In base a questo calcolo mancherebbero all'appello alcune edizioni degli anni '60,'70 e '80 che non si svolsero e calcolato il mancato svolgimento delle edizioni del 2002 e del 2014, quella del 2017 non sarebbe l'edizione n°49 bensì la n°43(o 44).Dal 1986 al 2001 e dal 2003 al 2013 il Carnevale si  svolto praticamente ogni anno senza interruzioni.
Carnevale 1997
Ma c'è anche la teoria di chi ha fatto ricerche e ha trovato persino la foto e le testimonianze degli anziani acquedolcesi che raccontano di antiche sfilate lungo l'attuale via Ricca Salerno e le strade del centro. La notizia della prima sfilata di coloratissimi "Carruzzuna" risale addirittura al 1927. Da questi arcaici carri rigorosamente addobbati a festa, si lanciavano  fiori e confetti e,sempre secondo i racconti, l'evento attirava già all'epoca tantissimi visitatori anche  da fuori paese. Questa storia va raccontata, perchè questo fatto fa del  Carnevale di Acquedolci uno dei Carnevali più antichi di Sicilia, il 4° per l'esattezza dopo Termini Imerese, Sciacca e Acireale.
gli albori di una festa grande..
I "Carruzzuna"
Negli anni '20 del secolo scorso, si abbellivano piccoli carretti trainati da cavalli.
La sera,nei rioni popolari, si ballava alle "vegliate". Acquedolci è per questo motivo il 4° Carnevale più antico di Sicilia in materia di sfilate di carri. Una tradizione prestigiosa che merita di essere valorizzata e difesa.
Siamo ancora ben lontani dalle serate organizzate nella Sala Consiliare a metà anni '60 e le arcaiche sfilate sono decisamente inferiori rispetto agli sfarzi delle grandi sfilate di fine secolo. 
In una Acquedolci in piena costruzione,il Carnevale diventa sinonimo di abbondanza.Alcuni anziani narrano addirittura di feste e balli nel cortile del castello Cupane, attorno a fantocci in cartapesta, storie queste sconosciute e non documentate, che sarebbe addirittura precedenti al 1922.

(nell'immagine la foto di un "fantoccio" in cartapesta  risalente ad inizio secolo. L'immagine di Benedetto Rubino per alcuni venne scattata a San Fratello, ma altri confermano che si tratti della via Vecchia Marina nei pressi della Torre di Acquedolci ).
..la foto potrebbe essere stata scattata proprio nella via Vecchia Marina di Acquedolci, cuore dell'antico Borgo. Se confermata dimostrerebbe che i racconti degli anziani non sbagliano e il Carnevale ha una tradizione di circa un secolo, non solo uno dei più antichi ma un Carnevale da proteggere per l'enorme  valore storico di questa tradizione siciliana.
Dopo la frana di San Fratello del ’22..
Si diffuse tra la popolazione degli sfollati che si erano affiancati agli abitanti del Borgo della Vecchia Marina, l’usanza di abbellire con piumaggi e stoffe colorate alcuni carretti pieni di pennacchi e lustrini colorati sui quali gruppi di persone suonavano e cantavano. Spesso ci si vestiva da "giudei" (tipiche maschere legate alla Settimana Santa di San Fratello), nella maggior parte dei casi un lenzuolo e una maschera in cera o cartapesta colorata bastava per divertirsi lungo la strada ed era l'occasione giusta perche gli uomini ottenessero di potere danzare con qualche bella ragazza.
Di questa festa di altri tempi, abbiamo solo qualche foto sbiadita scattata da Benedetto Rubino in via Fiume e alcuni ricordi narrati da Salvatore Emanuele (1924-2015) che in uno dei suoi scritti annota: "Dai miei ricordi infantili, il Carnevale ad Acquedolci è sempre esistito. Negli anni '20 del secolo scorso la sfilata era di carretti siciliani con a bordo suonatori di chitarre e mandolini; di maschere tradizionali v'erano soltanto quelle di Arlecchino, Balanzone, Pulcinella; tutti gli altri con una semplice maschera di cartapesta...." 
Il racconto di Salvatore Emanuele ha consentito un importante riconoscimento per questa  tradizione di Acquedolci. 
Grazie Totò per il Tuo enorme Contributo!
"I festosi carretti siciliani erano tirati da splendidi cavalli impennacchiati vistosamente con campanelle, piume e lustrini colorati, trasportavano suonatori strimpellanti le melodie del tempo. A tratti lanciavano confetti colorati sulla folla che lungo la strada si assiepava per godere della fantasia colorata e musicale e, di qualche danzatore che si esibiva sopra l'asfalto ..Qualche gustosa satira veniva concertata dai burloni, che a quei tempi non mancavano, per prendere in giro qualche personaggio da mettere benevolmente in ridicolo." Salvatore Emanuele scrive di questa tradizione anche  in un suo libro che si chiama "I MIEI SEDICI LUSTRI",che ha donato con tanto di dedica al responsabile di Acquedolci Politica, un volumetto che racconta la storia dell'autore che cresce di pari passo con il suo paese. Salvatore scrive:" Il carnevale Acquedolciano era divertenete (almeno per allora) e noi ragazzini aspettavamo queste divertenti manifestazioni per godere gioiosamente dell'allegria dei grandi che, travestiti con molto variegati costumi di maschere classiche, si facevano burla di personaggi del luogo. Anche se gli abitanti erano pochi un personaggio da mettere in ridicolo lo trovavano sempre.Nel Tardo pomeriggio dell'ultima Domenica di Carnevale, sfilavano per le strade i carretti 'istoriati' che chiamavamo 'Carruzzuna', addobbati  con i più festosi equipaggiamenti, tirati da esuberanti cavalli, con le testiere ornate di policromi pennacchi e con innumerevoli, minuscoli specchietti luccicanti. Erano carichi di  personaggi mascherati che suonando mandolini e chitarre, cantavano e lanciavano, agli astanti, confetti di vari colori che noi raccattavamo e mangiavamo con intima soddisfazione."
Negli anni '30, alcuni elementi della locale Banda Musicale animavano le danze che si svolgevano subito dopo il tramonto e per tutta la serata nei rioni del borgo..
Gli "sfollati" sanfratellani aderirono a questa festa anche se ancora vivevano nelle baracche..Il Carnevale era già presente a quei tempi in una Acquedolci in piena costruzione.
La vera tradizione del Carnevale di Acquedolci era quella di organizzarsi in grandi comitive ricoperti con lenzuoli bianchi e colorati, sul volto maschere in cartapesta e stoffe, per andare a ballare alle feste che si svolgevano in magazzini e casolari. A quanto pare le vegliate ad Acquedolci erano così divertenti che  numerose  comitive accorrevano anche dai paesi vicini. Probabilmente per evitare litigi e polemiche si diffuse l'usanza che prevedeva che per potere partecipare alle "ballate"(i "Vigghiati") la comitiva di "mascherine" doveva far riconoscere almeno uno dei suoi componenti. Quando questo avveniva l'intero gruppo veniva accolto con dolci e danze.
La Guerra e la povertà di una frazione dimenticata e bombardata.
Ad un certo punto il Carnevale "vecchio stile" entra in crisi e,durante la Guerra, la tradizione si interruppe per alcuni anni.
Sul finire degli anni '40 e durante tutto il decennio successivo l'entusiasmo per  il Carnevale si riattivò. Ci si divertiva con poco ed in maniera genuina tra vicini di casa e si ricominciarono ad organizzare le "Vegliate". La gente di Acquedolci, da sempre amante della buona tavola e della buona compagnia, non perdeva la capacità di fare festa, nonostante il paese fosse poverissimo e con le ferite della guerra ancora aperte. Accadde che durante gli anni '50 si diffuse l'usanza di fare il "Funerale del Carnevale"
Carnevale 1969
Si tratta del secondo periodo della tradizione, un periodo privo di sfarzi ma ricco di spontaneità teatralizzata. Durante la manifestazione arricchita da alcuni Trampolieri che meravigliavano i bambini, dai balconi si improvvisavano "lamentazioni burlesche" e il ritornello funebre che accompagnava il fantoccio moribondo veniva disturbato da cori e canti festosi.. Le edizioni di questa stranissima "sfilata" riscossero notevole entusiasmo. Agli ormai tradizionali "Carruzzuna" si affiancò una insolita quanto divertente e partecipata manifestazione tragicomica che appariva come una strana rappresentazione teatrale popolare.. Il Martedì Grasso un enorme manichino dalle fattezze umane e vestito elegantemente veniva fatto sfilare per le vie cittadine. Organizzatori di questa festa furono Vincenzo Caruso la cui 'ngiuria era “'u missinisi” e un artigiano della cartapesta conosciuto come "Giannetto" che realizzava il manichino che impersonava il Carnevale, che da lui prese il nome. la mattina del Martedì,si dava inizio alla festa, con grande seguito e partecipazione da parte degli abitanti del luogo,alcuni provenienti dalla vicina San Fratello già cominciavano ad improvvisare alcune divertenti strombazzate tipiche della Settimana Santa Sanfratellana. Il Manichino di "Giannetto" veniva posizionato sopra un carretto e durante la "Sfilata" si inscenava l'improvvisa malattia, i malori, l'arrivo di dottori incapaci e “interventi chirurgici” che improvvisavano operazioni estraendo dal manichino oggetti e dolciumi che venivano lanciati alla folla divertita e festosa. Secondo quanto viene  riportato nella Relazione R.E.I realizzata dalla Pro-Loco di Acquedolci, ad aprire il corteo, pare ci fosse un uomo vestito da prete il quale reggeva una lunga croce e pronunciava alcune sconclusionate e divertenti litanie derivanti dalla tradizione dei "Carmina Burana". Il “moribondo” era accerchiato da diversi gruppi di “piangenti”che impersonavano i familiari, gli amici, i consocenti, mentre la Banda Musicale di Acquedolci allietava con marce allegre e ballabili i presenti. I residenti erano abbastanza immedesimati in questa stranissima sfilata ed erano soliti affacciarsi ai balconi ed alle finestre lanciando finte urla di disperazione e pianti simulati. Le signore lanciavano fiori e confetti e donavano al "moribondo" bottiglie di vino affinchè si riprendesse. Si andava avanti così per tutta la giornata fin quando si giungeva al momento dell' intervento durante il quale il manichino dopo l'ennesima "operazione" moriva “sotto i ferri” e, a causa  della contagiosa "malattia" del divertimento,  veniva Buriciato in Piazza Municipio, momento che segnava la conclusione della festa. Spesso si prendeva in giro il sacerdote del paese e si imitavano i personaggi più in vista e quelli più odiati. Sul finire degli anni '50 fu abbastanza accentuata la satira che prendeva di mira personaggi politici sanfratellani e, a causa delle note polemiche autonomistiche, spesso esplodevano risse tra acquedolcesi e sanfratellani. L'usanza si esaurì così com'era nata e ben presto avranno maggiore successo le iniziative organizzate da alcuni giovani.
Carnevale 1968-Miss Carnevale
Gli anni '60, i Veglioni e le "Miss Carnevale".
Tutto pronto per la nascita della moderna festa..
Le radici di questo Carnevale sembrano perciò essere molto più antiche della convenzionale "prima edizione" che si fa risalire a metà degli anni '60, allorquando alcuni ragazzi diedero vita ai primi Veglioni ed alle prime "sfilate di mascherine". Vennero elette alcune "Miss", rigorosamente belle,necessariamente simpatiche e genuinamente elegantissime. Il Carnevale degli anni '60 assumeva i connotati dei Veglioni in stile "Dolce Vita".Ci si divertiva, ci si innamorava e si costruiva assieme una Comunità che stava per diventare "Autonoma". Queste feste passarono alla storia assieme alle prime edizioni del "Carnevale dei Bambini" organizzate dalla Società Operaia, durante il quale si svolgevano recite e cabaret ad opera dei piccini. Il Carnevale si impregnava di forti connotati identitari, specialmente quando si ottenne di aprire la Sala del Consiglio per organizzare serate da ballo in grande stile.
Sul finire del 1968, un gruppo di giovani si mise a lavoro per realizzare due carri, uno dei quali rappresentava l’astronave Apollo 11
Nasce il moderno carnevale Acquedolcese.
Un terzo carro fu costruito dalla Scuola Alberghiera di Acquedolci. 
Ringraziamo i "padri"del Carnevale
la loro intuizione ed intraprendenza, il  loro "amore per il Paese" hanno fatto si che prendesse avvio la moderna tradizione  tuttavia è ricca di elementi dell'antico carnevale. I nomi di queste persone li conosciamo tutti: Ugo BonfiglioNuccio RubinoNino CataniaNino Latteri, Nino Pintaudi, Carmelo Sberna, Nino MiragliaLuigi D’Angelo, Benedetto Scaglione, Benedetto Ventura,Paolo Salanitro, Vincenzo Sciambarella, Benedetto Caiola....
Dalla loro fantasia e creatività è nato il Grande Carnevale di Acquedolci.
Carnevale 1969
Negli anni ’70,con l'ottenimento dell'Autonomia da San Fratello, il Carnevale è stato sostenuto anche dai sacerdoti e dalle amministrazioni comunali nel tempo succedutesi. La manifestazione ha vissuto alterne vicende e alcune volte non è stata organizzata in maniera continuativa per una serie di problematiche organizzative ed economiche, specialmente dopo le dimissioni anticipate del sindaco Benedetto Di Giorgio nell'anno 1978. Alle ormai partecipatissime sfilate, negli anni '70 e '80 si è mantenuta inalterata la tradizione briosa delle "Vigghiate" con i cittadini che aprivano le loro case coinvolgendo la popolazione in veglioni all’insegna del travestimento e della musica. Quelli che venivano chiamati "Veglioni" si svolgevano anche in locali aperti al pubblico adattati ad eleganti sale da ballo Negli anni ’80 gli stessi ragazzi che avevano dato vita alle serate da ballo ed alle prime sfilate di Carnevale, preso atto della centralità della manifestazione e del potenziale talento dei giovani artigiani carristi che cominciavano a farsi notare,decisero di organizzare dei momenti di incontro e formazione con i professionisti di Acireale, per affinare la lavorazione della cartapesta.Ugo Bonfiglio,Nino Latteri e Nino Catania furono delle guide importantissime in quegli anni.
carnevale 1999: Il carro vincitore "Clinton  in Paradiso"
Gli anni ’90 hanno rappresentato per il Carnevale di Acquedolci il salto di qualità con la Pro Loco Acquedolcese che, a partire dal 1992 e fino al 1997, organizzò ben sei edizioni di sfilata. L'Associazione Turistica ha dato un enorme contributo qualitativo all'evento. Venne introdotto un regolamento tutt'oggi in vigore: i carri sarebbero dovuti essere realizzati interamente ad Acquedolci e, successivamente venne stabilito il divieto di farli sfilare nei paesi limitrofi. Queste regole vennero superate nel 2002 allorquando, per protesta, un carro dedicato all'Euro venne fatto sfilare a Capo d'Orlando e nel 2014 quando a causa della mancata realizzazione dell'edizione, per protesta, alcuni carristi decisero di sfilare a San Fratello. In verità la regola era indirizzzata a calamitare presenze sul territorio, facendo sì che la manifestazione avesse una duplice valenza, turistica e di ritorno per le attività commerciali. A partire dagli anni '90, su indicazione dell'assessore al Turismo dell'epoca Gaetano Ciccia, si stabilì che i carri dovevano essere a tema e corredati da coreografie e corpi di ballo che eseguivano balli e danze. 
Carnevale 1995
Le premiazioni in piazza cominciarono a divenire momenti attesi e sempre più emozionanti. La Piazza cominciò a lasciarsi coinvolgere e partecipare con pathos al momento finale facendo il tifo per i carri favoriti che gareggiavano per dimensioni, luci, colori e movimenti. Si sentiva l'esigenza di scegliere un vincitore che potesse rappresentare nella storia l'edizione. Il Carnevale aveva bisogno di un ulteriore salto di qualità. Nel 1994 la creazione della Giuria di Qualità formata da esperti e tecnici era finalizzata all'assegnazione di premi e trofei in maniera oggettiva e meritata. Le scelte di questa Giuria non sempre sono state accolte bene dalla popolazione che la sera del Martedì Grasso affollava la Piazza per assistere alla proclamazione del Vincitore. Nella storia del Carnevale si registrano contestazioni clamorose e proteste, azioni di disturbo ma anche applausi corali e vere e proprie ovazioni per il vincitore. La Piazza Municipio si trasforma in uno straordinario "termometro" del gradimento della popolazione nei confronti della macchina organizzativa.
Nel 1997 il Carnevale si affranca dall'organizzazione della Pro Loco e nasce l'Associazione Carristi presieduta da Mario Damiano. L'Associazione nasce con una duplice finalità: formare professionalmente i giovani carristi, affinando la tecnica della cartapesta,e al contempo istituzionalizzare e promuovere anche dal punto di vista mediatico il Carnevale; questa strategia pubblicitaria veicolata sulla carta stampata e sulle emittenti televisive si è rivelata efficace. Ad Acquedolci le telecamere della Rai realizzarono uno speciale. E' il 1998, il Carnevale di Acquedolci richiamava decine di migliaia di visitatori. Si sparge la voce della grandiosità e della bellezza di carri grandiosi. In una sola edizione si concentrano carri meravigliosi. Secondo le stime della Protezione Civile dell'epoca addirittura in 50 mila,una folla così immensa per Acquedolci che in aiuto dei vigili giunsero anche i colleghi della vicina Sant'Agata. Acquedolci è a pieno titolo "Terzo carnevale di Sicilia" assieme a Termini Imerese.
Acquedolci diventa il "Terzo Carnevale Più Bello di Sicilia" grazie all'Associazione Carristi.
Nella stessa edizione del 1998 venne introdotto il “trofeo Episcopello” (dal nome del re del carnevale durante il Medioevo). Il ricco Trofeo veniva assegnato definitivamente al vincitore di tre edizioni. Lo stesso anno viene ideata una Giuria Popolare che chiamava tutti coloro i quali acquistavano un biglietto della lotteria a votare il carro più bello. Il fatto era innovativo e apprezzatissimo, ma qualcuno ebbe comportamenti scorretti ed il carro vincitore secondo la Giuria Popolare non combaciò con il vincitore secondo la Giuria Tecnica. Il trofeo non venne assegnato perciò al "Veliero dei Pirati" ma al carro ritenuto "migliore" secondo la Giuria Tecnica: lo Zodiaco. Il Fatto agitò un vespaio di polemiche. Le edizioni nelle quali ritroviamo  la Giuria Popolare sono quelle del 1999, con la vittoria del Carro colossale "Clinton Va in Paradiso" e nel 2000, con la vittoria del Carro "Millennium". L'edizione  del 2001 si è svolta in maniera abbastanza improvvisata ed è passata alla storia come una delle edizioni più deludenti e malriuscite. Il nuovo millennio si apre con la presa di posizione dei carristi che decidono di non sfilare in paese e di superare il divieto imposto di non sfilare  fuori paese. Il carro "Benvenuti nell'Euro" partecipa alla Sfilata di Capo d'Orlando e al suo rientro in paese viene accolto dalla folla che si riversa in strada. Seguono le dimissioni dell'assessore allo Sport e Turismo. Nell'anno successivo l'Associazione Carristi organizza per l'ultima volta il Carnevale. Danneggiata dalle divisioni interne e dalle intrusioni politiche in vista delle Elezioni del 2002, la bella realtà sociale si sfalda. Le incomprensioni interne (e politiche) da sempre influenti sul carnevale (ed è storia questa) spaccano i carristi e dividono la piazza.
Carnevale 2003: Il carro dedicato a Bin Laden
La premiazione del 2003, nonostante l'ottima riuscita dell'edizione, passerà alla storia per le  forti contestazioni al presidente dei carrisiti Sergio Mezzanotte che si dimette. La gestione del Carnevale viene affidata nel settembre del 2003 e fino al 2005, dall’Associazione sportiva “Scuderia Ferrari” che ha introdotto notevoli accorgimenti e addirittura commissionato la creazione della maschera ufficiale “Doroteo” (il cui nome ricorda Teodoro, sito della famosa Grotta). Si tratta di una raffigurazione creata da alcuni eccellenti disegnatori come Giuseppe AgnelloMariannina Giorgianni ed i fratelli Donato e Andrea Scaffidi
La maschera Ufficiale ritrae un omaccione sorridente di mezza età dall'aspetto bambinesco, vestito da principe panciuto. Si tratta di raffigurazioni simboliche che esprimono riferimenti identitari. Acquedolci, infatti è un comune giovane, per l'autonomia conseguita nel 1969, ma di veneranda età, perchè località conosciuta già in epoca Romana. Doroteo reca tra le mani, come scettro, la canna da zucchero a cui tradizionalmente si fa risalire il nome del Comune. Il Re Carnevale, coronato di una corona a dodici punte raffiguarnti le contrade, siede su un trono formato dai torrioni del castello Gravina Larcàn, e poggia le spalle sul frontone della Chiesa Madre. Sullo sfondo svetta il simbolo identitario del Campanile.Le ultime edizioni del primo decennio del nuovo millennio sono state gestite dall’ Amministrazione Comunale in collaborazione con una rinata "Associazione Carristica" e successivamente ancora la Pro loco e lo ScuderiaFerrari.Si registrano anche due  edizioni organizzate e gestite da un consigliere che riceve dal sindaco la delega al Carnevale. Il Carnevale che subisce gli umori degli amministratori di  turno, non  si  è svolto purtroppo nel 2014, mentre notevole successo ha riscosso l'edizione 2015 organizzata grazie alla collaborazione con la Società Operaia di Mutuo Soccorso "La Marina". Nel 2016 l'edizione si è svolta con il supporto  organizzativo dell'Associazione "La Cittadella del Carnevale"di recente costituzione, mentre l'elezione di una Miss Carnevale è stata riportata in auge. Nel 2017 viene rispolverata l'elezione di mister e miss Mascherina, una tradizione risalente agli anni '90 e dedicata ai più piccoli. I carri in concorso nel 2017 sono tre e ritorna la presenza dei MiniCarri, la cui realizzazione è stata impedita negli ultimi anni. Non resta che augurare  buon divertimento e lunga vita a questa bella antica tradizione di Acquedolci che merita di essere seriamente riqualificata e promossa da persone decise nel renderla grande per come merita, perchè questa festa appartiene a TUTTI gli acquedolciani. 
Buon Carnevale.
carnevale  1999: il carro "L'India Misteriosa"
(per le informazioni relative alle antiche edizioni degli anni '50 si ringraziano Donatella Marianna Catena,Emanuela Conti e Maria Damiano.Il racconto delle edizioni comprese tra gli anni '60 e '90, sono state possibili grazie al lavoro promozionale e di ricerca promosso dall'Associazione Carrisiti e dai sigg. Mario Damiano e Nino Catania. preghiamo quanti lo desiderassero a segnalarci nominativi ed ulteriori elementi  finalizzati alla ricostruzione di questa  storia.)

(E.C.)

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