Le "Martorane" sono il dolce tipico siciliano più famoso del mondo.
I Pasticceri realizzano opere d'arte. Ma perchè la frutta? cosa c'entrano gli antichi Romani? Cosa accadde nel convento della Martorana?
Dolcetto?? Ma quale dolcetto? La Martorana è un "capolavoro" dolciario e artistico che deriva da un'antica ricetta araba.
Il vero simbolo della "festa dei Morti" ha più di mille anni..
Questa frutta finta è un dolce famoso. La ricetta venne ideata dagli arabi che in Sicilia avviarono la coltivazione intensiva della Canna da Zucchero.
Halloween è una festa che non appartiene alle nostre tradizioni e che comincia anche a passare di moda. Trasformatasi in una sorta di "carnevalata fuori tempo" piena di eccessi a volte pericolosi, questa oscura tradizione americana e irlandese solleva parecchie perplessità e non ha nulla a che vedere con la nostra bella Festa dei Morti che affonda invece le sue radici nelle tradizioni religiose degli antichi romani che veneravano i morti (Dii Manes) chiamati "Lari" se in vita avevano fatto del bene. Questi Mani, venivano festeggiati assieme agli antenati della famiglia (Patres) proprio nei primi giorni di novembre. Già nell'antica Roma era buona abitudine che nei giorni di questa ricorrenza, si adornassero con i fiori le "edicole domestiche", luoghi sacri che si trovavano in tutte le case e che erano affollati di statuette d'argilla che raffiguravano i cari estinti. Durante la festa si tramandavano ai bambini le storie ed i racconti legati alle vicende della vita degli antenati. Era consuetudine affrire ai Lari della frutta.. una usanza che risulta enormemente simile alla trdizione siciliana della Frutta di Martorana, la cui produzione è tipicamente legata alla Ricorrenza dei Defunti.
Una ricorrenza siciliana importantissima e sentita dalla popolazione che in questi giorni si reca in visita ai Cimiteri per onorare i cari defunti.
La tradizione romana si è tramandata ed ha influenzato la tradizione siciliana che ha trasformato la ricorrenza dei Defunti in festa. Un momento importante perchè consente ai più grandi di tramandare ai piccini il ricordo dei defunti e di spiegare il grande mistero della morte. I bimbi aspettano i "Canistri", pieni di Martorane, Tutù, Ossa di Morto e dolciumi. Mentre in tutto il mondo si festeggia la ricorrenza di Ognissanti (l'1 novembre) in sicilia, la vera festa continua e raggiunge la massima solennità il giorno seguente,giorno della Ricorrenza dei Defunti, praticamente una "festa nazionale" siciliana con tanto di cerimonie popolari e regali ai bambini educati a recarsi in visita ai cimiteri per "ringraziare" con un preghiera i propri defunti che portano i regali ("Murticeddi").
Il piccolo Alessio ci mostra un "Canistro" di Frutta Martorana |
La vera "festa" che da secoli fa parte della nostra cultura siciliana, niente ha a che vedere con fantasmi, scheletri, streghe e vampiri...
Questa festa coinvolge i bambini che tra leggende e racconti, "scoprono" l'affetto per i propri antenati.La "nostra" festa ha un suo preciso scopo educativo, perchè è tutta rivolta ad onorare e mantenere vivo il ricordo di chi non c'è più e mira a dare spiegazioni ai bambini circa il mistero della Morte.Anticamente erano le bancarelle ad affollare strade e piazze di città e paesi con giocattoli e dolcetti. Oggi pasticcerie e panifici espongono con fierezza prelibatezze colorate e golose che sono simbolo della Sicilia in tutto il mondo. Una gara di colori e profumi unici che incantano grandi e piccini.
La Frutta di Martorana ha una storia antica...
E'un dolce arabo reinterpretato da una nobildonna di Palermo.
Questo dolce siciliano è praticamente diventato un souvenir dell'isola. I turisti lo apprezzano tantissimo e lo hanno fatto conoscere ovunque. La "Martorana" è diventata una delle prime dieci specialità dolciarie più conosciute del pianeta ed è famosa per la perfetta imitazione o riproduzione artistica di frutti, ortaggi o pesci. Si tratta di un dolce saporito di farina di mandorle e zucchero. Realizzare uno di questi capolavori non è impresa semplice e solo i più abili pasticceri sono in grado di conferire quel tocco artistico che rende unico il loro prodotto. In questi giorni di fine ottobre nelle pasticcerie dell'Isola c'è un trionfo di colori ed il profumo inconfondibile riempie le strade.
La Martorana e un dolce siciliano che ha ottenuto il riconoscimento di "Prodotto Agroalimentare Tradizionale", una sorta di marchio di originalità che ne garantisce il riconoscimento di unicità mondiale.
La sua ricetta è antica e varia da una località all'altra. La base deriva a quanto pare da un dolce arabo diffusosi in sicilia durante la dominazione Musulmana dell'Isola iniziata a partire dallo sbarco a Capo Granitola presso Mazara del Vallo nell' 827 e conclusasi con la caduta di Noto nel 1091 e la conquista di Palermo da parte dei Normanni. Il dolce di mandorla arabo, a quanto pare era assai simile a quello che oggi chiamiamo Marzapane e si diffuse in Sicilia assieme al Torrone ed alla Cassata, grazie all'abbondanza di zucchero, la cui produzione venne praticata dagli Arabi. Nella Costa Tirrenica Siciliana,ad esempio, il territorio di Acquedolci era sede di fiorenti coltivazioni di Bietola Zuccherina.
-l'approfondimento-
La Modellazione artistica.
La Modellazione artistica.
Perchè si chiama "Martorana"? Dov'è nata?? A Palermo o a Catania? le due città si contendono la paternità di questa delizia di "Pasta Reale".
Il nome Martorana è da ricollegare ad un cognome tipicamente palermitano di origine probabilmente araba.
La specialità odierna nacque nel cuore di Palermo, dalle mani pazienti di una suora.
La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come “la Martorana”,oggi Patrimonio dell'Umanità, venne edificata nel 1143 per volere di Giorgio d’Antiochia, grande ammiraglio siriaco al servizio del re normanno Ruggero II. L’attiguo monastero, fondato nel 1194, fu invece voluto da una nobildonna palermitana che si chiamava Eloisa Martorana. Il monastero era particolare per la sua ubicazione, perchè si affacciava direttamente sul Cassaro (l’attuale Via Vittorio Emanuele) che, a quel tempo, era la strada centrale di Palermo. Questo antico e bellissimo monastero della Martorana è famoso per i suoi “frutti” di pasta di mandorle. E' proprio qui che, per volere della nobile Eloisa, cominciarono ad essere confezionate deliziose frutte di pasta reale di ogni tipo, frutte speciali, coloratissime, vere e proprie opere d'arte che cercavano di imitare alla perfezione la frutta reale.
LE STORIE:
Le Suore che "presero in giro il RE"
Una tradizione racconta un aneddoto curioso e molto interessante. Nel giugno 1537 Carlo V visitò il giardino del monastero, ricco di alberi di arance di cui le suore andavano fiere, ma che, visto il periodo, erano sprovvisti di frutta. Pertanto le monache, per dare l’idea di un giardino curato, realizzarono con la pasta di mandorle, “succose” arance e frutta di varia stagione, che colorata e appesa agli alberi del chiostro del loro monastero dava al giardino un effetto più vistoso e bello. Nonostante quegli alberi avessero inaspettatamente “fruttificato tutti contemporaneamente”, le ingenue monache di Santa Maria dell’Ammiraglio furono contente di aver burlato comunque il buon re che, incredulo, rimase stupito dall' abbondanza di frutti. Successivamente il re, a conoscenza della burla, volle assaggiare quel dolce colorato che a quanto sembra piacque così tanto che il re ne ordinò numerosi quantitativii.
Ma c'è anche un'altra leggenda che si tramanda e che vede come protagonista la fondatrice del convento: Eloisa Martorana.
Il Monastero delle benedettine era affollato di piccoli orfani, affidati alle amorevoli cure delle suore dopo essere stati abbandonati nella "Ruota degli esposti". Accadeva spesso che tanti bambini "non desiderati" venissero inseriti su questa ruota posta alla porta del Convento. Dalla piazza i cesti con i bambini entravano da una piccola porticella posta sul portone. I bimbi abbandonati affidati alle suore erano tanti. Fu così che un bel giorno Donna Eloisa Martorana decise di "inventarsi" un modo per tenere buoni e far gioire quei poveri trovatelli. A conoscenza di un'antica ricetta araba di lavorazione di quella che in futuro assumerà il nome di "Pasta Reale", ideò di dare alle paste la forma dei frutti colorati, per deliziare gli occhi dei bimbi e coinvolgerli in giochi divertenti durante i quali il premio era proprio quello del frutto di mandorla più bello e colorato. I Bimbi furono felici e alla morte di Eloisa, le sue consorelle decisero di tramandare la tradizione che avevano imparato, facendo trovare ai piedi dei lettini questi deliziosi dolci a forma di frutto, contenuti in cesti (canistri) la mattina del 2 novembre, ricorrenza dei defunti. Era infatti tornata, durante la notte, Madre Eloisa, "la Martorana" che ancora una volta voleva fare felici i bimbi più buoni con i suoi "frutti di Martorana".
La Frutta Martorana diventa "Pasta Reale"
Dopo la soppressione delle corporazioni religiose, avvenuta nel 1866, l’attività e la produzione dolciaria del monastero della Martorana cessarono quasi completamente e le specialità delle suore di Santa Maria dell’Ammiraglio divennero alla fine patrimonio dei pasticceri della città che in questo luogo produssero Martorane fino agli anni '50 del secolo scorso.Nel frattempo però le ricette delle suore erano ormai patrimonio di tutta la sicilia, perchè tutti i conventi benedettini avevano ormai acquisito la tradizione di lavorare la pasta reale come facevano le suore palermitane. All’epoca dei sovrani spagnoli,questo dolce ebbe talmente tanto successo, che superò le mura del convento fino ad arrivare alla corte del re, diventando così, in quel momento, una “pasta Riali”(pasta reale) non solamente squisita ma sempre più raffinata e colorata "picchi cci piaceva 'o Re!!" e non si poteva fare cattiva figura con la Corte reale che la richiedeva in quantità sempre maggiori.
Preparazione della frutta di Martorana:
Macinare le mandorle pelate fino a ridurle a farina. Quindi sciogliere lo zucchero nell’acqua a fuoco lento. Quando l’acqua bollirà, spegnere il fuoco e aggiungervi la vanillina e la farina di mandorle. Amalgamare bene fino a che il composto non avrà assunto una consistenza compatta, liscia e morbida e tenderà a staccarsi dalle pareti del tegame.Bagnare una spianatoia con dell’acqua e versarvi la pasta di mandorle ottenuta. Quando questa si sarà intiepidita, lavorarla un altro po’ per renderla ancora più liscia e omogenea. Procedere poi con il modellare la pasta di mandorle a forma di frutta e ortaggi secondo il proprio gusto e lasciare che la frutta di Martorana realizzata si asciughi per qualche ora prima di rifinirla con la colorazione, l’eventuale lucidatura con gomma arabica e l'apposizione di steli e decorazioni.
Attenzione: La seguente ricetta non tiene conto delle "varianti", con gli ingredienti che i pasticceri aggiungono per conferire unicità al prodotto. La ricetta della frutta di Martorana ha in Sicilia numerose varietà locali. Le più importanti sono la variante Palermitana, quella Messinese (meno dolce), la Catanese (che tende a non alterare il custo della mandorla e aggiunge il pistacchio), la Trapanese e la nissena (che aggiungono piccole dosi di anice e cannella). Perciò a seconda della tradizione pasticcera locale,ci possono essere ingredienti aggiuntivi, come pistacchio, pinoli, cioccolato, cannella, maraschino o acqua di zagara.
(E.C.)
(E.C.)
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