CARNEVALE di ACQUEDOLCI: fu il terzo di sicilia ed è uno dei più importanti della costa tirrenica.Ma la storia del carnevale va riscoperta e valorizzata.

E' l’appuntamento più atteso dell’anno. Ad Acquedolci in arrivo migliaia di visitatori provenienti da tutti i paesi del comprensorio. Il "Carnevale dei Nebrodi" è il più bello della costa tirrenica messinese.
-questo lavoro è un omaggio a Salvatore Emanuele (1924- 2015)-
L'appuntamento del 2016 è l'edizione numero 48 nella storia del Carnevale Acquedolcese.  
Sul numero effettivo delle edizioni bisognerebbe però fare chiarezza.
(nell'immagine: Momenti della sfilata dell'edizione 2015. Folla lungo il corso principale.)

Coriandoli e balli in strada, maschere e coreografie. I protagonisti della sfilata, quelli che richiamano l'attenzione di migliaia di curiosi e visitatori e che affascinano grandi e piccoli, sono sempre loro: i Carri.. maestosi, colorati e "in movimento". Agli occhi dei piccini appaiono colossali e impressionanti e la loro musica che trasforma le strade del centro in discoteche itineranti, riempie l'aria del paese e porta una gioiosa frenesia nelle famiglie dove si mangia velocemente la buonissima pignolata e qualche pezzo di salsiccia arrostita prima di precipitarsi in strada e farsi travolgere da un corteo caotico e colorato.
(Carnevale 2015: nell'immagine il carro "Destinazione Paradiso" di Amalfi-Sarullo)

Tanti ragazzi, da mesi, fanno sacrifici enormi... gli applausi sono tutti per loro.
Palco naturale è il Corso principale di Acquedolci, pubblico numeroso..va in scena un grandioso spettacolo popolare, protagonisti maschere, Carri e coreografie.. tra ricordi, emozione,divertimento, identità e primi amori...
Il Carnevale di Acquedolci, nonostante tutto, entra nel vivo  "e si fa festa in tutta la città.."
Emoziona sempre vedere Acquedolci il giorno di Carnevale, rimanere affascinati oltre che dai carri, dalla numerosa folla che si accalca tra le bancarelle dei "caliari" lungo il grandioso Corso Italia attraverso l'elegante via RiccaSalerno che si trasforma per l'occasione in una gigantesca e piacevole isola pedonale. L'interruzione della Statale comporta la deviazione del traffico  su altre vie.
Acquedolci  si ferma per fare festa.. ed è festa grande. 
Alla Comunità va augurato Buon Divertimento e una crescita concreta sotto il profilo dei rapporti umani. Incoraggiamento appassionato per i  carristi, che credono in questa tradizione dalle  enormi potenzialità.
In pochi però conoscono la storia di questa tradizione.
Spesso, raccontata male ed in maniera incompleta, l'origine di questa festa è abbastanza risalente. Durante gli anni non tutti hanno saputo valorizzare DOROTEO Maschera Ufficiale del Carnevale ed il lavoro degli artigiani Carristi non viene seguito ed incentivato a dovere. Se questa festa è diventata grande ed ha assunto i moderni  connotati di uno dei più bei carnevali della Sicilia, va riconosciuto il merito al lavoro gratuito di chi nel tempo ha generosamente offerto  un contributo enorme a questa tradizione identitaria. La vera storia di questa festa è spesso tramandata da racconti orali e scritti. A lasciarci uno di questi racconti è il nostro compaesano Salvatore Emanuele,biografo e scrittore recentemente scomparso.

Tre modi di calcolare il numero delle edizioni... 2016 è Edizione n° 48 o 42? 
Secondo una teoria saremmo addirittura giunti approssimativamente all'edizione numero 85.. il Carnevale perciò potrebbe essere più vecchio di quanto fino ad oggi ipotizzato e avrebbe attraversato diverse fasi che sono iniziate o terminate in coincidenza di eventi storici importantissimi come la Guerra, l'Autonomia e le crisi politiche...
Per chi computa le edizioni considerando le prime serate da ballo con sfilata di mascherine e premiazioni delle Miss Carnevale (feste che  riscossero parecchio successo a metà anni '60 del secolo scorso) saremmo giunti all'edizione 48. Ma è un calcolo impreciso e  non sono tutti concordi con questo computo.
(Carnevale 2004: nell'immagine il grandioso carro "Looney Tunes", dei f.llo Salupo-Fabio)
Ci sono tanti anziani organizzatori che sostengono che in realtà la tradizione moderna del Carnevale con i Carri, non può tenere conto nè delle feste in maschera, nè possono essere computati anni nei quali la sfilata non si tenne. Secondo questa teoria perciò il conteggio delle edizioni andrebbe fatto a partire dal 1969, anno in cui sfilarono piccoli e rudimentali carri realizzati da  gruppi di ragazzi e dai  giovani della Scuola Alberghiera al tempo operante in paese. In base a questo calcolo mancherebbero all'appello alcune edizioni degli anni '70 e '80 che non si svolsero e calcolato il mancato svolgimento delle edizioni del 2002 e del 2014, quella del 2016 non sarebbe l'edizione n°48 bensì la n°42(o 43).Dal 1986 al 2002 il Carnevale si  svolto praticamente ogni anno senza interruzioni.
Ma c'è anche la teoria di chi ha fatto ricerche e ha trovato addirittura la foto e le testimonianze degli anziani acquedolcesi che raccontano di antiche sfilate lungo l'attuale via Ricca Salerno e le strade del centro. La notizia della prima sfilata di coloratissimi "Carruzzuna" risale addirittura al 1928. Da questi arcaici carri rigorosamente addobbati a festa, si lanciavano  fiori e confetti e secondo i  racconti, l'evento attirava tantissimi visitatori anche  da fuori paese. Questa storia va raccontata, perchè questo fa del  Carnevale di Acquedolci uno dei Carnevali più antichi di Sicilia, il 4° per l'esattezza dopo Termini Imerese, Sciacca e Acireale.
(Carnevale 1998: Il bellissimo carro "Lo Zodiaco" di Manasseri-Riolo-Fiocco)
Negli anni '20 del secolo scorso, si allestivano i "Carruzzuna", realizzati con carretti trainati da cavalli.
La sera,nei rioni popolari, si ballava alle "vegliate". Acquedolci è per questo motivo il 4° Carnevale più antico di Sicilia in materia di sfilate di carri. Una tradizione prestigiosa che merita di essere valorizzata e difesa.
Siamo ancora ben lontani dalle serate organizzate nella Sala Consiliare a metà anni '60 e le arcaiche sfilate sono decisamente inferiori rispetto agli sfarzi delle grandi sfilate di fine secolo. 
Alcuni anziani narrano addirittura di feste e balli nel cortile del castello Cupane, attorno a fantocci in cartapesta, una tradizione questa che appare sconosciuta e non documentata e che sarebbe precedente al 1922.
(nell'immagine la foto di un "fantoccio" in cartapesta  risalente ad inizio secolo. L'immagine di Benedetto Rubino per alcuni venne scattata a San Fratello, ma altri ipotizzano che si tratti della via Vecchia Marina nei pressi della Torre di Acquedolci).
..la foto potrebbe essere stata scattata proprio nella via Vecchia Marina di Acquedolci, cuore dell'antico Borgo. Se confermata dimostrerebbe che i racconti degli anziani non sbagliano e il Carnevale ha una tradizione di circa un secolo, non solo uno dei più antichi ma un Carnevale da proteggere per l'enorme  valore storico di questa tradizione siciliana, patrimonio di tutti i siciliani..
Dopo la frana di San Fratello del ’22..
Si diffuse tra la popolazione degli sfollati che si erano affiancati agli abitanti del Borgo della Vecchia Marina, l’usanza di abbellire con piumaggi e stoffe colorate alcuni carretti pieni di pennacchi e lustrini colorati sui quali gruppi di persone suonavano e cantavano. Spesso ci si vestiva da "giudei" (tipiche maschere legate alla Settimana Santa di San Fratello), nella maggior parte dei casi un lenzuolo e una maschera in cera o cartapesta colorata bastava per divertirsi lungo la strada.
Di questa festa di altri tempi, abbiamo solo qualche foto sbiadita scattata da Benedetto Rubino e alcuni ricordi narrati da Salvatore Emanuele (1924-2015) che in uno dei suoi scritti annota: "Dai miei ricordi infantili, il Carnevale ad Acquedolci è sempre esistito. Negli anni '20 del secolo scorso la sfilata era di carretti siciliani con a bordo suonatori di chitarre e mandolini; di maschere tradizionali v'erano soltanto quelle di Arlecchino, Balanzone, Pulcinella; tutti gli altri con una semplice maschera di cartapesta. 
I festosi carretti siciliani erano tirati da splendidi cavalli impennacchiati vistosamente con campanelle, piume e lustrini colorati, trasportavano suonatori strimpellanti le melodie del tempo. A tratti lanciavano confetti colorati sulla folla che lungo la strada si assiepava per godere della fantasia colorata e musicale e, di qualche danzatore che si esibiva sopra l'asfalto ..Qualche gustosa satira veniva concertata dai burloni, che a quei tempi non mancavano, per prendere in giro qualche personaggio da mettere benevolmente in ridicolo.”

(nella Foto: Balli e canti in via Fiume cuore della “Nuova Marina” nei pressi della "Farmacia Rubino". Si tratta di una eccezionale immagine risalente  a fine anni ’20  del secolo scorso,che conferma che il Carnevale è una delle tradizioni più antiche e sentite di Acquedolci. Quella che si vede in questa immagine risalente  al 1928 potrebbe essere la prima edizione del Carnevale di Acquedolci)
Negli anni '30, alcuni elementi della locale Banda Musicale animavano le danze che si svolgevano subito dopo il tramonto e per tutta la serata nei rioni del borgo.. 
Gli "sfollati" sanfratellani aderirono a questa festa anche se ancora vivevano nelle baracche..Il Carnevale si sviluppava di pari passo con l'edificazione del nuovo paese.
(nell'immagine: carnevale 1968- La festa nella Sala Consiliare)
La vera tradizione del Carnevale di Acquedolci era quella di organizzarsi in grandi comitive ricoperti con lenzuoli bianchi e colorati, sul volto maschere in cartapesta e stoffe, per andare a ballare alle feste che si svolgevano in magazzini e casolari. A quanto pare le vegliate ad Acquedolci erano così divertenti che  numerose  comitive accorrevano anche dai paesi vicini. Probabilmente per evitare litigi e polemiche si diffuse l'usanza che prevedeva che per potere partecipare alle "ballate"(i "Vigghiati") la comitiva di "mascherine" doveva far riconoscere almeno uno dei suoi componenti. Quando questo avveniva l'intero gruppo veniva accolto con dolci e danze.

La Guerra e la povertà di una frazione dimenticata e bombardata.
Il Carnevale "vecchio stile" entra in crisi e durante la Guerra la tradizione si interrompe per alcuni anni.

Sul finire degli anni '40 e durante tutto il decennio successivo l'entusiasmo per  il Carnevale si riattivò. Ci si divertiva con poco ed in maniera genuina, tra vicini di casa e si ricominciarono ad organizzare le "Vegliate". La gente di Acquedolci, da sempre amante della buona tavola e della buona compagnia, non perdeva la capacità di fare festa, nonostante il paese fosse poverissimo e con le ferite della guerra ancora aperte. Accadde però che durante gli anni '50 si diffuse l'usanza di fare il "Funerale del Carnevale". Si tratta del secondo periodo della tradizione, un periodo privo di sfarzi ma ricco di spontaneità teatralizzata. Durante la manifestazione circoscritta al paese e non ancora aperta al numeroso pubblico forestiero, dai balconi si improvvisavano "lamentazioni burlesche" e il ritornello funebre che accompagnava il fantoccio moribondo veniva disturbato da cori e canti festosi.. Le edizioni di questa stranissima "sfilata" riscossero notevole entusiasmo. Agli ormai tradizionali "Carruzzuna" si affiancò una insolita quanto divertente e partecipata manifestazione tragicomica che appariva come una strana rappresentazione teatrale popolare.. Il Martedì Grasso un enorme manichino dalle fattezze umane e vestito elegantemente veniva fatto sfilare per le vie cittadine. Organizzatori di questa festa furono Vincenzo Caruso la cui 'ngiuria era “'u missinisi” e un artigiano della cartapesta conosciuto come "Giannetto" che realizzava il manichino che impersonava il Carnevale. La mattina del Martedì si dava inizio alla festa, con grande seguito e partecipazione di abitanti del luogo alcuni provenienti dalla vicina San Fratello che già cominciavano ad  improvvisare alcune divertenti strombazzate tipiche della Settimana Santa Sanfratellana. Il Manichino veniva posizionato sopra un carretto e durante la "Sfilata"si inscenava l'improvvisa malattia, i malori, l'arrivo di dottori incapaci e “interventi chirurgici” che improvvisavano operazioni estraendo dal manichino oggetti e dolciumi che venivano lanciati alla folla divertita e festosa.Secondo quanto viene  riportato nella Relazione R.E.I realizzata dalla Pro-Loco di Acquedolci, ad aprire il corteo, pare ci fosse un uomo vestito da prete il quale reggeva una lunga croce e pronunciava alcune sconclusionate e divertenti litanie. Il “moribondo” era accerchiato da diversi gruppi di “piangenti” mentre la Banda Musicale di Acquedolci allietava con marce allegre e ballabili i presenti. I residenti erano abbastanza immedesimati in questa stranissima sfilata ed erano soliti affacciarsi ai balconi ed alle finestre lanciando finte urla di disperazione e pianti simulati, lanciavano fiori e confetti e donavano al "moribondo" bottiglie di vino affinchè si riprendesse. Si andava avanti così per tutta la giornata fin quando si giungeva al momento dell' intervento durante il quale il manichino dopo l'ennesima "operazione" rimaneva “sotto i ferri” e a causa  della contagiosa "malattia" del divertimento  veniva Buriciato in Piazza Municipio, momento che segnava la conclusione della festa. Spesso si prendeva in giro il sacerdote del paese e si imitavano i personaggi più in vista e quelli più odiati. Sul finire degli anni '50 fu abbastanza accentuata la satira che prendeva di mira personaggi politici sanfratellani e,a causa delle note polemiche autonomistiche, spesso esplodevano risse tra acquedolcesi e sanfratellani. L'usanza si esaurì così com'era nata e ben presto avranno maggiore successo le iniziative organizzate da alcuni giovani.
Gli anni '60, i Veglioni e le "Miss Carnevale".
Tutto pronto per la nascita della moderna festa..
(nell'immagine: un ragazzo alle prese con un personaggio da collocare su un carro. Edizione 1969)
Le radici di questo Carnevale sembrano perciò essere molto più antiche della convenzionale "prima  edizione" che si fa risalire a metà degli anni '60, allorquando alcuni ragazzi diedero vita  ai primi Veglioni ed alle prime "sfilate di mascherine". Vennero elette alcune "Miss", rigorosamente belle,necessariamente simpatiche e genuinamente elegantissime. Il Carnevale degli anni '60 assumeva i connotati dei Veglioni in stile "Dolce Vita".Ci si divertiva, ci si innamorava e si costruiva assieme una Comunità che stava per diventare "Autonoma". Queste feste passarono alla storia assieme alle prime edizioni del "Carnevale dei Bambini"(ancor'oggi in uso anche se con mutate forme), durante il quale  si svolgevano recite e cabaret ad opera dei piccini. Il Carnevale si impregnava di forti connotati identitari, specialmente  quando si ottenne di aprire la Sala del Consiglio per organizzare serate da ballo in grande stile.

(nell'immagine la bellissima ed elegantissima "Miss Carnevale 1968" nella Sala Consiliare del Comune- Foto NuccioRubino)
Sul finire del 1968, un gruppo di giovani si mise a lavoro per realizzare due carri, uno dei quali rappresentava l’astronave Apollo 11
Un terzo carro fu costruito dalla Scuola Alberghiera di Acquedolci. 
I  nomi di queste persone li conosciamo tutti, sono loro i "padri" del moderno carnevale, stiamo parlando di Ugo Bonfiglio, Nuccio Rubino, Nino Catania, Nino Latteri, Nino Miraglia, Luigi D’Angelo, Benedetto Scaglione, Paolo Salanitro Vincenzo Sciambarella. Dalla loro fantasia è nato il Grande Carnevale di Acquedolci.
Negli anni ’70,con l'ottenimento dell'Autonomia da San Fratello,il Carnevale ha vissuto alterne vicende e alcune volte non veniva organizzato in maniera continuativa per una serie di problematiche organizzative ed economiche, specialmente dopo le dimissioni anticipate del sindaco Benedetto Di Giorgio nell'anno 1978.                                               Alle ormai partecipatissime sfilate, negli anni '70 e '80 si è mantenuta inalterata la tradizione briosa delle "Vigghiate" con i cittadini che aprivano le loro case coinvolgendo la popolazione in veglioni all’insegna del travestimento e della musica. Quelli che venivano chiamati "Veglioni" si svolgevano anche in locali aperti al pubblico adattati ad eleganti sale da ballo.    
Negli anni ’80 gli stessi ragazzi che avevano dato vita alle serate da ballo ed alle prime sfilate di Carnevale, preso atto della centralità della manifestazione e del potenziale talento dei giovani artigiani carristi che cominciavano a farsi notare,decisero di organizzare dei momenti di incontro e formazione con i professionisti di Acireale, per affinare la lavorazione della cartapesta.Ugo Bonfiglio,Nino Latteri e Nino Catania furono delle guide importantissime in quegli anni.
(carnevale 1999: Il carro vincitore "Clinton  in Paradiso" di Occhiuto-Fichera-Santostefano.)

Gli anni ’90 hanno rappresentato per il Carnevale di Acquedolci il salto di qualità con la Pro Loco Acquedolcese che, a partire dal 1992 e fino al 1997, organizzò ben sei edizioni di sfilata. L'Associazione Turistica ha dato un enorme contributo qualitativo all'evento. Venne introdotto un regolamento tutt'oggi in vigore: i carri sarebbero dovuti essere realizzati interamente ad Acquedolci e, successivamente venne stabilito il divieto di farli sfilare nei paesi limitrofi. Queste regole vennero violate  nel  2002 allorquando, per protesta, un carro  dedicato all'Euro venne fatto sfilare a Capo d'Orlando e  nel 2014  quando  a causa della mancata realizzazione dell'edizione, per protesta, alcuni carristi decisero di  sfilare a San Fratello. In verità la regola era indirizzzata a calamitare presenze sul territorio, facendo sì che la manifestazione avesse una duplice valenza, turistica e di  ritorno per le attività commerciali.
(Carnevale 1997: Carro "La Politica Italiana", di Occhiuto-Fichera-Santostefano.)
A partire dagli anni '90, su indicazione dell'assessore al Turismo dell'epoca Gaetano Ciccia, si stabilì che i carri dovevano essere a tema e corredati da coreografie e corpi di ballo che eseguivano balli e danze. Le premiazioni in piazza cominciarono a divenire momenti attesi e sempre più emozionanti. La Piazza cominciò a lasciarsi coinvolgere e partecipare con pathos al momento finale facendo il tifo per i carri favoriti che gareggiavano per dimensioni, luci, colori e movimenti. Si sentiva l'esigenza di scegliere un  vincitore che potesse rappresentare nella storia l'edizione. Il Carnevale aveva bisogno di un ulteriore salto di qualità. Nel 1994 la creazione della Giuria di Qualità formata da esperti e tecnici era finalizzata all'assegnazione di premi e trofei in maniera oggettiva e meritata. Le scelte di  questa Giuria non sempre sono state accolte bene dalla popolazione che la sera del martedì grasso affollava la Piazza per assistere alla proclamazione del Vincitore. Nella storia del Carnevale si registrano contestazioni clamorose e proteste, azioni di disturbo ma anche applausi corali e vere e proprie ovazioni per il vincitore. La Piazza Municipio si trasforma in uno straordinario "termometro" del gradimento della popolazione nei confronti della macchina organizzativa. 
(nell'immagine: Carro l'Antico Egitto, vincitore dell'edizione 1996)
Nel 1997 il Carnevale si affranca dall'organizzazione della Pro Loco e nasce l'Associazione Carristi presieduta da Mario Damiano. L'Associazione nasce con una duplice finalità: formare
professionalmente i giovani carristi, affinando la tecnica della cartapesta,e al contempo istituzionalizzare e promuovere anche dal punto di vista mediatico il Carnevale; questa strategia pubblicitaria veicolata sulla carta stampata e sulle emittenti televisive si è rivelata efficace. Ad Acquedolci le telecamere della Rai realizzarono uno speciale. E' il 1998, il Carnevale di Acquedolci richiamava decine di migliaia di visitatori. Si sparge la voce della grandiosità e della bellezza di carri grandiosi. In una sola edizione si concentrano carri meravigliosi. Secondo le stime della Protezione Civile dell'epoca addirittura  in 50 mila,una folla così immensa per Acquedolci che in aiuto dei vigili giunsero anche i colleghi della vicina Sant'Agata. Acquedolci è a pieno titolo "Terzo carnevale di Sicilia" assieme a Termini Imerese.
(Carnevale 1997: Un momento della premiazione sulla Scalinata del Municipio che diventa il palcoscenico di uno dei momenti più attesi: la Premiazione)                                                .
Acquedolci diventa il Terzo Carnevale "Più Bello di Sicilia" grazie all'Associazione Carristi.
Nella stessa edizione del 1998 venne introdotto il “trofeo Episcopello” (dal nome del re del carnevale durante il Medioevo). Il ricco Trofeo veniva assegnato definitivamente al vincitore di tre edizioni. Lo stesso anno viene ideata una Giuria Popolare che chiamava tutti coloro i quali acquistavano un biglietto della lotteria a votare il carro più bello. Il fatto era innovativo e apprezzatissimo, ma qualcuno ebbe comportamenti scorretti ed il carro vincitore secondo la Giuria Popolare non combaciò con il vincitore secondo la Giuria Tecnica. Il trofeo non venne assegnato perciò al "Veliero dei Pirati" ma al carro ritenuto "migliore" secondo la Giuria Tecnica: lo Zodiaco. Il Fatto agitò un vespaio di polemiche e comincia ad innescarsi una clamorosa contestazione interna tra carristi.
(nell'Immagine: anno 1997. L'arrivo nel piazzale della Chiesa Madre del carro "il Veliero dei Pirati" di Occhiuto-Fichera-Santostefano. Il carro  vinse la Giuria Popolare ma  fu premiato al secondo posto dalla Giuria Tecnica)
Le edizioni nelle quali ritroviamo  la Giuria Popolare sono quelle del 1999, con la vittoria del Carro colossale "Clinton Va in Paradiso" e nel 2000, con la vittoria del Carro "Millennium". L'edizione  del 2001 si svolge in maniera abbastanza improvvisata e passa alla storia come una delle edizioni più deludenti e malriuscite. Il nuovo millennio si apre con la presa di posizione dei carristi di non sfilare in paese e di superare il divieto imposto di  non sfilare  fuori paese. Il carro "Benvenuti nell'Euro" partecipa alla Sfilata di Capo d'Orlando e al suo rientro in paese viene accolto dalla folla che si riversa in strada. Seguono le dimissioni  dell'assessore allo Sport e Turismo. Nell'anno successivo l'Associazione Carristi organizza per l'ultima volta il Carnevale. L'associazione, danneggiata dalle divisioni interne si sfalda sotto i colpi delle polemiche politiche tra Cirino Gallo e l'amministrazione in carica guidata da Salvatore Oriti. Le incomprensioni interne (e politiche) spaccano i carristi e dividono la piazza. La premiazione del 2003, nonostante l'ottima riuscita dell'edizione, passerà alla storia per le  forti contestazioni al presidente dei carrisiti Sergio Mezzanotte che si dimette. La gestione del Carnevale viene affidata nel settembre del 2003 e fino al 2005, dall’Associazione sportiva “Scuderia Ferrari” che ha introdotto notevoli accorgimenti e addirittura commissionato la creazione della maschera ufficiale “Doroteo” (il cui nome ricorda Teodoro, sito della famosa Grotta). Si tratta di una raffigurazione creata da alcuni eccellenti disegnatori come Giuseppe Agnello, Mariannina Giorgianni ed i fratelli Donato e Andrea Scaffidi
La maschera Ufficiale ritrae un omaccione sorridente di mezza età dall'aspetto bambinesco, vestito da principe panciuto. Si tratta di raffigurazioni simboliche che esprimono riferimenti identitari. Acquedolci, infatti è un comune giovane, per l'autonomia conseguita nel 1969, ma di veneranda età, perchè località conosciuta già in epoca Romana. Doroteo reca tra le mani, come scettro, la canna da zucchero a cui tradizionalmente si fa risalire il nome del Comune. Il Re Carnevale, coronato di una corona a dodici punte raffiguarnti le contrade, siede su un trono formato dai torrioni del castello Gravina Larcàn, e poggia le spalle sul frontone della Chiesa madre. Sullo sfondo svetta il simbolo identitario del Campanile.Le ultime edizioni del primo decennio del nuovo millennio sono state gestite dall’ Amministrazione Comunale in collaborazione con una rinata "Associazione Carristica" e successivamente ancora la Pro loco e lo ScuderiaFerrari.Si registrano anche due  edizioni organizzate e gestite da un consigliere che riceve dal sindaco la delega al Carnevale.Il Carnevale che subisce gli umori degli amministratori di  turno, non  si  è svolto purtroppo nel 2014, mentre notevole successo ha riscosso l'edizione 2015 organizzata grazie alla collaborazione con la Società Operaia di Mutuo Soccorso "La Marina". Nel 2016 ancora un cambiamento in seguito alla discussa e criticata partecipazione di una delegazione di artigiani Carristi a Milano EXPO, l'edizione si  svolge con il supporto dell'associazione "La Cittadella del Carnevale"di recente  costituzione, mentre l'elezione di una Miss Carnevale ritorna in auge  con l'Associazione Giovanile  "Mare di Idee" che di fatto  rispolvera una vecchia consuetudine tipica delgi anni '60 e '70.
(per le informazioni relative alle antiche edizioni degli anni '50 si ringraziano Donatella Marianna Catena,Emanuela Conti e Maria Damiano.Il racconto delle edizioni comprese tra gli anni '60 e '90, sono state possibili grazie al lavoro promozionale e di ricerca promosso dall'Associazione Carrisiti e dai sigg. Mario Damiano e Nino Catania)



(E.C.)

Commenti