28 Novembre: Auguri Acquedolci ! Auguri Acquedolcesi!!
(di Acquedolci Politica)
Si ricorda l'entrata in vigore della legge che ha reso Acquedolci Comune Autonomo.
(nell'Immagine Il Campanile della Chiesa Madre, simbolo identitario del paese. In basso a sinistra don Antonono Di Paci, Presidente del Comitato Pro Autonomia e parroco del paese dal 1941 al 1972)
La legge n° 42 del 1969 è entrata in vigore alla mezzanotte del 28 Novembre, dopo i 15 giorni di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Ad Acquedolci le campane suonarono a festa nel cuore della notte.
(di Acquedolci Politica)
Si ricorda l'entrata in vigore della legge che ha reso Acquedolci Comune Autonomo.
(nell'Immagine Il Campanile della Chiesa Madre, simbolo identitario del paese. In basso a sinistra don Antonono Di Paci, Presidente del Comitato Pro Autonomia e parroco del paese dal 1941 al 1972)
Su facebook tantissimi Auguri,anche da parte di tantissimi acquedolcesi lontani.. tra aspettative, lamentele e necessità, emerge forte il sentimento di attaccamento per questo paese.
Gli acquedolcesi non dimenticano l'evento nonostante la totale assenza di celebrazioni da parte dell'Amministrazione.
Va ricordato che se il paese ha una proprio governo, se ha un sindaco, dei consiglieri e se i cittadini hanno la possibilità di eleggere chi li amministrerà, il merito è di chi si impegnò affinchè il paese di Acquedolci si governasse da solo e vogliamo ricordare due persone in particolare: Antonino Di Paci e Salvatore Mazzullo.
Per San Fratello il contrasto con la popolosissima frazione fu sicuramente un errore storico carico di conseguenze sconvenienti.
Tra i due litiganti....
"La Nuova San Fratello in Acquedolci" fu da subito una idea urbanistica ed edilizia brillante. Ma le divisioni interne, gli affari e gli interessi delle ricche famiglie, la rigida impalcatura sociale ancora impostata su un inattuale modello pseudo-feudale , hanno creato conseguenze devastanti a San Fratello. Gli amministratori del "paese" di collina, pur di mantenere un certo status quo, a partire da fine anni '30 del secolo scorso non ci pensarono due volte a scoraggiare con tutti i mezzi, ostacolandola, la delocalizzazione ancora in atto in Marina, vera e propria occasione mancata per il rilancio dell'intero territorio.
L'Autonomia dopo 18 anni di polemiche,comizi, assemblee e contrasti...
La legge n° 42 del 1969 è entrata in vigore alla mezzanotte del 28 Novembre, dopo i 15 giorni di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Ad Acquedolci le campane suonarono a festa nel cuore della notte.
Il 28 novembre perciò Acquedolci è diventata a tutti gli effetti indipendente da San Fratello.
All'epoca però non c'erano uffici, non c'era sindaco e il nuovo Comune siciliano visse un periodo di gestione "provvisoria" fino al 7 giugno 1970, giorno nel quale venne eletto il primo sindaco di Acquedolci, il maestro Salvatore Mazzullo, che ancor'oggi tutti ricordano con grande affetto e che è passato alla storia come "buon padre" del paese.
Il 28 Novembre Acquedolci ricorda perciò la propria autodeterminazione amministrativa e civile.
(Nell'Immagine lo Stemma del Comune ideato da Alfonso Di Giorgio tra il 1979 e il 1980)
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Al suono delle campane la gente si riversò in strada piena di paura..
Un'altra guerra?", "La frana?" "Un disastro?"...
No è l'Autonomia, la "riscossa" di un popolo che non accettò più di essere trascurato proprio da chi avrebbe dovuto valorizzare, trascurati dagli amministratori eletti anche con i voti acquedolcesi, trascurati dai "compaesani" sanfratellani.
La popolosa frazione dalle grandissime potenzialità era stata dimenticata.
La popolosa frazione dalle grandissime potenzialità era stata dimenticata.
I Deputati all'ARS approvarono il testo definitivo della Legge dell'Autonomia in serata, in seconda seduta dopo i rinvii per mancato raggiungimento del numero legale.
(nell'immagine: tarda mattinata del 12 novembre 1969. La delegazione acquedolcese si rilassa sul Molo di Mondello prima di andare a Sala D'Ercole. Al centro il sindaco Salvatore Mazzullo.)
Una pagina della nostra storia.
La data dell'Autonomia è importante.
La data dell'Autonomia è importante.
Fino all'ultimo la "civica indipendenza" rischiò di non essere riconosciuta. Fino all'ultimo istante polemiche, pressioni, ostruzionismi, minacce.. Alcuni influenti politici locali hanno ostacolato fino alla fine la nascita del nuovo Comune.
La prima seduta di giorno 12 Novembre era stata rinviata a causa della mancanza del numero legale. L'ottimismo iniziale fece presto spazio al più diffuso pessimismo. Ma qualcuno non si arrese mai. Don Antonino Di Paci diede seguito ad insistenti telefonate per contattare decine di deputati, anche grazie all'intervento degli onorevoli Celi e Rizzo.
La prima seduta di giorno 12 Novembre era stata rinviata a causa della mancanza del numero legale. L'ottimismo iniziale fece presto spazio al più diffuso pessimismo. Ma qualcuno non si arrese mai. Don Antonino Di Paci diede seguito ad insistenti telefonate per contattare decine di deputati, anche grazie all'intervento degli onorevoli Celi e Rizzo.
Alla fine tanti furono presenti rispetto alla volta precedente, garantendo il numero legale in Aula. Poco dopo le 20,30 di quel 12 Novembre di 45 anni fa, all'unanimità dei presenti il Parlamento Siciliano deliberava l'approvazione della legge n.42 che concretizzava la nascita del nuovo Ente siciliano a decorrere dal 28 novembre.
Un lungo applauso, rivolto alla delegazione degli Acquedolcesi presenti tra il pubblico e capeggiati dall'agguerrito e anziano parroco, salutava la nascita del nuovo Comune siciliano e di fatto riconosceva da quel momento la possibilità di autodeterminazione ai cittadini acquedolciani che avrebbero avuto una gestione più vicina rispetto al passato.
Ancora qualche ora e la delegazione ritornava ad Acquedolci, un paese deserto e buio, povero, con le ferite della guerra ancora aperte..
Ancora qualche ora e la delegazione ritornava ad Acquedolci, un paese deserto e buio, povero, con le ferite della guerra ancora aperte..
Le 23,00 circa e le grandi campane della Chiesa Madre iniziavano a suonare a festa per quasi 20 minuti annunciando al paese la lieta notizia..
Il suono insolito e prolungato, le angosce di un popolo perseguitato da frane e guerre, le tensioni internazionali al confine con la Jugoslavia, la macchina del giovane Nino Catania che suonava il clacson lungo le strade.. tutte queste cose assieme scatenarono preoccupazione tra la popolazione che non comprese immediatamente quello che era appena accaduto.
In pochi minuti tutta Acquedolci era in strada, alcuni addirittura con le valige credettero di dover abbandonare ancora una volta la propria casa..
(nell'immagine: Gazzetta ufficiale recante il testo dell legge 28novembre 1969,
che istituisce il nuovo Comune di Acquedolci e ridefinisce il territorio di San Fratello)
In pochi minuti tutta Acquedolci era in strada, alcuni addirittura con le valige credettero di dover abbandonare ancora una volta la propria casa..
(nell'immagine: Gazzetta ufficiale recante il testo dell legge 28novembre 1969,
che istituisce il nuovo Comune di Acquedolci e ridefinisce il territorio di San Fratello)
Il testo di legge detta le condizioni per la separazione dei due Comuni..
E' la prima volta nella storia millenaria di San Fratello che il paese si "spacca" a metà. Inizia una nuova epoca.
La legge stabilisce minuziosamente il nuovo assetto territoriale e analizza dettagliatamente la situazione dei due centri.San Fratello perde Acquedolci, frazione popolosissima, ma vengono meno anche altre 15 contrade sanfratellane che improvvisamente diventano Comune di Acquedolci. Il territorio del nuovo Comune spazia dalla riva del mare al Monte e vengono accatastate a nome del nuovo Comune parti di alcune importanti località boschive ricche di acqua che sono Caprino, Fossa del Lupo e Pizzo degli Angeli... San Fratello perde di colpo l'affaccio a mare e crolla nella popolazione passando da oltre 12 mila a poco più di 8 mila residenti. E' un pesante colpo, il più grave dalla frana del '22.
La legge ha regolato in parte gli aspetti patrimoniali della divisione, affidandone il completamento a futuri accordi tra le parti che però non si metteranno d'accordo per i successivi 45 anni fino ad oggi..
Si stabilisce che nei primi 6 mesi di vita del nuovo Ente, il Comune di San Fratello avrebbe dovuto garantire l'efficienza degli uffici, gli arredi e il materiale di cancelleria necessario per il funzionamento dell'apparato burocratico completamente impreparato.
Si racconta che Mazzullo e Di Paci acquistarono a proprie spese registri, carta, penne, qualche tavolo.
San Fratello avrebbe dovuto accompagnare economicamente Acquedolci fino alle elezioni che vennero successivamente fissate il 7 giugno del 1970.
E' la prima volta nella storia millenaria di San Fratello che il paese si "spacca" a metà. Inizia una nuova epoca.
La legge stabilisce minuziosamente il nuovo assetto territoriale e analizza dettagliatamente la situazione dei due centri.San Fratello perde Acquedolci, frazione popolosissima, ma vengono meno anche altre 15 contrade sanfratellane che improvvisamente diventano Comune di Acquedolci. Il territorio del nuovo Comune spazia dalla riva del mare al Monte e vengono accatastate a nome del nuovo Comune parti di alcune importanti località boschive ricche di acqua che sono Caprino, Fossa del Lupo e Pizzo degli Angeli... San Fratello perde di colpo l'affaccio a mare e crolla nella popolazione passando da oltre 12 mila a poco più di 8 mila residenti. E' un pesante colpo, il più grave dalla frana del '22.
La legge ha regolato in parte gli aspetti patrimoniali della divisione, affidandone il completamento a futuri accordi tra le parti che però non si metteranno d'accordo per i successivi 45 anni fino ad oggi..
Si stabilisce che nei primi 6 mesi di vita del nuovo Ente, il Comune di San Fratello avrebbe dovuto garantire l'efficienza degli uffici, gli arredi e il materiale di cancelleria necessario per il funzionamento dell'apparato burocratico completamente impreparato.
Si racconta che Mazzullo e Di Paci acquistarono a proprie spese registri, carta, penne, qualche tavolo.
San Fratello avrebbe dovuto accompagnare economicamente Acquedolci fino alle elezioni che vennero successivamente fissate il 7 giugno del 1970.
Con l'entrata in vigore dell'Autonomia, ha inizio l'annoso problema della Divisione Patrimoniale, regolamentazione ancora non definita a 45 anni di distanza.
Il primo acquisto del nuovo Comune fu l'Orologio meccanico del Campanile della Chiesa.
Il primo acquisto del nuovo Comune fu l'Orologio meccanico del Campanile della Chiesa.
28 novembre 1969,Autonomia piena di incognite e difficoltà..
L'ex Frazione ha mosso i suoi primi passi da Comune,tra strade piene di fango, edifici bombardati,uffici da organizzare e attivare ex novo, torrenti adibiti a immondezzai,casse vuote e identità da costruire..
Dubbi, incertezze, divisioni e il tentativo fallito di "organizzare" un'unica lista inaugurale per il nuovo Comune in vista delle elezioni del '70.
La prima Amministrazione, guidata da Salvatore Mazzullo, si trovò innanzi una Acquedolci in ginocchio, dopo decenni di abbandono e degrado...
Mazzullo finì col fare quello che solo un buon papà sa fare: mise le mani al proprio portafoglio e dotò le ville di piante, fiori, acquistò alberelli.. solo alla sua morte si scoprì che aveva addirittura acceso un mutuo per pagare la dote della "figlia": Acquedolci.
Mazzullo finì col fare quello che solo un buon papà sa fare: mise le mani al proprio portafoglio e dotò le ville di piante, fiori, acquistò alberelli.. solo alla sua morte si scoprì che aveva addirittura acceso un mutuo per pagare la dote della "figlia": Acquedolci.
L'Autonomia era fatta ma si sarebbe dovuto lavorare di più per costruire meglio l'identità degli Acquedolcesi e per formare le nuove generazioni di amministratori.
Un processo lungo e difficile che dura da decenni e non si è ancora concluso, allo stesso modo di come rimane "sospesa" la definizione dei rapporti patrimoniali tra i due Comuni di San Fratello e Acquedolci oggi nuovamente in causa alle prese con decreti ingiuntivi e il mancato adempimento dell'accordo del 2011.
E' necessario un clima meno litigioso, meno vendicativo e dispettoso.. E' necessario un clima di concreta collaborazione, di fiducia e di rilancio di ideali e valori buoni.
Nonostante gli enormi progressi dal '69 ad oggi rimangono forti deficit nella gestione del paese e, cosa gravissima, si diffonde un sentimento di forte distacco dei paesani nei confronti della gestione politica locale.
"E se per poco,tra i vostri eletti e fuori si
manifestasse qualche pecora nera che col suo stridente belato, tentasse
avanzare proposte tornacontiste, di favoritismi, di occupazione arbitraria del
Sacro suolo del Comune, gridate, protestate, squalificatelo, mettetelo a
tacere!!
E' dovere di tutti tutelare gli interessi della comunità, perchè il favorire uno reca danno agli interessi di altri, porta discordie, sveglia gli appetiti, tarpa l'entusiasmo, sconvolge la concordia degli animi." (Antonino Di Paci, artefice dell'Autonomia di Acquedolci)
E' dovere di tutti tutelare gli interessi della comunità, perchè il favorire uno reca danno agli interessi di altri, porta discordie, sveglia gli appetiti, tarpa l'entusiasmo, sconvolge la concordia degli animi." (Antonino Di Paci, artefice dell'Autonomia di Acquedolci)
Ecco i sindaci che si sono succeduti dal 1970 ad oggi..
Li ricordiamo ai più giovani in questa "cronotassi dei sindaci"
Sempre da lontano... leggo, mi aggiorno su le vecchie vicende acquedolcesi
RispondiEliminaAnche se succintamente raccontatemi prima.
Io, non ero nel mio patrio suol natio, fra le mie genti; ne potei sentire verbalmente, dal mio vecchio genitore, le vicissitudini amministrative.
Oggi, leggendo quanto scritto da “Furiano blog” la mia mente rianda ai tempi che furono; alle considerazioni dei sanfratellani «Unti dal Signore» nei riguardi della antica e per certi versi volitiva, Acquedolci.
La boria presuntuosa dei sanfratellani evoluti che si auto compiacevano essere pseudo feudali, chiamavano l’evoluta frazione crescente nel movimento della popolazione: la “Marina” (così come la consideravano- ndr).
L’Arciprete ´ntuninu Di Paci, l’ho conosciuto molto bene, e lo ricordo sempre gioviale, dalla parola sferzante, pronta a qualsiasi evenienza.
A quest’uom dalla fede religiosa e popolare incrollabile, così l’ho descritto nel mio libro Acquedolci.
“Che dire del Molto Reverendo Arciprete Antonino Di Paci.
Da solo, alla testa di un manipolo di combattenti laico-ecclesiali, dalla salda e sana convinzione autonomistica comunale, riuscì ad avere ragione sui tanti bastian contrari che remavano controcorrente.
Lui, deux ex machina, la volle fortemente questa autonomia.
Si prodigò, anche, quale trascinatore encomiabile di pavidi e derelitti, infondendo loro: coraggio battagliero.
Quest’uomo di culto, poliedrico, dall’apparenza bonaria non corrispondente alla realtà, era tutt’altro che acquiescente ai voleri altrui.
Era il tipo di persona egocentrica, da cui i suoi dettami diventavano precetti morali: l’undicesimo comandamento che, lui da Prete, sottoponeva ai suoi fedeli come fosse l’unico dio:
«AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL TUO CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA E CON TUTTA LA TUA MENTE»
Gonfio e tronfio, pieno di sé, non voleva essere secondo a nessuno:
né nella Chiesa né nell’avversare la odiosa e avversa politica comunale dei notabili sanfratellani.
Ora che non è più, resta «immortale faro» della nuova Acquedolci.
Egli dall’aldilà saprà additare a tutta la vecchia comunità cittadina ed alla nuova, la via del successo: l’esempio del volere, fortemente volere, raggiungere la meta pregnante.
Ora, … di là, dall’alto dei cieli infiniti.
La sua anima immobile, sicura,
addita il calore, il coraggio, il valore
che padre lo volle del tempo che fu.
E tu ! Cielo verdeazzurro, acquedolcese,
pieno di stelle e, di dolcezza immortale,
oh!… d'un pianto di gioia infinita
lo inondi, quest'atomo ricco… “Di Paci”.
(Versi che dedico al padre dell’ Acquedolci autonoma)
Salvatore Emanuele - Firenze