Strutture sommerse antiche lungo il litorale di Caronia Marina (ME)
Una serie di strutture sommerse sono ben visibili dall’alto nel tratto compreso tra Villa Maria Giovanna e c.da Pietra Grossa, nella parte centro-orientale del moderno abitato marittimo. L’esame della fotografia aerea prima che si amplificasse il processo di insabbiamento dei fondali, relativa al 1988, rivela una serie di conformazioni anomale che risaltano sul fondale, molte delle quali di più che probabile formazione artificiale. A distanza di un ventennio, la situazione appare mutata: l’insabbiamento ha obliterato le formazioni più profonde, mettendo però in maggiore risalto una serie di allineamenti, alcuni dei quali paralleli alla costa, altri trasversali o addirittura di forma semicircolare. Una serie di foto scattate nel 2011 dall’alto, in condizioni di luce e moto ondoso ottimali, ha rivelato maggiori dettagli a completamento delle foto aeree. Si tratta di strutture di forma lineare o arcuata la cui disposizione in mare, a brevissima distanza dalla spiaggia, ne suggeriva la natura artificiale, che soltanto ricognizioni sul posto potevano accertare. Il luogo è di facile accesso e indagabile con una semplice attrezzatura subacquea (maschera e pinne), trattandosi di un tratto di fondale poco profondo. La spiaggia è qui costituita da ciottoli di medie dimensioni e, considerata la distanza a cui si trovano le case, risalenti alla prima metà degli anni ’50, distanti meno di 15 metri dal mare, evidenzia un notevole arretramento della costa nel tempo, peraltro testimoniato anche dal confronto con le immagini di quell’epoca, dove la spiaggia si estendeva molto più avanti di quanto non appaia oggi.
Il primo tratto di fondale (circa 13 m.) è costituito da ciottoli di medie e grandi dimensioni. Subito dopo inizia la sabbia, dalla quale emergono le strutture visibili dall’alto. In corrispondenza dei corpi curvilinei, si è osservata una prima struttura con orientamento est-ovest conservata per una lunghezza di circa 2 metri, la cui conformazione ha subito suggerito la natura artificiale della stessa: si tratta di un agglomerato di pietre di mare di varie dimensioni, calcificate tra loro e alzate una sull’altra. Pochi metri più avanti inizia la prima struttura curvilinea (“molo 1”), che si prolunga verso il largo su una lunghezza complessiva di circa 70 metri. Essa presenta in diversi punti la stessa tecnica di costruzione descritta prima, con grandi pietre alzate a formare una sorta di muraglia, appoggiata su un substrato di roccia e legata da una sorta di malta di calce. Sul fondale si notano, peraltro, massi di forma squadrata alla base della struttura o dispersi nelle vicinanze. Il molo 1 non è continuo, ma appare spezzato in alcuni punti. La parte sommitale oscilla da una profondità di 1 metro ad una massima di 3 metri. Altre due strutture curvilinee (“moli 2 e 3”) lo affiancano ad est, a distanze rispettivamente di 8 e 10 metri tra loro. Tra il molo 2 e il molo 3 è presente una base rocciosa scanalata. Le tre strutture si assomigliano sia nella forma che nelle caratteristiche morfologiche: su una base di roccia sono costruite delle muraglie in pietra, peraltro non sempre indagabili a causa della presenza, in alcuni punti, di colonie di posidonia.
Pochi metri a sud-est, una quarta struttura (molo 4) presenta invece un andamento rettilineo con orientamento trasversale alla costa (SO-NE) su una lunghezza complessiva di circa 80 metri. Anche qui si apprezza la tecnica di costruzione con utilizzo di grandi pietre di mare affiancate. Nella stessa area sono presenti diverse altre strutture, talvolta interpretabili come piattaforme spezzate, pavimentate con pietre cementate; in questo settore il fondale presenta diversi affioramenti di rocce dalla sabbia, perlopiù spianate. La ricognizione ad ovest dei moli 1-3 non ha rivelato altrettanti resti d’interesse: In diversi punti, parallelamente alla costa, affiorano scogli coperti da posidonia e poco indagabili; soltanto in uno di essi si è osservato un lembo di muraglia in pietre cementate molto simile a quelle dei moli 1-4. L’impressione è che strutture simili siano presenti anche in quest’area, come suggerisce l’immagine dall’alto e la loro stessa disposizione sul fondale, ma che esse si siano conservate poco a causa delle mareggiate e, probabilmente, della loro diversa consistenza.
La natura di queste strutture al momento rimane di dubbia interpretazione. Potrebbe trattarsi dei moli di uno stabilimento portuale o di un cantiere marittimo. Evidente è l’arretramento della linea di costa rispetto all’antichità, circostanza della quale occorre tenere conto per stabilire se le strutture, genericamente assegnabili ad epoca greco-romana, si trovassero originariamente sulla terraferma o parzialmente aggettanti sul mare.
Una serie di strutture sommerse sono ben visibili dall’alto nel tratto compreso tra Villa Maria Giovanna e c.da Pietra Grossa, nella parte centro-orientale del moderno abitato marittimo. L’esame della fotografia aerea prima che si amplificasse il processo di insabbiamento dei fondali, relativa al 1988, rivela una serie di conformazioni anomale che risaltano sul fondale, molte delle quali di più che probabile formazione artificiale. A distanza di un ventennio, la situazione appare mutata: l’insabbiamento ha obliterato le formazioni più profonde, mettendo però in maggiore risalto una serie di allineamenti, alcuni dei quali paralleli alla costa, altri trasversali o addirittura di forma semicircolare. Una serie di foto scattate nel 2011 dall’alto, in condizioni di luce e moto ondoso ottimali, ha rivelato maggiori dettagli a completamento delle foto aeree. Si tratta di strutture di forma lineare o arcuata la cui disposizione in mare, a brevissima distanza dalla spiaggia, ne suggeriva la natura artificiale, che soltanto ricognizioni sul posto potevano accertare. Il luogo è di facile accesso e indagabile con una semplice attrezzatura subacquea (maschera e pinne), trattandosi di un tratto di fondale poco profondo. La spiaggia è qui costituita da ciottoli di medie dimensioni e, considerata la distanza a cui si trovano le case, risalenti alla prima metà degli anni ’50, distanti meno di 15 metri dal mare, evidenzia un notevole arretramento della costa nel tempo, peraltro testimoniato anche dal confronto con le immagini di quell’epoca, dove la spiaggia si estendeva molto più avanti di quanto non appaia oggi.
Il primo tratto di fondale (circa 13 m.) è costituito da ciottoli di medie e grandi dimensioni. Subito dopo inizia la sabbia, dalla quale emergono le strutture visibili dall’alto. In corrispondenza dei corpi curvilinei, si è osservata una prima struttura con orientamento est-ovest conservata per una lunghezza di circa 2 metri, la cui conformazione ha subito suggerito la natura artificiale della stessa: si tratta di un agglomerato di pietre di mare di varie dimensioni, calcificate tra loro e alzate una sull’altra. Pochi metri più avanti inizia la prima struttura curvilinea (“molo 1”), che si prolunga verso il largo su una lunghezza complessiva di circa 70 metri. Essa presenta in diversi punti la stessa tecnica di costruzione descritta prima, con grandi pietre alzate a formare una sorta di muraglia, appoggiata su un substrato di roccia e legata da una sorta di malta di calce. Sul fondale si notano, peraltro, massi di forma squadrata alla base della struttura o dispersi nelle vicinanze. Il molo 1 non è continuo, ma appare spezzato in alcuni punti. La parte sommitale oscilla da una profondità di 1 metro ad una massima di 3 metri. Altre due strutture curvilinee (“moli 2 e 3”) lo affiancano ad est, a distanze rispettivamente di 8 e 10 metri tra loro. Tra il molo 2 e il molo 3 è presente una base rocciosa scanalata. Le tre strutture si assomigliano sia nella forma che nelle caratteristiche morfologiche: su una base di roccia sono costruite delle muraglie in pietra, peraltro non sempre indagabili a causa della presenza, in alcuni punti, di colonie di posidonia.
Pochi metri a sud-est, una quarta struttura (molo 4) presenta invece un andamento rettilineo con orientamento trasversale alla costa (SO-NE) su una lunghezza complessiva di circa 80 metri. Anche qui si apprezza la tecnica di costruzione con utilizzo di grandi pietre di mare affiancate. Nella stessa area sono presenti diverse altre strutture, talvolta interpretabili come piattaforme spezzate, pavimentate con pietre cementate; in questo settore il fondale presenta diversi affioramenti di rocce dalla sabbia, perlopiù spianate. La ricognizione ad ovest dei moli 1-3 non ha rivelato altrettanti resti d’interesse: In diversi punti, parallelamente alla costa, affiorano scogli coperti da posidonia e poco indagabili; soltanto in uno di essi si è osservato un lembo di muraglia in pietre cementate molto simile a quelle dei moli 1-4. L’impressione è che strutture simili siano presenti anche in quest’area, come suggerisce l’immagine dall’alto e la loro stessa disposizione sul fondale, ma che esse si siano conservate poco a causa delle mareggiate e, probabilmente, della loro diversa consistenza.
La natura di queste strutture al momento rimane di dubbia interpretazione. Potrebbe trattarsi dei moli di uno stabilimento portuale o di un cantiere marittimo. Evidente è l’arretramento della linea di costa rispetto all’antichità, circostanza della quale occorre tenere conto per stabilire se le strutture, genericamente assegnabili ad epoca greco-romana, si trovassero originariamente sulla terraferma o parzialmente aggettanti sul mare.
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