Storia, Cecilio di Caronia

Oggi vi parleremo di letteratura e conosceremo un personaggio "illustre" tornando indietro di duemila anni.

Ecco a voi CECILIO di CALATTE, vissuto nel I secolo a.C. nell’epoca delle rivolte servili dei saccheggi perpetrati da Verre.

Saremo accompagnati in questo viaggio di conoscenza scientifica da Danilo Siragusa che si occupa degli approfondimenti  storico-letterari di  Acquedolci Politica.


Si tratta dell’approfondimento di un passato di tutto riguardo che affonda le sue radici nell'epoca Romana e  che  a noi appare oggi  sconosciuto. Duemila anni fa la nostra terra era conosciuta  per gli ottimi prodotti della terra e per  gli illustri personaggi che affollavano  la cultura del tempo. Un contributo storico esclusivo,prezioso ed inedito, dedicato a tutti voi.


Cecilio di Caronia
di Danilo Siragusa, in Acquedolci Politica, Acquedolci (Me) 2013.

In molti casi, nella letteratura greca, se non ci fosse stato il lessico bizantino Suida, ci sarebbe stato gran  divertimento nell'attribuire patrie in maniera inopportuna ai grandi autori. Tutti, ad esempio, rivendicavano il loro Omero.

La quaestio omerica è anche di tipo geografico e tutti i greci rivendicavano che Omero fosse di una città piuttosto che di un'altra in maniera tale da poter vantare la discendenza dal sommo poeta: tutti volevano il loro Omero! Fortunatamente, però, non è stata questa la sorte di tutti gli autori e Suida (X sec.),autore dal quale prende  nome il lessico bizantino,  ci dà informazioni sul luogo di origine, cronologia ed opere di numerosi autori della letteratura greca.

Suida, insieme ad altre fonti, ci informa su Cecilio di Calacte (che era l'odierna Caronia).
 Cecilio vissuto nel I sec. a. C. era nato da schiavi che molto probabilmente avevavo assistito alle guerre servili del 101 a. C.       
                                                                      
Sulla storia di Caronia come città greca (etimolog. Calacte da Kalè Akté, bella costa), non mi soffermo in quanto ampia è la bibliografia di studi degli storici dell'altichità1, così come diverse sono le fonti letterarie greche e latine a riguardo2

Interesse del mio ambito è, piuttosto, guardare a questo autore: perché anche noi abbiamo avuto un autore letterario greco e nonostante la perdita delle sue opere, sappiamo che è stato un personaggio influente, in particolare nell'ambiente romano, divenuto infatti amico di Dionigi di Alicarnasso, che era arrivato a Roma intorno al 30 a. C. .

Secondo Suida il vero nome di Cecilio   sarebbe stato Arcagato. Dunque, dal momento che nel I sec. d. C. c'è stata un'opera intitolata “Sul sublime”  di un anonimo chiamato Longino o Dionigi e dal momento che si è affermato che quest'opera fosse una confutazione del trattato retorico “Sul sublime” di Cecilio di Calacte, la citazione nell'opera anonima tratta dal libro della Genesi dell’Antico Testamento sarebbe proprio una ripresa fatta dall'opera di Cecilio (secondo Mazzucchi) e ciò comproverebbe la fede ebraica dell' autore.  

Se, inoltre, il Cecilio di fede giudaica di cui parla Plutarco in Vita Cicerone VII, fosse proprio il nostro autore, dunque l'ipotesi sarebbe  confermata.

Abbiamo detto che Arcagato (Cecilio di Calatte)  era figlio di schiavi, probabilmente di  fede giudaica.
In un secondo momento, liberato ed arrivato a Roma, Arcagato avrebbe avuto  il nome latino di Cecilio dal suo patrono,  forse della  famiglia del Cecilio Metello successore di Verre nel governo in Sicilia (Cic. Verr. II, II 4). A Roma Cecilio  fu amico di Dionigi di Alicarnasso, autore di opere retoriche e delle “Antichità Romane”, trattato storiografico che parla della storia di Roma dalle origini al 264 a. C.

Tornando al nostro  autore locale occorre innanzitutto dire che fece parte della corrente dell'Atticismo, opposta all'Asianesimo (due correnti stilistiche in opposizione: gli atticisti preferivano una lingua chiara senza anomalie, mentre gli asiani si opponevano a tale idea). La sua adesione all'Atticismo è chiarita dai titoli rimasti delle sue opere, come “Differenze tra lo stile attico e l'asiano”, “Contro i Frigi” (ossia gli asiani)e “ Sullo stile dei dieci oratori”.

Possiamo immaginare l'opera di Cecilio grazie al lessico Suida, a citazioni di vari autori e a 168 frammenti tramandati sotto il suo nome, ma purtroppo il più è andato perduto. Un appunto deve essere fatto su un'opera di Cecilio che avrebbe potuto dare grandi informazioni sulla storia della Sicilia antica e del nostro territorio se non  fosse perduta. L'opera in questione, la monografia storica “Sulle guerre servili”, trattava delle rivolte degli schiavi della Sicilia contro i Romani tra 135 e 101 a. C. e purtroppo dell'opera abbiamo solo un frammento di tradizione indiretta.

Dopo aver introdotto la figura di questo retore prometto di approfondire, in futuro, alcune problematiche di natura filologica e letteraria in maniera tale da tentare una ricostruzione del nostro autore, sulla base, in primis, di quanto hanno già detto altri.
Danilo Siragusa  (staff Acquedolci Politica)

Bibliografia
1. Su Calacte rimando, tra le numerose pubblicazioni, a A. Lindhagen, Caleacte. Production and exchange in a north Sicilian town. C. 500 BC –AD 500. Lund 2006; A. M. Prestianni Giallombardo, Ducezio, l’oracolo e la fondazione di Kale Akte,in «Diodoro Siculo e la Sicilia indigena, Atti del Convegno di studi, Caltanissetta 2005», a cura di C. Micchiché - S. Modeo - L.Santagati, Palermo 2006, 135-149, 145; C. Bonanno, Kalé Akté. Scavi in contrada Pantano di Caronia Marina - Messina (2003-2005), 2009.
2. Il toponimo compare per la prima volta in Hdt., VI, 22; sulla fondazione di Calacte da parte di Ducezio (446 a. C.) cfr. Diod. Sic. XII, 8.2; altre fonti: Cic. In Verrem, II, 3. 10 e II. 4, 49 e Epist. ad famil. 13. 37; Plin. N. Hist. 3. 91 e 21. 14 e Sil. Ital. 14. 251


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