Il nucleo originario del complesso risale al periodo finale di un regno precursore al domino spagnolo sull'isola.
600 anni fa, giunse Ugerotto (o Rugerotto) e volle che questo luogo divenisse presidio del suo prospero feudo.
Ad Acquedolci un patrimonio architettonico unico in sicilia: Nel Baglio si affacciano antichi magazzini, la chiesa di san Giuseppe, la scalinata del Principe e ancora mura di cinta con merli ghibellini e veri e propri gioielli architettonici come l'Arco Ogivale e la Torretta Cuspidata.
di Enrico Caiola
Il Baglio del Castello "Larcan-Gravina" di Acquedolci sembra essere uno dei più antichi Bagli spagnoli di Sicilia. La cosa straordinaria è che si è conservato l'impianto originale della struttura. In questo luogo, infatti, nonostante l'assedio esterno, la cementificazione non ha varcato la Porta dell'Antico Baglio. Nel territorio siciliano, il "baglio" (bagghiu, in lingua siciliana) è una fattoria fortificata con ampio cortile. Si tratta dell' espressione di un'organizzazione economica legata al feudo o al latifondo e quindi alla grande proprietà terriera che alimentava le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia. Una grande azienda agricola abitata, oltre che dagli stessi proprietari terrieri, anche dei contadini che vi lavoravano tutto l'anno o stagionalmente. Era quindi il cuore di una comunità ed era per questo dotato di numerosi alloggi, ma anche di stalle e depositi per armature e raccolti. I bagli sorgevano quasi sempre in prossimità di sorgenti o corsi d'acqua e in posizioni dominanti, da dove era facile controllare il territorio, avevano un aspetto esteriore di luoghi fortificati ed erano costruiti sempre in muratura di pietrame grezzo in opera con malta comune, di spessore variabile da un minimo di 0,50 metri fino a un massimo di 1,50 metri, presentando le parti angolari dei muri, gli architravi e gli stipiti in pietra scalpellinata.
Le pavimentazione dei bagli, sia contadini sia padronali, era sempre in lastre di pietra, detti "balatuni" (o basole), o di ciottoli di pietrame posti a coltello. In questi luoghi era sempre presente una chiesa rurale o cappellina, riferimento per i fedeli sistemata all'esterno o all'interno del complesso, solitamente rivolta ad oriente.
Per riconoscere queste strutture ci sono dei riferimenti schematici caratteristici: una costruzione chiusa all'esterno e con le aperture tutte rivolte all'interno della corte. Le mura perimetrali, senza aperture, sono la protezione contro intrusi e malintenzionati, permettendo anche una difesa eventuale contro assalti di nemici. E' raro che dentro queste strutture si ergesse una torre isolata dal resto delle strutture. Ad Acquedolci ritroviamo questa particolarità con la Torre Atàlia oggi purtroppo ridotta ad una condizione di rudere. L'accesso al grande cortile era solitamente possibile anche alle carrozze e ai carri da trasporto. In genere una parte dell'edificio aveva uno o più piani alti nei quali abitava il "padrone" e la sua famiglia. I piani bassi erano destinati ai contadini e al deposito delle provviste e dei foraggi. All'interno del cortile erano anche le stalle. Altri locali servivano per il deposito degli attrezzi da lavoro e come ricovero delle carrozze padronali.Sono tutti elementi presenti nella struttura di Acquedolci.
Fino ad oggi si sapeva che la "nascita" di questo genere di struttura architettonica coincidesse con il fenomeno "colonizzatore" di vaste aree interne, abbandonate e incolte, della Sicilia, da parte dei nobili locali (i "baroni"), tra il Cinquecento e il Settecento. E' certo che la Spagna, all'epoca dominante in Sicilia, necessitando di grandi quantità di cereali, aveva stabilito la concessione di una "licenza di ripopolamento" (la Licentia populandi), tramite la quale i nobili siciliani arrivarono a fondare persino dei veri e propri villaggi nei dintorni della costruzione originaria (le cosiddette "città di fondazione" o "Borghi"). Si è ritenuto che la Porta d'ingresso a via dei Crociferi a Palermo sia una delle più antiche tracce di Baglio siciliano. Perciò il Baglio dei Crociferi nel quartiere Noce di Palermo, risalente ad inizio '600 è uno dei Bagli signorili più antichi fino ad oggi conosciuti . Al tempo della sua edificazione era un complesso agricolo residenziale nella periferia della città, di proprietà dell'Ordine dei Chierici regolari Ministri degli Infermi (detti padri Crociferi) che avevano la loro Casa Professa presso la Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi, in via Maqueda, presso i Quattro Canti di Palermo. La struttura è stata considerata fino ad oggi la più vetusta ed era costituita da un corpo centrale con magazzini e da una grande cappella sul lato destro del prospetto che si affacciava sul cortile del baglio al cui centro sorgeva un fontanile. Il Baglio era chiuso da alte mura e vi si entrava attraverso un alto portale, tuttora esistente, decorato con grosse bugne rilevate. Negli anni '60 il cortile fu aperto sul lato nord, ed attualmente è attraversato dalla via Tommaso Aversa.
Ma in Sicilia ci sono evidentemente Bagli più antichi di quello dei Crociferi di Palermo. L'esempio più affascinante è quello di Acquedolci, dove il Baglio del Castello vanta una struttura ancora leggibile nella suo originario impianto. Sorge su una rupe nei pressi del torrente Favara che alimentava due mulini conosciuti come Mulino Soprano e Mulino Sottano. Nel caso del complesso di Acquedolci non ci troviamo ad inizio '600, bensì dobbiamo fare un salto indietro ad inizio '400, addirittura 200 anni prima del Baglio dei Crociferi di Palermo. Sempre ad Acquedolci all'Antico Baglio padronale, si affianca il Baglio contadino di epoca ottocentesca, con la Casa del Campiere. La particolarità di questa costruzione che mostra una sovrapposizione di strutture architettoniche di un arco temporale di circa 600 anni, conferma che il Castello di Acquedolci è un monumento architettonico unico, importantissimo e assai raro. Solitamente il Baglio comunica all'esterno attraverso un grande portone che si trova raramente inserito in un portale ad arco a sesto pieno.Ad Acquedolci tutto appare strano, e l'arco interno del portale di accesso è ad ogiva e risale al XV secolo, cioè all'epoca del Regno di Trinacria. Questo arco sembra a questo punto una delle strutture spagnole più antiche dell'isola che esprime ovviamente le forti influenze architettoniche dell'epoca Araba, ancora assai in uso durante tutto il '400.
L'Antico Baglio del Castello "Larcan-Gravina" di Acquedolci è davvero un Baglio "antico", forse il più antico di Sicilia e si sviluppa attorno ai ruderi della Torre di avvistamento edificata nel 1398 dal cavaliere catalano Ugerotto Larcan, giunto sull'isola al seguito del re Martino I di Aragona. Sono visibili le tracce dell'originale pavimentazione in ciottoli e basole (in siciliano conosciuto col termine "acchiancato"). Sul Baglio si affacciano i magazzini,la Torre Atàlia ed una delle due bellissime Torrette Cuspidate di guardia. Sono visibili le stalla e si è miracolosamente salvata la piccola chiesa dedicata a San Giuseppe. Il Baglio di Acquedolci è circoscritto da possenti mura coronate da merlature ghibelline e sono leggibili ad est le tracce della guardiola danneggiata durante il crollo della Torre. L'intera zona, gravemente compromessa dai bombardamenti alleati dell'agosto del 1943, venne condannata alla condizione di rudere con la assurda demolizione della Torre avvenuta negli anni '60 del secolo scorso. Adesso si spera che,grazie alla elaborazione di progetti finanziabili, si possa finalmente intervenire per consolidare e attivarsi ad un recupero conservativo di questo antico monumento, tra i più antichi ed eleganti della Sicilia.
Commenti
Posta un commento