CULTURA: Vittorino Andreoli presenta il suo nuovo libro e ricorda: "oggi solo gli imbecilli possono essere felici".
Social media e banalizzazione culturale.
Applausi per le banalità ed elogio del superfluo.. "Distruttività, frustrazione e insicurezza sono le caratteristiche del nostro tempo. Siamo la società della paura e domina la cultura del nemico.."
Per il famoso psicologo Vittorino Andreoli non ci sono dubbi "Siamo innanzi all'agonia di una civiltà".Benvenuti nell'epoca dell' "Homo Stupidus Stupidus Stupidus"!
Quando un'opinione viene colpita dal linciaggio mediatico della massa omologata e la "bufala" si trasforma in verità assoluta..
L'Homo Stupidus Stupidus si esprime carico di certezze.
Applausi per le banalità ed elogio del superfluo.. "Distruttività, frustrazione e insicurezza sono le caratteristiche del nostro tempo. Siamo la società della paura e domina la cultura del nemico.."
Per il famoso psicologo Vittorino Andreoli non ci sono dubbi "Siamo innanzi all'agonia di una civiltà".Benvenuti nell'epoca dell' "Homo Stupidus Stupidus Stupidus"!
Quando un'opinione viene colpita dal linciaggio mediatico della massa omologata e la "bufala" si trasforma in verità assoluta..
L'Homo Stupidus Stupidus si esprime carico di certezze.
fonti:
Rizzoli Libri
huffingtonpost.it
È possibile scongiurare l’agonia in cui sta scivolando la nostra civiltà? Che ne è dell’uomo quando smarrisce i benefici garantiti dalla parte più evoluta del suo cervello? Quando delega le sue funzioni ad appendici digitali, vere e proprie protesi, innescando una regressione che cancella ogni traccia del salto evolutivo per cui è stato definito sapiens sapiens, diventando "stupidus stupidus" ? Quando la nostra mente perde progressivamente la razionalità e l’affettività, e intanto muore l’etica, muoiono gli ideali, sostituiti dal denaro e dal successo? Vittorino Andreoli sa che l’uomo si può “rompere”, come psichiatra ha seguito e curato molti pazienti aiutandoli a sollevarsi dalle loro cadute. Ecco perché non ha perso la fede nell’uomo e nelle sue possibilità. In queste sue nuove pagine vuole lanciare un allarme e spingerci a riflettere sulla regressione del nostro tempo, che rischia di cancellare le conquiste che hanno segnato la storia dell’Occidente. Convinto che la morte di una civiltà possa essere osservata e testimoniata e che se ne possano indicare i segni premonitori, mette a fuoco tre comportamenti talmente diffusi da essere diventati regole: la distruttività, la caduta dei princìpi primi che sono alla base del vivere sociale e l’uomo senza misura. Intorno a questi tre grandi temi, svolge la sua analisi arrivando alla conclusione che l’uomo vada ormai escluso dall’ambito della sapienza. Il tratto che oggi lo definisce meglio è l’essere stupidus, secondo il significato etimologico, che condivide la radice con “stupore”. Lascia infatti attoniti, sbalorditi, che un uomo possa assumere gli atteggiamenti dominanti nel nostro tempo, ma ancora più incredibile è che lo possa fare una comunità intera, un popolo.Un margine per invertire la rotta ancora c’è, per farlo occorre però riaffermare i princìpi che permettono il procedere della ragione, la bellezza della cooperazione contro l’esasperato individualismo, integrando sentimenti e razionalità.
Rizzoli Libri
huffingtonpost.it
È possibile scongiurare l’agonia in cui sta scivolando la nostra civiltà? Che ne è dell’uomo quando smarrisce i benefici garantiti dalla parte più evoluta del suo cervello? Quando delega le sue funzioni ad appendici digitali, vere e proprie protesi, innescando una regressione che cancella ogni traccia del salto evolutivo per cui è stato definito sapiens sapiens, diventando "stupidus stupidus" ? Quando la nostra mente perde progressivamente la razionalità e l’affettività, e intanto muore l’etica, muoiono gli ideali, sostituiti dal denaro e dal successo? Vittorino Andreoli sa che l’uomo si può “rompere”, come psichiatra ha seguito e curato molti pazienti aiutandoli a sollevarsi dalle loro cadute. Ecco perché non ha perso la fede nell’uomo e nelle sue possibilità. In queste sue nuove pagine vuole lanciare un allarme e spingerci a riflettere sulla regressione del nostro tempo, che rischia di cancellare le conquiste che hanno segnato la storia dell’Occidente. Convinto che la morte di una civiltà possa essere osservata e testimoniata e che se ne possano indicare i segni premonitori, mette a fuoco tre comportamenti talmente diffusi da essere diventati regole: la distruttività, la caduta dei princìpi primi che sono alla base del vivere sociale e l’uomo senza misura. Intorno a questi tre grandi temi, svolge la sua analisi arrivando alla conclusione che l’uomo vada ormai escluso dall’ambito della sapienza. Il tratto che oggi lo definisce meglio è l’essere stupidus, secondo il significato etimologico, che condivide la radice con “stupore”. Lascia infatti attoniti, sbalorditi, che un uomo possa assumere gli atteggiamenti dominanti nel nostro tempo, ma ancora più incredibile è che lo possa fare una comunità intera, un popolo.Un margine per invertire la rotta ancora c’è, per farlo occorre però riaffermare i princìpi che permettono il procedere della ragione, la bellezza della cooperazione contro l’esasperato individualismo, integrando sentimenti e razionalità.
"Viviamo-spiega Andreoli- in una società dominata dalle frustrazioni. La sensazione prevalente è quella di trovarsi in un ambiente in cui ci si sente esclusi, ci si sente insicuri, si ha paura. Si accumula così la frustrazione, che poi diventa rabbia. E la rabbia sa a cosa porta? Porta alla voglia di spaccare tutto. Il nostro tempo non è violento, è distruttivo". Il noto psichiatra e prolifico scrittore, riflette così sulla contemporaneità e sull'uomo.
"Ha parlato di violenza e di distruttività-chiede la giornalista Flavia Piccinni dell'huffingtonpost -Che differenza c'è?"
"Ha parlato di violenza e di distruttività-chiede la giornalista Flavia Piccinni dell'huffingtonpost -Che differenza c'è?"
La violenza è finalizzata a produrre danno agli altri. Uno è geloso perché c'è qualcuno che gli ha portato via l'oggetto d'amore, e si vendica violentemente: lo ammazza. Ma, realizzato questo scopo, la violenza decade.
"E la distruttività?"
La distruttività invece è la tendenza a fare del danno agli altri, ma anche a se stessi. Si uccidono moglie, figli e ci si uccide. È una piccola apocalisse. Ed è molto frequente nelle famiglie oggi.
"Stiamo vivendo un tempo distruttivo anche per la politica?"
C'è il desiderio di fare la guerra, per mascherare situazioni personali, per fare le armi, per alimentare gli arsenali nucleari. C'è aria di guerra, e la guerra è distruttività. Lo ribadisco: la distruttività è la caratteristica fondamentale del nostro tempo.
"Quali sono le altre?"
La frustrazione e l'insicurezza. Siamo la società della paura. Domina la cultura del nemico.
"Questo cosa comporta?"
Questo uccide la speranza e la fiducia, e promuove lo stare da soli.
"E poi?"
Sa, c'è stato il periodo della ragione, dei lumi, delle grandi ideologie e adesso...
"Adesso?"
Adesso abbiamo il periodo della stupidità.
"Perché dice così?"
Perché governa l'irrazionalità! Domina l'assurdo. Non c'è il senso dell'etica. Peggio di così... E come conseguenza della stupidità abbiamo la regressione all'homo pulsionale.
"Ricordavo che appartenessimo all'homo sapiens sapiens.."
No! In questo momento storico in cui domina l'assurdo, noi siamo l'homo stupidus stupidus stupidus.Tutti pensano a se stessi. Nessuno pensa che siamo un Paese. E questa è la stupidità. Se oggi uno non è stupidus in questa società non può vivere.
"Come ci si salva?"
Facendo come il protagonista del mio romanzo, che va in un mondo bellissimo dove non esistono commendatori. Dove non esiste l'uomo. La genesi si è fermata al quinto giorno, perché il Padre Eterno è molto intelligente e in una parte del mondo non ha fatto l'uomo.
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