FRUTTA MARTORANA: Le Suore "presero in giro" l'imperatore..

Le "Martorane" sono il dolce tipico siciliano più famoso del mondo.
I Pasticceri realizzano opere d'arte. 
Ma perchè viene rappresentata la frutta? 
Cosa accadde nel convento della Martorana intorno all'anno 1537?
Raccontiamo la storia di un "capolavoro" dolciario che "prese in giro" l'imperatore Carlo V.
L'antica ricetta araba "conquisto" il sovrano che aveva sconfitto i saraceni.
la Frutta Martorana è il dolce tipico della Ricorrenza dei Defunti.
di Enrico Caiola
Il simbolo di questa particolarissima festa siciliana ha in realtà più di mille anni..

La dolcissima frutta finta è un dolce famoso, ricercato e apprezzatissimo. Addirittura la Frutta di Martorana,  che ha ottenuto il riconoscimento di "Prodotto Agroalimentare Tradizionale"-che è una sorta di marchio di originalità- è unica al mondo ed è entrata nella Top Ten dei dolci tradizionali più pregiati del pianeta. In Sicilia si vende anche a 30 euro al chilo e i prezzi lievitano  fuori dall'Italia. Tutta colpa degli ingredienti costosissimi e di prima qualità, come  la farina di mandorle e in alcuni casi pistacchi e cannella. Tutti conoscono  le "Martorane" ma solo pochi pasticceri custodiscono la vera ricetta, in realtà reinterpretata da una religiosa palermitana oltre 5 secoli fa e derivante da antichissime tradizioni culinarie arabe precedenti all'anno Mille. Alla base del dolce di Martorana c'è ovviamente lo zucchero. Furono proprio gli arabi a realizzare i primi dolci e, sempre gli Arabi, nelle fertili terre di Sicilia avviarono la coltivazione intensiva della Canna da Zucchero. Sia lo Zucchero che le mandorle erano entrambi molto diffusi nell'Isola e facilmente reperibili.

La Frutta di Martorana ha una storia antica... Deve il nome ad una nobildonna di Palermo che si era fatta suora.
Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio a Palermo
Questo dolce siciliano è diventato col tempo un souvenir dell'isola. I turisti lo apprezzano tantissimo e lo hanno fatto conoscere  ovunque. La "Martorana" è famosa per la perfetta imitazione o riproduzione artistica di frutti, ortaggi o pesci, addirittura  piatti di pasta tipici e monumenti da prendere letteralmente a morsi. Si tratta di un dolce saporito di farina di mandorle e zucchero, ma la ricetta rimane in parte nascosta. Realizzare uno di questi capolavori non è impresa semplice e solo i più abili pasticceri sono in grado di conferire quel tocco artistico che rende  unico il loro prodotto e che coniuga al sapore delizioso capacità artistiche elevate. 
le "martorane" del Bar Chantigne -Acquedolci
La sua ricetta è antica e varia da una località all'altra. La base deriva a quanto pare da un dolce arabo diffusosi in sicilia durante la dominazione Musulmana dell'Isola iniziata a partire dallo sbarco a Capo Granitola presso Mazara del Vallo nell' 827 e conclusasi con la caduta di Noto nel 1091 e la conquista di Palermo da parte dei Normanni. Il dolce di mandorla arabo, a quanto pare era assai simile a quello che oggi chiamiamo Marzapane, si era nel frattempo diffuso in Sicilia assieme al Torrone ed alla Cassata, grazie all'abbondanza di zucchero, la cui produzione venne praticata dagli Arabi. Nella  Costa Tirrenica Siciliana,ad esempio, il territorio di Acquedolci era sede di fiorenti coltivazioni di Bietola Zuccherina.
La Modellazione artistica.
La Frutta "Martorana" dov'è nata?? A Palermo o a Catania? Le due città si contendono  la paternità di questa delizia di "Pasta Reale".
Martorana è un cognome tipicamente palermitano di origine probabilmente araba. 
La specialità odierna nacque nel cuore di Palermo, dalle mani pazienti di una suora.
La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come “la Martorana”, oggi Patrimonio dell'Umanità, venne edificata nel 1143 per volere di Giorgio d’Antiochia, grande ammiraglio siriaco al servizio del re normanno Ruggero II. L’attiguo monastero, fondato nel 1194, fu invece voluto da una nobildonna palermitana che si chiamava Eloisa Martorana. Il monastero era particolare per la sua ubicazione, perchè si affacciava direttamente sul Cassaro (l’attuale Via Vittorio Emanuele) che, a quel tempo, era la strada centrale di Palermo. Questo antico e bellissimo monastero della Martorana è famoso per i suoi “frutti” di pasta di mandorle. E' proprio qui che, per volere della nobile Eloisa,intorno al 1200, cominciarono ad essere confezionate deliziose frutte di pasta reale di ogni tipo, frutte speciali, coloratissime, vere e proprie opere d'arte che cercavano di imitare alla perfezione la frutta reale.
LE STORIE:
Le Suore che "presero in giro il RE"

Nel giugno 1537 Carlo V visitò il giardino del monastero, ricco di alberi di arance di cui le suore andavano fiere, ma che, visto il periodo, erano sprovvisti di frutta. Pertanto le monache, per dare l’idea di un giardino curato, realizzarono con la pasta di martorana, “succose” arance e frutta di varia stagione, che colorata e appesa agli alberi del chiostro del loro monastero dava al giardino un effetto più vistoso e bello.Talmente belli quei frutti succosi e colorati, che l'imperatore rimase estasiato e commissionò qualche chilo di arance. 

Solo allora le monache di Santa Maria dell’Ammiraglio dovettero svelare il mistero e furono contente di aver "preso in giro" il re Carlo che, incredulo,volle assaggiare quel dolce colorato che,a quanto sembra, piacque così tanto da determinare l'imperatore ad ordinarne numerosi quantitativi.
La ricetta era nata in quel convento grazie ad Eloisa Martorana per fare felici gli orfani...
Il Monastero delle benedettine di Palermo era affollato di piccoli orfani, affidati dalle prostitute alle amorevoli cure delle suore dopo essere stati abbandonati nella "Ruota degli esposti". Accadeva spesso che tanti bambini "non desiderati" venissero inseriti su questa ruota posta alla porta del Convento. Dalla piazza i cesti con i bambini entravano da una piccola porticella posta sul portone. I bimbi abbandonati affidati alle suore erano tanti e vivaci. Fu così che un bel giorno Eloisa Martorana, fondatrice del Convento e donna di di animo nobile, decise di "inventarsi" un modo per tenere buoni e far gioire quei poveri trovatelli. A conoscenza di un'antica ricetta araba di lavorazione di quella che in  futuro assumerà il nome di "Pasta Reale", ideò di dare al dolce la forma dei frutti colorati, per deliziare gli occhi dei bimbi e coinvolgerli in giochi divertenti durante i quali il premio era proprio quello del frutto di mandorla più bello e colorato. I Bimbi furono felici e alla morte di Eloisa, le sue consorelle decisero di tramandare la tradizione che avevano imparato, facendo trovare ai piedi dei lettini questi deliziosi dolci a forma di frutto, contenuti in cesti (canistri) la mattina del 2 novembre, ricorrenza dei defunti. Era infatti tornata, durante la notte, Madre Eloisa, "la Martorana",che ancora una volta voleva fare felici i bimbi più buoni con i suoi frutti speciali.
La pasta Martorana sempre più richiesta a corte,diventa "Reale"!!
Alessio con il suo  "Canistro di Martorane"
Dopo la soppressione delle corporazioni religiose, avvenuta nel 1866, l’attività e la produzione dolciaria del monastero della Martorana cessarono quasi completamente e le specialità delle suore di Santa Maria dell’Ammiraglio divennero, alla fine, patrimonio dei pasticceri della città che in questo luogo produssero Martorane fino agli anni '50 del secolo scorso. Nel frattempo però le ricette delle suore erano ormai diffuse in tutta la sicilia,dove erano state nel frattempo ulteriormente arricchite. Tutti i conventi benedettini avevano ormai acquisito la tradizione di lavorare la pasta reale come facevano le suore palermitane. All’epoca dei sovrani spagnoli,e durante tutto il 1600,questo dolce ebbe talmente tanto successo,da superare le mura del convento fino ad arrivare alla corte del Re, diventando così da quel momento, una “pasta Riali”(pasta reale) non solamente squisita ma sempre più raffinata e colorata "picchi cci piaceva 'o Re!!" e non si poteva fare cattiva figura con la Corte che la richiedeva in quantità sempre maggiori. Oggi i Frutti di Martorana vengono regalati ai bambini di tutta la Sicilia il 2 Novembre, per la ricorrenza dei Defunti e sono il dolce tipico di questa particolare festa siciliana, ma i monelli devono fare attenzione, prima di coricarsi bisogna fare i bravi,come la tradizione delle suore ci insegna, bisogna dire le preghiere  per i  defunti senza fare storie!

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