ACQUEDOLCI:Il Castello bene monumentale da salvare!

Se queste pietre potessero parlare... 
Vi racconterebbero una storia antica di oltre sette secoli, 
vi racconterebbero di uomini e leggende, di santi e dominatori, di incursioni saracene, di schiavi e dittatori.
Ripulito da Rovi e immondizie, l'antico maniero merita adesso un serio recupero.
E' necessaria maggiore sensibilità, ma anche progetti finanziabili diretti a restituire la struttura agli acquedolciani e renderla fruibile per i visitatori..
di Enrico Caiola
Un gruppo di volontari si sono dati appuntamento Domenica  25 Giugno,nel luogo simbolo della storia di Acquedolci ed hanno avviato un intervento di pulizia. É stato un momento importante sotto il profilo culturale e del senso civico. Adesso peró serve di piú.. Serve una valorizzazione concreta e immediata di questo patrimonio storico identitario che ogni giorno si sgretola sotto i colpi dell'incuria e del menefreghismo.
Il Castello mostra i segni del degrado,un degrado diffuso che avvolge l'intera struttura,ne fa vacillare le antiche pietre e ne pregiudica le strutture portanti.Le radici del glicine e del fico ne hanno appesantito le murature che si sgretolano. Eppure il Castello, maestoso e carico della sua storia secolare, rimane caparbiamente abbarbicato sulla piccola roccaforte che un tempo non distava che pochi metri dalla costa e da quello che si ritiene  essere stato il porticciolo commerciale dell'antica cittadina greco-romana di Apollonia di Sicilia, della quale parla Cicerone nelle Verrine. Gli ultimi interventi di consolidamento di questa costruzione monumentale, tra le più  belle della costa tirrenica, risalgono al 2005, quando vennero riportate alla luce le cuspidi arabeggianti dei torrini laterali del prospetto nord dell'edificio e venne messa in sicurezza la Chiesa di San Giuseppe ed una parte delle murature degli appartamenti del feudatario. 
Questo gioiello rischia di scomparire!!
Gli attivisti del locale meetUp Acquedolci in Movimento e un nutrito gruppo di cittadini si sono dati appuntamento al Castello di Acquedolci per operare una bella ripulita tagliando erba, rovi e raccogliendo la spazzatura abbandonata. Nei giorni scorsi l'iniziativa di volontariato era stata regolarmente comunicata al Comune con una nota indirizzata al Sindaco Alvaro Riolo, che ha risposto favorevolmente manifestando "stima e interesse per le iniziative". Il sindaco di Acquedolci era presente assieme al consigliere di Opposizione Salvatore Caputo, candidato sindaco alle ultime elezioni. Tra i volontari, assieme agli attivisti, non poteva mancare lo storico dell'arte Pierpaolo Faranda, autore di alcuni testi scientifici su Acquedolci.Tutti assieme,senza divisioni, in una caldissima domenica di fine giugno, per restituire decoro all'antica struttura che accomuna tutta la Comunità acquedolciana.
-l'approfondimento-
La Storia
Quello è lo stemma e li sorge l'antica chiesa di San Giuseppe alla Torre, che fu l'antica Chiesa Madre del Borgo. Laggiù resiste ancora la base della Torre demolita con la dinamite negli anni '60 del secolo scorso; non smette di suscitare emozione la scalinata di marmo che conduce agli appartamenti del signore della terra di "San Filadelfio". Tra fregi, stemmi nobiliari e pietre segnate dal tempo, ci soffermiamo ad osservare la bellezza di questa struttura che sfida oggi una minaccia assai più pericolosa delle incursioni saracene e dei bombardamenti della guerra che ne hanno inciso la storia..è la minaccia del menefreghismo e della scarsa cura che ne tarlano le fondamenta con l'abbandono e l'aggressione della cementificazione. 
Il Cortile interno..un ambiente carico di fascino.
All'antica chiesetta, che custodisce un antico altare con stucchi barocchi, si accede dal cortile interno. Il primo nucleo del Castello di Acquedolci fu edificato dalla famiglia catalana dei feudatari Larcan e successivamente ampliato dai signori Palagonia e dai Cupane. 
Tra le rovine del Palazzo, ci sono i magazzini e le industrie che animavano la località che era già conosciuta in epoca romana e divenne, durante il Medioevo,stazione di posta per viandanti e successivamente per i pellegrini intorno al Mille.
Da questo luogo è passata la storia..
Si narra che in questo cortile sia giunto,dopo il suo naufragio in Sicilia,Fernando Martins de Bulhões,in seguito conosciuto come Antonio di Padova che pernottò in una locanda del Borgo; la schiava Diana Larcan, madre di San Benedetto il Moro, al suono della campana della chiesa, terminava le sue dure e faticose giornate di lavoro nei campi di cannamela; Giuseppe Garibaldi nella sua marcia con i Mille verso Milazzo, tenne un discorso alla folla e Benito Mussolini parlò al popolo degli sfollati della Grande Frana del '22
Dal 2001 il Comune di Acquedolci è proprietario  dell'immobile, ma negli ultimi dieci anni non è intervenuto con diligenza per garantire interventi minimi di pulitura e di messa in sicurezza della struttura . 
Il Castello continua ad essere abbandonato al proprio degrado e ad essere aggredito in ultimo dalla cementificazione incontrollata. Negli scorsi anni anche l'ex ministro ai beni culturali Massimo Bray, ha scritto un post sul Castello di Acquedolci. "Mostrando interesse per la bellezza e la storia di questo luogo-scrive Bray- si possa fare molto, tutti insieme, perché sia difeso come è scritto nella nostra Costituzione e come chiesto a gran voce dalla comunità che lo ama e lo vorrebbe maggiormente tutelato e valorizzato.." .
Edificato a poche centinaia di metri dal mare nella località conosciuta sin dall'epoca romana col nome "Aquae Dulces", è situato al margine orientale del moderno abitato di Acquedolci, sviluppatosi all'inizio del XX secolo a seguito della frana che danneggiò il vecchio paese di San Fratello 
La Torre, gli appartamenti, la Chiesa, la Corte, le Cantine ed i Cortili, fanno parte assieme alla cinta muraria, di un piccolo Borgo denominato "Vecchia Marina", nucleo storico del paese di Acquedolci che, a partire dal 1922, verrà chiamato dai sanfratellani "Nuova Marina". Il Maniero è detto anche Castello Larcan o Palagonìa, perchè fu dimora di queste nobili famiglie di origine catalana che a partire dal XV secolo assunsero il titolo di "signori di San Fratello".La residenza del Signore di questo feudo rappresentava perciò il cuore amministrativo dell'antica San Fratello. La splendida scalinata in marmo conduce agli appartamenti privati del Barone. 
Il Castello: Avamposto difensivo 
La Torre del tipo a pianta quadrata, è in posizione isolata rispetto alla residenza baronale ed era tra le più imponenti della sicilia. Il Castello di Acquedolci fu una delle costruzioni più eleganti e imponenti della costa tirrenica siciliana. La struttura è organizzata su due livelli con depositi e magazzini al piano terreno, direttamente accessibili dalla corte, ed ambienti passanti ai livelli superiori. La Torre,  intorno alla metà del secolo scorso, ha subito un grave collasso a causa dei danni per i bombardamenti dell'agosto del 1943. Successivamunte le strutture superstiti pericolanti sono state parzialmente demolite con cariche di dinamite. Da quel momento il castello è caduto in rovina in un generalizzato contesto di abbandono e degrado.

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