"Patto per Messina": Il Premier Matteo Renzi in Sicilia firma finanziamenti per tutta la provincia. Acquedolci Fuori.

Gli interventi finanziati sono 332, per un importo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 778 milioni di euro. Cinque milioni e mezzo di euro piovono a Torrenova per il nuovo Lungomare, Santo Stefano ottiene il Porto Turistico.
Acquedolci tagliata fuori dai finanziamenti, l'Amministrazione non ha ottenuto un solo centesimo di euro.

Il sindaco Cirino Gallo travolto dalle critiche per il  selfie con il Premier pubblicato dal Vicesindaco Natoli. Il sindaco di Torrenova (ritratto nella foto) ha invece ottenuto il finanziamento del lungomare per un totale di € 5.835.000, ha tutti i motivi per festeggiare.
La fotografia, piuttosto che rafforzare l'immagine del sindaco la ridicolizza. 
Per quanto riguarda la Costa Tirrenica messinese, i finanziamenti sono nel frattempo pari a 72.600,00€ da spendere in realizzazione di infrastrutture; 6.800.000,00 euro per l'ambiente; 8.000.000,00 per lo sviluppo produttivo e 3.000.000 per il Turismo e la Cultura, in tutto 90.400.000 euro. Ricevono finanziamenti importanti i Comuni di Frazzanò, Ficarra, Floresta, San Salvatore di Fitalia,Longi, Ucria,Mirto, San Marco D'Alunzio,Caprileone, Galati Mamertino,Cesarò, Santo Stefano di Camastra. Cinque .milioni e mezzo di euro piovono a Torrenova per il nuovo Lungomare. Tagliati fuori invece i comuni di S.Agata e San Fratello i cui nomi assieme a quello di Acquedolci non esistono nel "Patto per Messina".
-l'approfondimento-
Progetto del Porto di Santo Stefano di Camastra
A poche settimane dal referendum costituzionale la "campagna per il Si" tenta di conquistare i "feudi" di voti. All'arrivo del Primo Ministro, accolto all'Università di Messina, il consueto "siparietto" vede protagonisti personaggi che  nella loro ultradecennale carriera politica  si sono  spostati da sinistra a destra passando da UDC a  DS, approdati a Forza Italia e poi PDL, ora al fianco di Alfano, ora transfughi a sostegno di Crocetta salvo ritornare a destra per  ripassare nuovamente a sinistra, in base alle convenienze del momento forti di un bagaglio di voti che consentono comunque di ottenere la titolaritá di sedersi al tavolo con chi amministra il potere. In tutto questo trasformismo non sembrano vedersi risultati per la Comunità che sprofonda nella crisi economica ed occupazionale. E' interessante la lettura di un articolo appena pubblicato su"Il Fatto Quotidiano" , giornale che racconta in maniera precisa i fatti e le notizie,con analisi e commenti che gli altri giornali solitamente non danno..o nascondono.


Referendum, Renzi in Sicilia abbraccia i ras acchiappavoti. Dai cuffariani ai luogotenenti di Lombardo.fonte:"Il Fatto Quotidiano"
per leggere l'articolo in versione integrale: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/22/referendum-renzi-in-sicilia-abbraccia-i-ras-acchiappavoti-dai-cuffariani-ai-luogotenenti-di-lombardo/3115349/


Contestato dagli studenti a Palermo il premier prosegue il tour in Sicilia con un bagno di folla tra volti e nomi dei vecchi potentati locali convertiti al "Sì". Valeria Sudano, oggi Pd ma eletta in regione con Saverio Romano e nipote dell’ex senatore cuffariano Domenico. Paolo Ruggirello, prima socialista, poi autonomista seguace di Lombardo e poi di Musumeci. E tanti altri. Fioccano le promesse: sgravi per il lavoro e infrastrutture.


Gli ex enfant prodige dell’Udc di Totò Cuffaro e i sodali di Gianfranco Micciché, i luogotenenti di Raffaele Lombardo e i deputati globetrotter,quelli nati socialisti, eletti con la destra di Nello Musumeci e poi fulminati sulla via della Leopolda. Ci sono anche loro ad applaudire Matteo Renzi, il premier arrivato in Sicilia per un week end di campagna elettorale in vista del referendum costituzionale. Una l’opinione più diffusa: il fronte del Sì sembra avere qualche problema al Sud, soprattutto nell’Isola che rischia di diventare la prima regione amministrata dalMovimento 5 Stelle.
Allargare gli orizzonti per il Sì – Ecco quindi che il premier prova a correre ai ripari: due incontri a Palermo – uno puramente elettorale e un altro per inaugurare l’anno accademico dell’università– e poi uno a Trapani, a Messina e a Taormina, scelta strategicamente per ospitare il G7 del maggio 2017, anno delle elezioni regionali in Sicilia. “Era tutto pronto per Firenze, quando un leader, una personalità europea di cui non farò il nome ha detto che la Sicilia è la mafia: allora ho deciso di portare qui il G7”, ha detto Renzi venerdì sera al teatro Santa Cecilia di Palermo. Ad applaudirlo una colonia di renziani dell’ultima ora, quelli arruolati negli ultimi due anni sotto le bandiere del Pd daDavide Faraone in nome di un “partito aperto” che “allarghi il proprio orizzonte”. Dopo più di due anni di renzismo, in Sicilia l’orizzonte del Pd si è praticamente dilatato, dato che nei pressi del giglio magico sono arrivati ras acchiappavoti dai curriculum politici più variopinti. Potevano i leopoldini dell’ultima ora rinunciare ad una foto ricordo con il premier – segretario? Potevano fare a meno di un’istantanea, che andrà forse ad arricchire una collezione di altri celebri scatti del passato, quelli con Casini,Cuffaro, Lombardo o – chissà – magari perfino Berlusconi? No, ovviamente non potevano.
Foto ricordo con ex cuffariani e lombardiani – È toccato dunque proprio al fidato Faraone fare da ambasciatore per una foto ricordo con il presidente del consiglio alla fine del suo discorso. In posa con il segretario dem, dietro le quinte del teatro palermitano, ecco Paolo Ruggirello, ex esponente della lista Musumeci, già luogotenente di Lombardo, che aveva esordito anni fa come assistente di Bartolo Pellegrino, deputato socialista, vicepresidente di Cuffaro, arrestato e poi assolto per concorso esterno a Cosa Nostra. Tutta la famiglia Ruggirello, però, è nota a Trapani: il padre, Giuseppe, fondò la Banca Industriale negli anni ’70 e divenne ricco in modo talmente veloce da meritare un’interrogazione parlamentare in merito. Nel 1997, poi, il nome di Ruggirello senior salterà fuori addirittura in un’inchiesta, in cui non era indagato, ma che coinvolgeva Enrico Nicoletti, cassiere dellabanda della Magliana. Nella foto ricordo di Renzi a Palermo c’è poi Luca Sammartino, giovane deputato eletto con l’Udc, ormai diventato il braccio destro di Faraone sull’isola. Sammartino aveva conquistato una qualche notorietà già in campagna elettorale quando dalla clinica Humanitas di Catania partivano telefonate indirizzate ai malati di tumore, che invitavano a votarlo. “Se queste telefonate sono state fatte, sono a titolo assolutamente privato” si era giustificato il diretto interessato, figlio di Annunziata Sciacca, direttore sanitario della stessa clinica oncologica. Ha ottenuto il privilegio di uno scatto con il premier anche Valeria Sudano, eletta all’Assemblea regionale siciliana con il Cantiere Popolare di Saverio Romano, poi transitata in Articolo 4, partito nato da una scissione dell’Udc, e da lì finita dunque tra i dem.
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Le promesse elettorali: infrastrutture e lavoro – Sono questi alcuni dei sostenitori del Sì al referendum in terra di Sicilia. Ma il premier ha ovviamente evitato di sfiorare questioni politiche locali. Al contrario ha illustrato la bontà della riforma spiegando che la vittoria del referendum è “il punto di partenza per dire in Europa e nel mondo che l’Italia è più semplice: servirà a dire che in Europa servono le riforme strutturali”. E mentre a Palermo, la visita di Renzi è stata accolta dalle proteste degli studenti universitari, dai ragazzi dei centri sociali e da alcuni operai, il premier ha scelto proprio Trapani per spiegare che “c’è un Matteo che mi toglie il sonno, e non è certamente Matteo Salvini. Parlo di Messina Denaro, che noi assicureremo alla giustizia”. Quindi sono arrivate le promesse: dagli “sgravi per le assunzioni in una terra piegata dalla mancanza di posti di lavoro” che saranno contenuti nella legge di stabilità, al suo ritorno in Sicilia il prossimo 16 novembre, per fare il punto sulle infrastrutture con il ministro Graziano DelRio. [...]

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