La Richiesta protocollata il 29 marzo è indirizzata al Presidente Carcione, al Segretario Comunale e al Sindaco e inviata per conoscenza all'Assessorato Regionale Enti Locali e al Prefetto di Messina.
I consiglieri Oriti, Scaffidi Fonti, Salerno, Barone e Condipodaro chiedono la revoca in autotutela delle Delibere poste all'Ordine del Giorno e discusse nella seduta del 14 marzo e la convocazione con i caratteri dell' Urgenza una apposita seduta del Consiglio.
"stante le ricadute in ordine al diritto di esercizio del mandato elettorale ricevuto e alle gravissime responsabilità di coloro i quali hanno proceduto in palese violazione di leggi, regolamenti e Statuto"
La seduta consiliare del 14 marzo è quella durante la quale, come si ricorderà, il Consiglio aveva votato a proposito delle Contestazioni di Incompatibilità per i consiglieri Salerno, Oriti e Barone. Le contestazioni erano state sollevate dal sindaco Gallo che si è assentato durante i lavori. Con 8 voti favorevoli i consiglieri di Maggioranza Gallo Mariangela, Natoli Salvatore, Occhiuto Giuseppe,Spitaleri Benedetto, Messina Bartolo, Calcò Anna, Re Giovanna, Carcione Calogero, avevano espresso voto favorevole sulle tre contestazioni deliberando l'immediata esecutività delle contestazioni e attivando di fatto l'iter previsto dalla normativa.
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A decorrere da quel momento era scattata l'applicazione della procedura in materia di decadenza dalla carica di Consigliere Comunale per i cons.ri Salerno (Capogruppo PD), Oriti (Capogruppo AnC) e Barone (AnC). I Gruppi di Opposizione avevano però sollevato alcune eccezioni culminate in una sospensione di 10 minuti per consentire lo svolgimento di una Conferenza dei Capigruppo, alla quale aveva partecipato la Vicecapogruppo di Maggioranza Anna Calcò perchè il Capogruppo di Maggioranza Mariangela Gallo si è rifiutata di partecipare adducendo la motivazione di essere stata denunciata dal Capogruppo del PD e perciò dichiarando di non essere disponibile a dialogare. La sospensione di 10 minuti si era però trasformata in una interruzione di oltre un ora e mezza. Le Opposizioni avevano da subito evidenziato molteplici violazioni del Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale riferite in primis all'ordine di precedenza nella trattazione dei punti all'OdG (questioni attinenti gli organi istituzionali e mozioni trattate in maniera irregolare prima delle interrogazioni). Queste contestazioni sono state ribadite nel documento appena protocollato.
1)violazione dell'articolo 10 del Regolamento in materia di interrogazioni, che stabilisce l'obbligo del Sindaco o dell’Assessore di rispondere all'interrogazione (il sindaco si è invece reso irreperibile) e le Interrogazioni e le Mozioni presentate in Gennaio, sono state poste tra i punti all'OdG in ritardo rispetto ai tempi previsti,omettendo il Presidente la Convocazione del Consiglio entro i tempi previsti dalla legge.
2)violazione dell'art.43.4 del Regolamento che stabilisce che "Le eccezioni sollevate dai Consiglieri comunali durante l’adunanza, relative all’interpretazione del presente regolamento da applicare per la trattazione di argomenti iscritti nell’ordine del giorno, sono sottoposte per iscritto al Presidente. Egli sospende brevemente la seduta e riunisce i Capigruppo presenti in aula ed il Segretario comunale, per esaminare e risolvere le eccezioni sollevate. Quando la soluzione non risulti immediatamente possibile, il Presidente, ripresi i lavori del Consiglio, rinvia l’argomento oggetto dell’eccezione a successiva adunanza. Nei giorni seguenti attiva la procedura di cui al secondo comma" (istruire la pratica con il parere del sindaco e sottoporre la stessa, nel più breve tempo, alla Conferenza dei Capigruppo.) Nello specifico i Consiglieri hanno sollevato le eccezioni ma il Presidente ha attivato la procedura sospendendo per dieci minuti il Consiglio al fine di consentire lo svolgimento della Conferenza dei Capigruppo al fine di esaminare e risolvere le eccezioni sollevate ma, alla ripresa dei lavori,non essendo i Capigruppo giunti ad una soluzione,risulta che il Presidente avrebbe omesso di attenersi all'obbligo rinviare ad una successiva adunanza del Consiglio gli argomenti oggetto dell'eccezione. Qui emerge la responsabilità del Presidente del Consiglio che non avrebbe acquisito il parere del Segretario. Il Presidente avrebbe preferito proseguire i lavori forzando il Regolamento e violando l'articolo 43.4
I firmatari della Richiesta contestano le gravi violazioni dello Statuto e del Regolamento operatae dal presidente del Consiglio Calogero Carcione
Col proprio comportamento, il Presidente del Consiglio non avrebbe "consentito ai consiglieri di poter esercitare le funzioni conferite in forza del mandato elettorale, addirittura dando seguito ai lavori assembleari" appellandosi al comma 3 dell'art 43 " che espressamente è riferito alle "eccezioni, sollevate al di fuori delle adunanze e che comunque prevede l'acquisizione del necessario parere del segretario in ordine alle eccezioni sollevate da sottoporre comunque alla conferenza dei capigruppo" e, aggiungono i firmatari della Richiesta, " cosa ancora più grave il rischio di inficiare la validità dei Deliberati esitati" cioè la validità delle delibere che contestano l'incompatibilità ai tre consiglieri di Opposizione "stante che gli stessi più che sanare le violazioni già fatte rilevare, hanno reiterato una condotta a suo tempo denunciata",condotta che il Capogruppo Oriti ha definito in passato "strategie ritorsive contro le Opposizioni". I firmatari annunciano che questo modo di fare scorretto potrebbe trovare adeguata tutela presso le istituzioni competenti.
(E.C.)
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