RIFIUTI: Si indaga su 74 comuni tra i quali Acquedolci.

Sfruttando lo stato di necessità si opta per i servizi diretti. 
Segnalazione all'autority di Cantone, alle Procure e alla Corte dei Conti. Il rebus delle Piante Organiche.
Emergenza Rifiuti, la Regione indaga su 74 sindaci.

Fonte Giornale di Sicilia del 21 dicembre 2015
estratto dell'articolo di Giacinto Pipitone



L'assessore Contraffatto: hanno attribuito il servizio di raccolta senza bandire le gare e aggirando le norme anti.corruzione.

Sfruttare le pieghe delle leggi che regolano le emergenze per affidare senza gara il servizio di raccolta dei rifiuti e aggirare le norme anti-corruzione. In Sicilia è un escamotage che coinvolge sempre più Comuni e che provoca la duplicazione dei costi da coprire poi con fondi pubblici: per questo motivo l'assessore Vania Contraffatto ha denunciato il caso a Raffaele Cantone e alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti. Sono già 74 i sindaci su cui l'assessore ha acceso i riflettori.Nel mirino sono finiti gli affidamenti diretti fatti sfruttando l'articolo 191 del decreto legislativo \152 del 2006. E' quello che dà mano libera in caso di emergenze che mettono a rischio la salute pubblica: cio che normalmente accade quando si blocca il servizio di raccolta e i rifiuti restano per giorni nelle strade.

Il fatto è che a quel punto si è già messo in moto un circolo vizioso che moltiplica i costi per la Regone e i Comuni, La Contraffatto lo illustra così: " In Sicilia accade di frequente che i sindaci non paghino le quote di propria competenza agli ATO. A quel punto però l'ATO non può pagare i dipendenti che normalmente scioperano lasciando le città invase dai rifiuti." Da qui nasce l'emergenza che normalmente il sindaco affronta con ordinanze d'urgenza che funzionano come un tasto reset di fronte a tutte le norme che regolano gli appalti. E qui la faccenda si fa più ingarbugliata.Ma per orientarsi basta seguire il racconto della Contraffatto, magistrato prestata alla Giunta: "Di fronte all'emergenza i sindaci sfruttano l'ordinanza e affidano il servizio di raccolta senza gara d'appalto. Può succedere che venga assegnato il servizio di raccolta a una ditta che mette in campo mezzi e uomini propri. Oppure può anche succedere che si facciano ben due appalti, uno per i mezzi ed uno per il personale." Si chiamano nolo a caldo, il primo, e nolo a freddo il secondo. "Ma così-precisa la Contraffatto- si duplica il costo che riguarda il personale. Perchè quello degli ato deve comunque essere pagato, mentre poi spunta quello degli appalti dei sindaci". I Comuni che hanno fatto affidamenti di questo tipo sono già 74 in tutte le province, anche se va detto che non è automatico il collegamento fra affidamento diretto e uso distorto dell'emergenza.
C'è però un terzo caso su cui la contraffatto ha acceso i riflettori: "sta succedendo sempre più spesso che i Comuni, sopratutto quelli del Palermitano,escano dall'ATO e gestiscano il servizio in proprio, anche in questo caso duplicando i costi e rendendo più difficile il decollo del nuovo sistema incentrato sulle Srr".[...].
Di fronte a tutto questo l'assessore ha attivato diverse procedure.Quella del commissariamento dei Comuni è un'arma che si rivela spesso spuntata, e allora meglio la segnalazione all'Autorità Nazionale Anticorruzione e alle Procure. A Cantone, in un aa audizione cui era presente anche il presidente dell'ANCI, Leoluca Orlando, la Contraffatto ha illustrato il meccanismo frutto dell'uso distorto delle Ordinanze di Emergenza. E il capo dell'Anticorruzione in una recente visita all'ARS ha detto in commissione Antimafia che "quello siciliano è un sistema in cui non sempre vige il rispetto delle norme sugli appalti. [...]

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