STORIA/Personaggi
Il 19 luglio 1951 l'illustre professore moriva ad Acquedolci.
Il 19 luglio 1951 l'illustre professore moriva ad Acquedolci.
Paolo RiccaSalerno è stato uno dei più grandi studiosi europei della scienza economica nel XX secolo.
La sua passione coltivata nella preziosa biblioteca di famiglia.
La sua passione coltivata nella preziosa biblioteca di famiglia.
Fu componente della Commissione che elaborò lo Statuto della Regione Siciliana e "padre costituente" assieme a Luigi Einaudi per il contributo alla elaborazione del titolo III della Costituzione.
Il corso principale di Acquedolci è dedicato a questo grandissimo concittadino che fu teorico dell'Autonomia di Acquedolci .
di Enrico Caiola
La figura del grande economista italiano prof. Paolo Ricca Salerno, a 69 anni dalla morte, è ancora viva nel mondo accademico siciliano. Commemorazioni e studi sulle sue ricerche arricchiscono il dibattito scientifico in materia economica. Umile e schivo, di RiccaSalerno e della sua vita privata si sa pochissimo. Era nato a San Fratello nel 1889, da Maria Costa e Giuseppe RiccaSalerno che fu grandissimo studioso ed economista tra i più prestigiosi di fine ottocento. Le biografie raccontano che conseguì la maturità classica al liceo Umberto I di Palermo e che inizialmente avrebbe voluto diventare un medico,salvo successivamente cambiare idea. Si iscrisse perciò alla facoltà di Giurisprudenza. Quando l'Italia entrò in Guerra, durante il Primo Conflitto Mondiale, il giovane Paolo si arruolò nella fanteria interrompendo gli studi che completò nel 1921 con il massimo dei voti, dissertando la tesi dal titolo "La discriminazione dei prezzi nei fatti e nella dottrina economica".
Come il collega prof.Celestino Arena ricorda durante una commemorazione, "abbandonata l'infatuazione giovanile per gli studi medici, Paolo RiccaSalerno coltivò la sua vera passione, supportato dalla disponibilità di una Biblioteca di famiglia ricchissima ed aggiornata di tutte le migliori opere italiane e straniere che aveva ereditato dal padre famoso economista siciliano del secolo precedente". Ed è proprio li, nella sua splendida biblioteca privata ricollocata nella nuova abitazione di Acquedolci che Paolo, fresco dei suoi studi giuridici,trovò tra le mani non solo testi originali e unici ma, principalmente, preziosissime corrispondenze intercorse tra il padre Giuseppe ed i maggiori filosofi e studiosi della scienza economica classica dell'800 da Karl Marx ad Adam Smith e, ancora, le corrispondenze di studio con Thomas Robert Malthus, Jean-Baptiste Say, David Ricardo, Antoine Augustin Cournot,John Stuart Mill.. In breve tempo Paolo RiccaSalerno si appassionò all'economia e si avviò alla carriera di docente universitario, portando negli atenei un bagaglio scientifico inedito, ereditato dal padre e coltivato nel salotto di casa.
Discepolo di Augusto Graziani che, come lo era stato il RiccaSalerno padre, era membro dell'Accademia nazionale dei Lincei, Paolo divenne nel 1928 libero docente di Scienza delle Finanze presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Messina, rinunciando all'insegnamento di Statistica e, in seguito, titolare della cattedra di "Politica economica ed organizzazione finanziaria". Nel 1936 fu docente presso la facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Palermo, facoltà che lo vide preside stimatissimo dai colleghi e dagli studenti negli anni tra il 1944 e fino al 1951, anno della morte.
Gli incarichi pubblici ricoperti furono molteplici. Membro del Consiglio di Amministrazione del Banco di Sicilia e membro della Commissione Preparatoria del progetto di Statuto della Regione Siciliana nel 1945. Il RiccaSalerno, liberale e favorevole alla nascita della Repubblica dopo il disastro del Fascismo che mai aveva guardato con simpatia, è anche "padre costituente" in qualità di componente della commissione di studio per l’elaborazione della Costituzione per la stesura della parte dedicata ai "Rapporti Economici" (il titolo III della Carta Costituzionale) e , sopratutto, per la fase di studio preliminare dell'articolo 116 che riconosce il "regionalismo differenziato" e la figura delle Regioni a Statuto Speciale. Allo studio della nascitura Costituzione contribuì assieme ad altri grandi economisti italiani del calibro di Antonio Pesenti e Giovanni Demaria. Paolo RiccaSalerno condivise però studi e grande amicizia con il futuro Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che si era formato alla scuola di Giuseppe RiccaSalerno e che, alcune leggende metropolitane, vogliono spesso in visita privatissima ad Acquedolci ospite dell'amico Paolo con il quale amava consultare gli antichi volumi della famosa biblioteca.
-L'approfondimento-
Autonomia e "riparazionismo": Paolo RiccaSalerno teorizza, con 60 anni di anticipo, il "federalismo fiscale" del quale oggi tanto si discorre.
Fu indifferente alla cultura corporativista del fascismo (che non apprezzava) e sostenitore della teoria dell' "Autosufficienza" assieme a Finocchiaro Aprile. RiccaSalerno è tra i primi e più autorevoli studiosi della Scienza delle Finanze a teorizzare quella che noi oggi conosciamo con il termine "devolution" o, meglio, fu tra i maggiori studiosi dei risvolti federalistici in materia di economia finanziaria. "L'ordinamento corporativo in italia-scrive l'illustre economista nel 1935 -non potrà mai funzionare a lungo, perchè subordinando gli interessi dei singoli a quello superiore della Nazione,tende a comporre ad unità tutte le classi e i gruppi sociali. Lo Stato non tollera distinzioni che possano condurre gli individui a vivere in aperto e continuo contrasto al di fuori dei vincoli da cui sono uniti nella collettività nazionale. La Nazione italiana è un organismo avente vita, fini, mezzi di azione superiori, per potenza e durata, a quella degli individui divisi o raggruppati che la compongono". Sostenitore del filone "riparazionista",tesi di stampo indipendentista che invocava un intervento centralista a beneficio della Sicilia con la finalità di "riparare" alcune ingiustizie perpetratesi durante l'Unità d'Italia; sostenne idee vicine al federalismo fiscale nell'ottica perequativa a beneficio delle aree più deboli del territorio.
Autonomia e "riparazionismo": Paolo RiccaSalerno teorizza, con 60 anni di anticipo, il "federalismo fiscale" del quale oggi tanto si discorre.
Fu indifferente alla cultura corporativista del fascismo (che non apprezzava) e sostenitore della teoria dell' "Autosufficienza" assieme a Finocchiaro Aprile. RiccaSalerno è tra i primi e più autorevoli studiosi della Scienza delle Finanze a teorizzare quella che noi oggi conosciamo con il termine "devolution" o, meglio, fu tra i maggiori studiosi dei risvolti federalistici in materia di economia finanziaria. "L'ordinamento corporativo in italia-scrive l'illustre economista nel 1935 -non potrà mai funzionare a lungo, perchè subordinando gli interessi dei singoli a quello superiore della Nazione,tende a comporre ad unità tutte le classi e i gruppi sociali. Lo Stato non tollera distinzioni che possano condurre gli individui a vivere in aperto e continuo contrasto al di fuori dei vincoli da cui sono uniti nella collettività nazionale. La Nazione italiana è un organismo avente vita, fini, mezzi di azione superiori, per potenza e durata, a quella degli individui divisi o raggruppati che la compongono". Sostenitore del filone "riparazionista",tesi di stampo indipendentista che invocava un intervento centralista a beneficio della Sicilia con la finalità di "riparare" alcune ingiustizie perpetratesi durante l'Unità d'Italia; sostenne idee vicine al federalismo fiscale nell'ottica perequativa a beneficio delle aree più deboli del territorio.
Nel 1940 scrive che "per potercela fare serve una economia disciplinata, potenziata e armonizzata, in vista sopra tutto di una utilità collettiva" (cit.La tradizione italiana e i compiti odierni nella scienza delle finanze - Padova 1939 ). Federalismo, riparazionismo e autosussistenza sono teorie che RiccaSalerno pone alla base dei propri studi per elaborare conclusioni che oggi, a quasi settant'anni dalla sua morte, sono ancora oggetto del dibattito politico italiano. Il concetto di Autonomia fiscale e istituzionale è per il RiccaSalerno lo strumento indispensabile per consentire agli Enti Locali di poter gestire meglio e direttamente le risorse a beneficio dei cittadini. Avendo seguito l'evoluzione della Grande Depressione del '29 ed avendo conosciuto personalmente l'economista Maynard Keynes che fu teorico del New Deal Americano, RiccaSalerno aveva teorizzato la necessità di un rilancio industriale della Sicilia. L'illustre docente appare in quest'ottica come una figura chiave nell'immediato dopoguerra. Consapevole dell'arretratezza economica siciliana, aveva posto alla base della propria costruzione teorica lo Sviluppo in chiave industriale. Se è vero che senza l'economia anche il concetto di autonomia entra velocemente in crisi rimanendo schiacciato dall'arretratezza e dalla dipendenza economica che opprime sviluppo e libertà, va presupposto che, per RiccaSalerno, sarebbe necessario che l'economia andasse costruita o meglio "fertilizzata" attraverso l'impresa ed il risparmio. Da più parti ostacolato, sopratutto da quanti erano scettici nell'immaginare in Sicilia uno sviluppo agricolo su scala industriale, RiccaSalerno non venne compreso immediatamente neppure dai suoi colleghi cattedratici, nonostante avesse individuato la vera carta vincente dello sviluppo siciliano: creare le condizioni economiche per il rilancio dell' industria dell'Isola nel settore agricolo (fonte: Anna LiDonni). Economia ed Autonomia sono i due pilastri sui quali si impianta l'intera costruzione teorica dell' illustre docente, una tra le figure di spicco dell'Autonomismo siciliano e tra gli autori dello stesso Statuto Regionale Siciliano emanato dal Re Umberto II il 15 maggio 1946.
Tra le sue maggiori opere scientifiche meritano di essere ricordati: I costi associati nell'odierna organizzazione dell'impresa (Palermo, 1927) e il volume Studi sulla teoria delle tasse ( Palermo, 1928).Altre opere sono: Il risparmio nel sistema tributario (Palermo, 1928); La finanza come problema di scienza (Messina, 1932) ; Contributo alla teoria economica della finanza (Milano, 1936) e La tradizione italiana e i compiti odierni nella scienza delle finanze (Padova 1939) dove teorizza l’importanza del federalismo ed il miglioramento delle condizioni sociali derivante dall’autonomia di governo. Favorevole all’Autonomia di governo delle popolazioni, può essere considerato come il primo teorico dell’Autonomia di Acquedolci, per la quale aveva espresso un parere chiaramente favorevole circa l'opportunità nel segno dello sviluppo della comunità. Il professore si spense improvvisamente il 18 luglio 1951 nella sua casa di Acquedolci. Presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, un’aula porta oggi il Suo nome. Ad Acquedolci,dove l'illustre docente è sepolto assieme al padre nel monumento di famiglia, il corso principale del paese porta il nome di questo grandissimo concittadino. "Mai è occorso d’incontrare una tempra altrettanto aristocratica di scienziato e una coscienza morale altrettanto integra" ebbe a dire il prof. Lauro Chiazzese durante la commemorazione svoltasi a Palermo in suo onore.
Per maggiori approfondimenti:
Anna Lidonni-"Paolo RiccaSalerno nelle istituzioni Siciliane" (Saggi/Essays)
Anna Lidonni-"Paolo RiccaSalerno nelle istituzioni Siciliane" (Saggi/Essays)
Immagine del prof. RiccaSalerno: Si ringrazia Innocenzio Cajola
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