ACQUEDOLCI: 9 luglio 1922-9 luglio 2015. 93 anni fa la legge che dava il via allo spostamento dell'intera San Fratello.
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"PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE.."
93 anni fa Vittorio Emanuele III,Re d'Italia, promulgava la legge 9 luglio 1922 n° 1045.
Nasceva in questo modo, nei pressi dell'antico Borgo della Vecchia Marina, la moderna Acquedolci, la "Marina Nuova" col suo Piano Regolatore che è uno dei primi e più interessanti interventi urbanistici dell'Italia Post-Unitaria. Per i nuovi "cittadini" si era progettato un paese all'avanguardia, pieno di verde pubblico, pachi e strutture civili. Ma la vera opera d'arte del paese è nascosta e si trova sotto terra: si tratta della moderna rete idrica e fognaria. Ad Acquedolci,con netto anticipo rispetto alla realtà siciliana dell'epoca, case e plessi popolari da consegnare agli sfollati vennero dotati di bagni e cortili interni. La popolazione venne suddivisa in 5 categorie dai ceti più alti ai più umili,a tutti gli sfollati che vivevano in migliaia all'interno di tende e baracche, venne assegnato un lotto di terreno edificabile. Per la costruzione delle opere pubbliche, le ditte appaltanti cominciarono ad assumere manodopera locale affinchè l'economia si rimettesse in moto. Stanziamenti record e lavori ultimati entro pochissimi anni dal disastro che l'8 gennaio del 1922 aveva distrutto i tre quarti dell'antico paese collinare di san Fratello e lasciato in mezzo alla strada circa 9 mila sfollati. Nel 1925 la posa della prima pietra della Chiesa Madre dell'Assunta, nel 1926 il Palazzo del Comune era già ultimato. Entro il 1930 terminati il Cimitero e le Scuole Elementari. Per tutti i disastrati la speranza di un futuro più sereno e prospero. Annota lo storico Benedetto Rubino: "A chi ha qualche nozione di storia non può sfuggire l'importanza di una Chiesa, di un Campanile, come primo nucleo di un centro abitato...".
Ma la nascita di Acquedolci non fu semplice .
Dopo la morte prematura del Di Giorgio, nel 1932, il dinamismo dei lavori rallenta ed il Piano Acquedolci comincia a naufragare.
Invidie, contrapposizioni politiche e storiche spaccature interne alla società civile sanfratellana, crearono un ostacolo non indifferente per lo spostamento dell'intero paese. Si trasferirono circa 800 famiglie in appena 10 anni, e nel 1931 la popolazione di Acquedolci raggiunse i 3500 abitanti, che in prevalenza parlavano il dialetto galloitalico e facevano fatica a ripartire dal nulla, a comprendere i forestieri ed a ricostruire una nuova identità. Alcuni nuclei familiari sanfratellani si spostarono in massa e scomparvero da San Fratello paese, altri si divisero. Chi andava via voleva ricostruirsi un futuro dopo il disastro che aveva privato di ogni bene materiale e affettivo, ma veniva spesso deriso e offeso. Nonostante gli ammonimenti circa la pericolosità di una ricostruzione in collina, a San Fratello migliaia di persone erano contrarie e la popolazione continuava a dividersi tra chi decideva di andare via e chi sceglieva di rimanere e auspicava la ricostruzione di opere pubbliche doppione ai danni dell'imponente delocalizzazione avviata in riva al mare. Per chi rimaneva, Acquedolci era un grave gesto di abbandono della terra dei padri, andare a vivere in riva al mare una "follia" e non tardarono a diffondersi voci infondate sulle presunte condizioni malariche del sito individuato per la delocalizzazione. Tanti vennero distolti e scoraggiati rispetto all'idea di andare a vivere nel nuovo paese. In realtà, Acquedolci, avrebbe potuto costituire davvero un'occasione di sviluppo unica per l'intera realtà sanfratellana ancora economicamente arretrata .
La legge fu approvata a 7 mesi esatti dal disastro.
lo stanziamento delle somme fu un record. I primi lavori partirono a fine 1922. Tutto venne progettato nei minimi particolari.
La Legge 9 luglio 1922 n.1045
" VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA
IL SENATO E LA CAMERA DEI DEPUTATI HANNO APPROVATO;
NOI ABBIAMO SANZIONATO E PROMULGHIAMO QUANTO SEGUE:
ART. 1.
È AUTORIZZATA NEL BILANCIO DEL MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI LA SPESA
DI L. 6.000.000 PER PROVVEDERE A CARICO DELLO STATO, NEL COMUNE DI SAN
FRATELLO, IN PROVINCIA DI MESSINA, IN DIPENDENZA DELLA FRANA DEL
GENNAIO 1922; [...] "
(nell'immagine:Vittorio Emanuele III Re D'Italia)
Inizia con questo preambolo la legge che segna ufficialmente la nascita della moderna Acquedolci. 93 anni fa il Piano di Delocalizzazione prevedeva l'immediata costruzione di 4 plessi di alloggi popolari a sud est rispetto alla strada statale. Altri plessi furono individuati a nord ovest, nelle vicinanze delle Scuole Elementari e verranno completati a fine anni '20. Il Progetto,uno stanziamento di 6 milioni di lire dell'epoca, venne però in larga misura non realizzato a causa di numerosi ostacoli burocratici,della variazione dei costi delle materie prime, della pesante polemica interna che negli anni '20 e '30 animò il dibattito nella società civile sanfratellana che piuttosto che ritrovarsi unita, fini col lacerarsi dopo secoli di contrapposizioni politiche e religiose.
Nel frattempo ad Acquedolci era già stata progettata la realizzazione di un sistema idrico e fognario di altissimo livello, la costruzione di un Cimitero e di edifici pubblici monumentali come la Chiesa Madre in stile classico ed il Palazzo del Comune in stile tardo rinascimentale, con la sua caratteristica loggia centrale.
(nell'immagine il monumentale Palazzo del Comune con la fontana in una antica cartolina)
Già a fine anni '30 si immaginava l'assetto futuro di un paese che nelle intenzioni originarie sarebbe dovuto essere ben organizzato e moderno. Secondo alcuni se tutte le opere progettate fossero andate in porto Acquedolci sarebbe stata oggi una moderna città tra le più importanti della costa anche sotto il profilo burocratico.
Per l'edificazione del nuovo paese architetti e ingegneri di prestigio..ma anche modelli urbanistici dell'Antica Roma.
Acquedolci "pensata in grande"..
Il nuovo abitato di San Fratello, oltre ad un enorme numero di popolazione umile ed appartenente al ceto medio, avrebbe dovuto dare una nuova casa a residenti di tutto rispetto, appartenenti alla piccola e grande borghesia locale. San Fratello, patria di importanti politici, eroici militari e apprezzati sacerdoti, al momento della frana era al culmine della propria storia e della propria ricchezza, qualcuno annota che si trattasse di uno dei centri più ricchi e potenti della sicilia di inizio secolo. Il paese da ricostruire era, però, anche e sopratutto il paese del Ministro della Guerra dell'epoca, il generale Di Giorgio e di altri illustri militari come i generali Ricca e Artale. Per il nuovo centro si immaginò un intero stanziamento militare pronto per la battaglia e l'assetto urbano venne pensato e progettato sulla falsa riga di un "Castrum Romano" (si veda in proposito il testo scientifico"CITTA' GIARDINO-il Piano Acquedolci,di Piaerpaolo Faranda.ed.Quanat) con assi viari paralleli che si intersecano in corrispondenza delle grandi piazze. Lo schema generale è organizzato attorno a strade principali (cardi -asse nord/sud- e decumani -asse est/ovest), che si incontrano al centro della città dove si trovano le piazze.
(nell'immagine scattata da Paolo Carlozzo: veduta aerea di Acquedolci oggi- con il centro storico e le pinete del Parco Urbano. Si distinguono il Palazzo del Comune e Piazza Vittorio Emanuele III con la fontana, La Chiesa Madre Santa Maria Assunta e la grandissima Piazza Duomo, l'Asilo Infantile Città di Palermo e la Piazza del Monumento ai Caduti. Allineate perfettamente le strade dei quartieri Municipio e Chiesa, a sud, Mercato a nord )
Il nuovo abitato ,in pochi anni, si arricchì di bellissimi palazzi pubblici e privati, opera di ingegneri e architetti rinomati come Giovanni Giordano che progettò la Chiesa ed il Palazzo del Comune e Salvatore Caronia Roberti che progettò l'Asilo Infantile Città di Palermo. Alessandro Giunta e Vincenzo Perrucchetti realizzarono invece i progetti per le eleganti palazzine del centro storico. Tra i progettisti più "gettonati" nei primi 30 anni di storia del nuovo paese anche l'ingegnere sanfratellano Cirino Scaglione, che divenne in seguito sindaco di San Fratello durante le fasi finali della Guerra Mondiale e venne riconfermato due volte grazie all'elettorato acquedolcese che lo votò in massa nel '52 e nel '55.
(nell'immagine scattata da Paolo Carlozzo: veduta aerea di Acquedolci oggi- con il centro storico e le pinete del Parco Urbano. Si distinguono il Palazzo del Comune e Piazza Vittorio Emanuele III con la fontana, La Chiesa Madre Santa Maria Assunta e la grandissima Piazza Duomo, l'Asilo Infantile Città di Palermo e la Piazza del Monumento ai Caduti. Allineate perfettamente le strade dei quartieri Municipio e Chiesa, a sud, Mercato a nord )

Il nuovo abitato ,in pochi anni, si arricchì di bellissimi palazzi pubblici e privati, opera di ingegneri e architetti rinomati come Giovanni Giordano che progettò la Chiesa ed il Palazzo del Comune e Salvatore Caronia Roberti che progettò l'Asilo Infantile Città di Palermo. Alessandro Giunta e Vincenzo Perrucchetti realizzarono invece i progetti per le eleganti palazzine del centro storico. Tra i progettisti più "gettonati" nei primi 30 anni di storia del nuovo paese anche l'ingegnere sanfratellano Cirino Scaglione, che divenne in seguito sindaco di San Fratello durante le fasi finali della Guerra Mondiale e venne riconfermato due volte grazie all'elettorato acquedolcese che lo votò in massa nel '52 e nel '55.
(nell'immagine: Salvatore Caronia Roberti, assistente di Ernesto Basile per diversi anni prima di ottenere nel 1937 la cattedra di Architettura Tecnica presso l’Università di Palermo)
Le previsioni...
La nuova cittadina che avrebbe probabilmente assunto il nome di Acquedolci di San Fratello, secondo le stime iniziali, entro l'anno 2000 avrebbe dovuto contare circa 20 mila residenti. Il paese, uno dei più sviluppati della costa tirrenica, avrebbe dovuto beneficiare della costruzione di una moderna Stazione Ferroviaria collegata al paese da una monumentale scalinata che avrebbe immesso il visitatore nel Corso Mazzini. Sarebbe dovuto sorgere un Ospedale e probabilmente la Pretura e la Caserma dei Carabinieri e , ancora,un Edificio Scolastico delle Scuole Medie, un Mercato stabile, giardini pubblici alle spalle della Chiesa Madre e del Municipio. Nel progetto originario sembrano essere stati tracciati monumenti, previsti viali alberati ed un enorme Parco Urbano nel centro cittadino.
Ma come spesso accade in Italia, anche le opere più imponenti si bloccano ed i grandi progetti rimangono sulla carta, vittime di gelosie, interessi privati e speculazioni indecenti che si sono spinte negli anni fino al punto da danneggiare anche la più "pianificata" e utopica opera di pianificazione e ricostruzione che la storia del nostro territorio ricordi.
(nell'immagine di Alfredo Marino: veduta aerea di Acquedolci )
(E.C)
Ridate l'anima festeggiante alla bella vasca dallo zampillare ricadente ad ombrello, ad i suoi delfini che dal loro musetto appuntito sgorgavano acqua perennemente. Verrà quel giorno in cui mi rallegrerò perché tutto funzionerà a dovere?
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