Angelino Alfano:Luci e ombre in una inchiesta de L'Espresso
Nell'articolo compare il nome del sindaco di Acquedolci che ha ricevuto in passato incarichi di consulente del Comune di Agrigento quando era sindaco Aldo Piazza, uomo di fiducia dell'attuale ministro che "Con la moglie-si legge- ha avviato anche uno studio legale associato insieme a Cirino Gallo, attuale sindaco di Acquedolci."
fonte: IL TEMPO.it del 17 aprile 2015 - rubrica politica - articolo di Luca Rocca
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(nell'immagine risalente a qualche anno fa: Angelino Alfano e Ciro Gallo giocano a tennis ad Acquedolci)
La moglie e l’amico, gli incarichi e l’influente rete di amicizie, la carriera e le ombre. Intorno al nome di Angelino Alfano, ministro dell’Interno, nominalmente di centrodestra ma in realtà puntello fisso della maggioranza di sinistra, si è scatenata una nuova bufera, dopo le molte schivate in questi ultimi anni che gli hanno però lasciato addosso più di un fastidioso alone. Questa volta a rischiare di affondare l’inquilino del Viminale è come riporta L’Espresso una tegola sull’avvocato Tiziana Miceli, consorte di Alfano, e su un potente amico del ministro, Andrea Gemma. Vecchie consulenze con enti pubblici, nuovi incarichi, compensi garantiti. Insomma, un quadro di quelli che rendono ardua la difesa del titolare degli Interni. Nell’elenco dei lavori finiti nelle mani dell’avvocato Miceli, ad esempio, ce n’è uno affidatogli dall’assessorato alla Sanità della Regione Sicilia, poi un altro proveniente dal Comune siciliano di Casteltermini (Agrigento), ancora una terza consulenza proveniente da un’azienda ospedaliera di Palermo, una quarta dell’Istituto autonomo Case popolari di Palermo. La consorte del ministro, nel 2006, ha avuto un incarico anche da parte della provincia di Agrigento negli anni in cui a presiederla c’era Vincenzo Fontana, attuale Consigliere regionale dell’Ncd. L’avvocato Miceli attualmente è titolare di uno studio romano, la “RM associati”, situato a piazza Navona, nel centro di Roma. E anche nella Capitale i suoi affari sembrano navigare in buone acque. Nel 2010, come si evince dalla dichiarazione dei redditi di quell’anno, il guadagno è stato di 229mila euro. Ma dal CURRICULUM professionale della moglie di Angelino salta fuori anche altro. E questa volta non occorre andare indietro nel tempo. In pochi mesi, infatti, tra la fine del 2014 e l’inizio di quest’anno, la Miceli ha ottenuto dalla Consap, che è la Spa concessionaria dei servizi assicurativi pubblici, interamente partecipata dal ministero dell’Economia e presieduta da Mauro Masi, ex direttore generale della Rai, ben cinque consulenze, i cui importi, lo si legge negli atti ufficiali, “saranno quantificati all’esito delle attività”. Dunque, quanto incasserà la moglie di Angelino, lo sapremo solo fra qualche tempo. Ma, come detto, nella cerchia di amici potenti del ministro c’è anche Andrea Gemma, avvocato romano ma siciliano di nascita e professore universitario. Quando poco tempo fa, il super dirigente del ministero dei Lavori pubblici, Ettore Incalza, è finito in carcere, con lui è stato arrestato anche Francesco Cavallo, un imprenditore intercettato al telefono proprio con Gemma, il quale gli si rivolgeva in questi termini: «Ho sempre trovato in te un atteggiamento di grande benevolenza, simpatia e disponibilità nei miei confronti». Tra i fedelissimi di Angelino ci sono poi i fratelli Renato e Angelo Clarizia. Il primo, ordinario di diritto privato all’Università Roma Tre, nel 2011, da presidente della Banca commerciale della Repubblica[ di San Marino, sceglie come Commissario straordinario dello stesso istituto il papà di Gemma, Sergio, poi dimessosi per uno scandalo finanziario. A Roma Tre, tra l’altro, Gemma diventa ricercatore nel 2003, e nel 2013 gli viene assegnata la cattedra da associato in diritto privato. Segretario di Commissione d’esame è proprio Clarizia. Al bando partecipa una sola persona, proprio l’amico di vecchia data di Angelino. Andrea Gemma è inoltre vicinissimo ad Angelo Clarizia, un legale nel cui studio, secondo l’Espresso, ha lavorato la moglie del ministro dell’Interno. C’è dell’altro. I due fedelissimi del ministro, Angelo Clarizia e Gemma, poco tempo hanno fatto fronte comune vincendo una gara per i servizi legali all’Expo. Valore: 630mila euro. Il legame fra Angelino, Andrea e Angelo sono così stretti che quando Gemma, legale dell’Ncd, non ha il tempo per difendere il partito del ministro dell’Interno, il suo posto lo prende proprio l’avvocato Clarizia. Non solo. Quando Alfano diventa ministro della Giustizia, chiama Gemma al dicastero come “soggetto attuatore giuridico del Piano carceri”. Lo stesso anno il ministro Paolo Romani lo vuole Commissario straordinario di una Valtur ormai in crisi. E quell’anno, ad agosto, Alfano trascorre le vacanze in Grecia proprio in un villaggio di quell’azienda, con uno sconto di 3.500 euro. Tutto nella norma, spiegherà il suo avvocato, trattasi di uno sconto previsto o concesso a personaggi pubblici. Andrea Gemma siede anche nel Cda dell’Eni, con un compenso di 80mila euro lordi l’anno. Più bonus, che l’anno scorso è stato di 50mila euro. Le «amicizie particolari» di Angelino non sono una novità. Con la moglie ha avviato anche uno studio legale associato insieme a Cirino Gallo, attuale sindaco di Acquedolci, nel messinese. E Gallo è stato consulente del Comune di Agrigento, nell’epoca in cui primo cittadino era Aldo Piazza, pupillo proprio di Angelino. Il nome dell’attuale ministro dell’Interno, in passato, ha fatto capolino anche in vicende non proprio entusiasmanti. Un pentito di mafia, Ignazio Gagliardo, riportando alcune chiacchierate di mafiosi in carcere, disse che il padre di Angelino avrebbe chiesto voti per il figlio anche a Cosa Nostra. Affermazioni rimaste lettera morta e senza strascichi giudiziari. Nel 2006, invece, una “sua” candidata alla Regione Sicilia, Laura Brancato, direttrice del carcere Pagliarelli di Palermo, rimane invischiata in un’inchiesta per truffa, falso e peculato. Condannata in appello, la sentenza è stata sospesa dalla Cassazione che ha ordinato un nuovo processo. Amico o no, Angelino qualche contatto l’ha avuto anche con Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, don Vito, imputato per calunnia. La circostanza risulta anche dalle carte del processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Alfano avrebbe anche viaggiato, probabilmente ignaro di tutto, su un elicottero che, secondo i pm, sarebbe riconducibile proprio a Massimino, il quale ha raccontato di due viaggi di Angelino con la consorte nell’estate del 2004. Destinazione Panarea.
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