GIORNATA della MEMORIA: 70° anniversario dall'apertura dei cancelli di Auschwitz.

di Acquedolci Politica
70 anni fa l'esercito dell'Armata Rossa entrava nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.
I militari  russi si trovarono innanzi una  emergenza umanitaria e gli ultimi superstiti della follia che i nazisti avevano denominato "Soluzione Finale".
Le vittime della "Tempesta devastante"della follia nazista.                                  
«Tempesta devastante» (locuzione riconducibile alle Sacre Scritture,Isaia 47,11)è la traduzione del termine  ebraico Shoah. Con  questa parola si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale. Fra il 1939 e il 1945 oltre 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich con l’obiettivo folle di creare un mondo  più ‘puro’ e ‘pulito’. Nella Shoah persero la  vita anche zingari, omosessuali, disabili ed almeno centomila bambini.Le vittime  italiane  furono ottomila.
Uno studio choc rivela:le vittime furono tra i 15 e i 20milioni.
 
La ricerca è anticipata dal quotidiano inglese The Independent e verrà pubblicata tra qualche anno. Si vuole far luce su alcune delle pagine più macabre della storia. Di tante  persone  non risulta più neppure che siano mai esistite. L'approfondimento pubblicato dal  quotidiano "Il Giornale" divulga le prime  indiscrezioni sulle ricerche storiche avviate in questi anni Museo dell'Olocausto di Washington.  I morti non sarebbero stati sei milioni, come  fino ad oggi sostenuto, ma molti di più: "da 15 a 20 milioni" uccisi nelle oltre 42mila strutture tra campi tedeschi e quelli creati da "regimi fantoccio europei, dalla Francia alla Romania".
Considerando oltre ai "classici" campi di concentramento, anche gli impianti dove si producevano scorte militari, i ghetti, i campi di prigionia, i bordelli per i soldati tedeschi, le "case di cura" e le strutture in cui le donne ebree erano costrette ad abortire, ecc. vengono fuori cifre da capogiro: solo a Berlino si contano 3mila campi e ghetti. (fonte: Il Giornale)

dal film BAND OF BROTHERS - La scoperta del campo di concentramento di Landsberg

 https://www.youtube.com/watch?v=KFDri9UWpok

Commenti

  1. Oggi Acquedolci festeggia giubilo e mestizia, due date da ricordare: la prima, per la ritardata festa dell’autonomia Comunale; la seconda, per non dimenticare le atrocità naziste nei campi di concentramento di Auschwitz, Belsen, Dachau ecc..
    Non si può essere festaioli giubilanti e afflitti nello stesso momento, è una contradizione dell’essere e non essere. Acquedolci non merita questo binomio, i festeggiamenti esultanti l’Autonomia Comunale sono da farsi nel giorno ricorrente.

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  2. 26 gennaio 2015
    L’eccidio della famiglia Einstein a Rignano sull’Arno: l’odio nazista anche sui non ebrei

    di Salvatore Emanuele

    Il prossimo 27 ci accingiamo a ricordare i «Sacrificati» dei campi di sterminio nazisti. Ebbene, io credo altresì che si devono ricordare anche coloro che pur non essendo stati deportati furono privati della loro innocente vita dalle orde naziste.
    E sento l’obbligo morale di rievocare il barbaro eccidio avvenuto per mano di un gruppo di guerrieri della Germania Nazista il 3 agosto 1944 nella villa — Il Focardo — nel Comune di Rignano Sull’Arno (FI).
    PER NON DIMENTICARE
    LA SHOAH e non solo.
    Nel “GIORNO DELLA MEMORIA” è bene ricordare, com’è giusto che sia, i martiri dell’Olocausto, di tutti i deportati ad Auschwitz − Birkenau − Bergen − Belsen − Buchenwald − Dachau − Mauthausen ecc. I campi di sterminio di una razza, inventati dalla «lucida» follia del dittatore tedesco, A. Hitler.
    Ricordiamoli tutti questi martiri dei campi sopraddetti, ma è doveroso ricordare anche i martirizzati che di ebreo non avevano nulla se non la parentela con un uomo oltremodo famoso premio nobel per la fisica, Albert Einstein.
    In Italia le armate del Wehrmacht in rotta, non smisero di compiere atrocità funeste. Nel giorno della Memoria, voglio ricordare la strage di «Villa il Focardo» nella quale ebbe luogo l’eccidio della famiglia Einstein: la 18enne Ciccì e la 27enne Luce insieme alla loro madre Nina Mazzetti che di anni ne contava 56: figlie e moglie dell’ingegnere Robert Einstein che avvisato in tempo si era rifugiato nei boschi del contado.
    Io, da partigiano combattente, avevo avuto occasione di conoscere le sorelle Ciccì e Luce Einstein, per avermele presentate il delegato del C.T.L.N, Gino Manneschi, medico condotto di Troghi, e mai potrò dimenticare l’accomiatamento dopo esserci conosciuti e a lungo parlato. Con il mio amico, partigiano che mi affiancava augurammo loro “Buona fortuna !”; anche a voi, fu la loro risposta.
    Noi l’avemmo, loro no.

    La funesta ira tedesca si svolse il 3 agosto 1944. Il tutto avvenne all’improvviso. Le armate tedesche erano in rotta, non si poteva presagire un tale evento. Le soldataglie arrivarono alla Villa in sul far della sera, dopo essersi impossessati dei locali si misero a gozzovigliare, cantando e strinpellando note sulla tastiera del pianoforte di Robert.

    Sorgeva il sole, la marmaglia tedesca che comprendeva anche degli Schutzstaffel si accingeva a partire.
    Il sole s’era affacciato e alzato sopra la Croce di Pratomagno il crinale del monte
    Secchieta. S’udiron forti voci esagitate urlanti, principalmente femminili e piene di terrore che passavan dalla bocca di uno all’orecchio dell’altro, via via diffondendosi rapidamente tutt’intorno: “I tedeschi hanno ammazzato Cicci e Luce !!!…” .

    La tremenda notizia urlata di bocca in bocca, nell’udirla, provocava in tutti grande risentimento per quella che fu definita “L’ULTIMA VIGLIACCATA DEGLI HITLERIANI NEL TERRITORIO TROGHIGIANO”.

    I componenti il gruppo assassino, adunate le tre donne nel salotto e mettendole in fila l’una accanto all’altra, le guardarono con occhio truce sfavillante odio.
    Due dei «crucchi» imbracciarono le loro mitragliatrici MP40 e fecero fuoco sulle inermi tre donne che caddero a terra nel loro, rosso lago, di sangue.
    La mostruosità degli atti di questa gente incarnante il satanismo più obbrobrioso che il modo conosca non può essere dimenticato. No!
    Il mio disagio spirituale per l’eccidio fu grande, tanto che a ricordarlo ancor oggi, provo una stretta al cuore.
    Ora, poiché martiri non sono stati soltanto i deportati, i sacrificati nelle camere a gas o comunque ammazzati, sia che lo siano stati per patimenti o per uccisione violenta; sempre sacrificio è !

    Cuori e mani pietose dei contadini, del viciniore, composero in grezze casse di legno i corpi trucidati di Luce, di Ciccì, della loro mamma Nina Mazzetti e con delle carrette le portarono all’ultima dimora, nel piccolo cimitero troghigiano della Badiuzza.

    Salvatore Emanuele – Firenze

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    1. Grazie, Salvatore Emanuele, per questi tuoi contributi. Tentiamo di non farci distrarre da iniziative non pertinenti con la drammaticità della ricorrenza e assieme cerchiamo di meditare "..che questo è stato.".
      Questa sera ricordiamoci soprattutto degli oltre 8 mila italiani morti durante il genocidio.
      Shalom.
      Enrico.

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