ACQUEDOLCI:bufera all'interno dell'Associazione dei Commercianti. Alcuni soci chiedono le dimissioni del Presidente. Battista:"non intendo dimettermi".

Alcuni commercianti di Acquedolci, avrebbero chiesto nelle scorse ore le dimissioni  del  Presidente dell'Associazione signor  Armando Battista.
(di Enrico Caiola
Fonte:  Presidente dell'AssComm-Acquedolci "il Moro"
Giornale  di  Sicilia mercoledì 16 luglio 2014
GLpress del  15 luglio  2014)

I commercianti avrebbero  sollevano l'incompatibilità tra il  ruolo di Presidente dell'associazione rappresentante  della categoria  e la recente implicazione in  una  triste  vicenda di  usura che  vede  coinvolto  proprio  il Presidente dell'associazione  titolare di un'attività  commerciale nei cui  locali  ha sede  legale  l'associazione stessa. 
Il  delitto  di  usura, oltre ad essere  una fattispecie di reato gravissima sotto il  profilo del diritto, è  anche  un fatto che solleva questioni  legate alla moralità con  risvolti negativi tra  l'opinione pubblica. La vicenda potrebbe gettare  un'ombra sulla credibilità dell' intera  Associazione, della quale fanno parte  artigiani e  commercianti  stimatissimi in paese.
A rendere nota  l'esistenza  di questa  richiesta  da parte  di alcuni consociati,  è lo stesso Presidente dell' AssComm Acquedolci ,che ha pubblicato sul profilo facebook  dell'AssCom un messaggio  di risposta in  qualità  di Presidente dei  commercianti alle  richieste di dimissioni che sarebbero state avanzate  :


"A seguito delle mie personali vicissitudini, che mi hanno visto coinvolto in un presunto caso di usura, qualcuno degli iscritti all'Associazione commercianti, di cui sono Presidente, avrebbe, (sottolineo avrebbe in quanto mi è stato riportato) avanzato l'ipotesi di mie dimissioni.

Li voglio portare a conoscenza che non intendo dimettermi, in quanto non ritengo ci siano motivazioni urgenti che lo richiedano ne tanto meno le condizioni per passare la mano.

Eventuali decisioni in merito verranno prese a Settembre in assemblea dei Soci.

Tuttavia se qualcuno nell'attesa si sentisse in qualche misura danneggiato, dallo stato di cose, a facoltà di presentare le proprie di dimissioni.
Il Presidente "


(nell'immagine  il  testo del messaggio  pubblicato sul  profilo facebook dell'Associazione)

Il fatto: 
La condanna ad un anno  e otto mesi in primo grado (pena sospesa) per aver praticato il reato di Usura.
Le vittime sono un altro commerciante e la  moglie  che hanno denunciato di aver subito pressioni e minacce dall’imputato. La coppia è stata sempre sostenuta  dalle  Forze dell'Ordine appartenenti all'Arma dei Carabinieri  di Acquedolci . Secondo il racconto  fornito ai Carabinieri che hanno indagato sulla vicenda, nell’arco di tre mesi il presunto usuraio avrebbe  quadruplicato il credito di 4900 euro vantato  sui  coniugi, richiedendo oltre 20 mila  euro.

Fonte: Giornale di Sicilia di mercoledì 16 luglio  2014
di  Nino Dragotto
Un anno e otto mesi, pena sospesa , è la condanna inflitta dai giudici si Patti ad un uomo di Acquedolci accusato di usura.


I giudici del Tribunale di Patti hanno ritenuto  colpevole Armando Battista, originario di  San Fratello ma residente da anni ad Acquedolci,  per il reato di usura  consumata ai danni di un  commerciante santagatese e della moglie . Nei confronti dell’uomo,  difeso dall’avvocato Salvatore Princiotta, i giudici hanno disposto la sospensione della pena.
Assolto, invece, dall’altra accusa   di tentata estorsione   con lo scopo di costringere il panettiere a vendere a terzi ed a prezzo irrisorio l’attività  commerciale per far fronte agli impegni di pagamento assunti con l’imputato.
Vittime presunte una giovane coppia di panificatori,  difesi dagli avvocati Giuseppe Mancuso ed Alessandro  Nespola, che nell’affrontare  delle spese  per  acquistare l’attività commerciale e nuovi macchinari ed arredi per  rinnovare il laboratorio,  ha avuto  difficoltà nel  chiedere un  prestito  agevolato alle banche ed è caduta  nella rete del  presunto  usuraio.
Secondo l’accusa nell’arco di tre mesi l’uomo avrebbe  quadruplicato il credito di 4900 euro vantato  sui  coniugi, richiedendo oltre 20 mila  euro.
 La vicenda risale alla primavera del  2009 quando il commerciante  che aveva in quel  periodo rilevato un panificio ad Acquedolci  da un  parente dell’imputato, si trovò  costretto ad affrontare difficoltà economiche per onorare i titoli consegnati al venditore.
Alcuni degli assegni in questione, secondo l’accusa, vennero girati dal venditore all’imputato che, dopo aver ricevuto la richiesta del  giovane panificatore di rinviare l’incasso per sopravvenute  difficoltà finanziarie, concedeva la dilazione. Ma avrebbe  iniziato a praticare tassi di interesse  ritenuti  troppo esosi e quindi illeciti.
Le pressioni dell’imputato, secondo il racconto  fornito dalle presunte  vittime ai carabinieri che indagarono sulla vicenda,  erano sempre più forti così come le minacce rivolte ad entrambi i coniugi per ottenere il  pagamento delle somme pretese.
Nell’ottobre del 2011 la coppia di panificatori denunciò  tutto ai  carabinieri di Acquedolci che avviarono le indagini.
Nel corso  del  procedimento venne disposto il  rinvio a giudizio di Armando  Battista.
I due commercianti si sono rivolti anche all’Acis  per avere conforto e sostegno  morale ed aiuto per le loro  difficoltà ed il presidente  dell’associazione antiracket commercianti imprenditori  santagatesi,Giuseppe Foti, ed il presidente della  Fai (federazione antiraket italiana) Giuseppe Sandurra, ascoltata l’intera storia, si sono attivati per  consentire alla sfortunata coppia di accedere al fondo di solidarietà per le vittime di  usura. 

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