Il professionista nel contratto col cliente deve mettere in chiaro, per esempio, che il pagamento sarà effettuato a mezzo di bonifico elettronico, addebito diretto, bonifico bancario o assegno.
Nel contratto con il cliente, il professionista deve specificare modalità certe e tracciabili di pagamento, mettendo in chiaro, per esempio, che “il pagamento dei compensi professionali sarà effettuato a mezzo di bonifico elettronico, addebito diretto, bonifico bancario od assegno”. Dunque, il POS non è l'unica forma di pagamento ammessa dalla legge.
Nel contratto con il cliente, il professionista deve specificare modalità certe e tracciabili di pagamento, mettendo in chiaro, per esempio, che “il pagamento dei compensi professionali sarà effettuato a mezzo di bonifico elettronico, addebito diretto, bonifico bancario od assegno”. Dunque, il POS non è l'unica forma di pagamento ammessa dalla legge.
Lo ha precisato il parere legale – CLICCA QUI – richiesto dal Consiglio Nazionale Architetti PPC per verificare se sussistono le condizioni giuridiche per ritenere obbligatorio per i professionisti accettare pagamenti effettuati con carte di debito a partire dal 30 giugno 2014.
La circolare del Consiglio nazionale architetti
“L'obbligo per tutti i professionisti di dotarsi di POS al 30 giugno 2014 è una ingiustificabile vessazione e, come chiarito nell'allegato parere legale, vengono soddisfatte le finalità di contrasto all'evasione ed all'elusione fiscale nel momento in cui vengono specificate, nel contratto con il cliente, modalità certe e tracciabili di pagamento”, si legge nella circolare n. 79/Prot. 1360 del 21 maggio 2014 del Cnappc (CLICCA QUI).
“Per questo – prosegue la circolare - il Consiglio Nazionale si assume la responsabilità, tenuto conto del parere allegato, di affermare che modalità certe di accettazione di pagamento, effettuate a mezzo di bonifico elettronico, addebito diretto, bonifico bancario od assegno, raggiungono comunque il fine di disincentivare l'uso del denaro contante ed i relativi costi”.
Proseguono le azioni legali
Il Cnappc “proseguirà comunque a coltivare le azioni legali già intraprese, sia con il ricorso dinanzi al TAR, sia alla Corte Costituzionale, sia con tutti gli altri mezzi previsti dall'ordinamento, come quello dinanzi all'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, per protesta contro una norma stupida ed iniqua, il cui fine non è la garanzia della tracciabilità dei pagamenti, ed il cui unico risultato sarà un introito per le aziende di produzione e affitto delle apparecchiature POS, valutabile in almeno mezzo miliardo di euro all'anno”.
"Fonte casaeclima.com"
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