(Nell’immagine: San Giuseppe
con Bambino benedicente. Questa
statua di scuola romana, giunse ad Acquedolci
nel dicembre del 1925 e ritrae il
santo giovanissimo con una veste in foglia d’oro.)
San Giuseppe è il patrono dell’antico Borgo di Acquedolci.
Per decenni la sua festa è stata la
festa principale del paese.
La comunità del Borgo prima
e del nuovo Paese in seguito, festeggia
da secoli il protettore dei lavoratori e dei lavoratori del legno.
La
festa si ripete due volte l’anno a poche settimane di distanza.
La seconda uscita, la Domenica successiva alla Fiera di maggio quest’ultima è appuntamento storico tra i più antichi di Sicilia e si svolge da secoli il 14 maggio.
La seconda uscita, la Domenica successiva alla Fiera di maggio quest’ultima è appuntamento storico tra i più antichi di Sicilia e si svolge da secoli il 14 maggio.
Anticamente
Acquedolci era un piccolo Borgo, abitato da poche centinaia
di persone, dove vivevano molti lavoratori dei campi alle dipendenze del
signore del Castello la cui torre
oggi distrutta venne
edificata a difesa della
costa. L’intero territorio venne
interessato da un’intensa coltivazione della Canna da zucchero sin dall’epoca
araba, ma fu oggetto di
colture sperimentali di agave sisalana. Acquedolci è stata
da sempre un territorio che ha attratto tantissimi lavoratori provenienti
da tutto il comprensorio e adibiti al lavoro
nelle fertilissime campagne.
Ad
Acquedolci nel 1911
nasceva una delle prime
“Società Operaie di Mutuo Soccorso” della Sicilia . Questo
fatto ci fa
comprendere bene che in
questa piccola comunità era
presente già ad inizio ‘900, una realtà organizzata di lavoratori che
si aiutavano reciprocamente in
caso di bisogno.
Ancora oggi la Società Operaia basa i propri scopo sociali su due fondamenta importantissime: il lavoro e
la mutua assistenza in
caso di indigenza. Il
socio riceve aiuto
dalla Società in
caso di bisogno e la sua famiglia
viene aiutata con
un assegno appena
il lavoratore muore.
Il
Culto di San
Giuseppe, artigiano e lavoratore
trovò terreno molto
fertile in questa
realtà di operai e contadini.
Intorno agli anni ’20 nasceva un
Sodalizio religioso,dedicato proprio al santo protettore dei lavoratori che è molto venerato in tutta la sicilia, ma che
ad Acquedolci (come nella vicina S.
Agata) viene riconosciuto con il titolo
di Patrono. Il “Pio Sodalizio San
Giuseppe” è una confraternita che
da oltre 90 anni ha la precisa finalità di organizzare la
festa del patrono e di occuparsi
della cerimonia funebre del socio defunto.
(nell’immagine: lo stemma argenteo del Pio Sodalizio di San Giuseppe
utilizzato dai “sodali”)
Documenti - a cura di Benedetto Rubino.
"[...] Ed ecco che si
ripara oggi all' inconveniente. Una nuova statua, il vero S. Giuseppe, arrivata
pochi giorni fa da Roma, si andò a prendere domenica dalla stazione
ferroviaria, e , dopo essere stata benedetta dal cappellano del luogo, sac. prof.
Valenti Giuseppe, fece il suo ingresso trionfale in paese, accompagnata dalla
musica locale e da una colonna numerosa di popolo. Indi, dopo aver fatto un
giro per le vie del nuovo abitato, la statua vien portata in chiesa, dove viene
impartita ai fedeli la benedizione, seguita fuori, per essere la chiesa troppo
piccola, non capace di comprendere tutta la popolazione, da un elevato discorso
del predetto sacerdote,che inneggiando alla nuova statua e al suo patronato
celeste, inneggia anche alla rinascita del paese, S.Fratello, e al Governo
Nazionale che la promuove, colla costruzione di nuove opere, quali la chiesa
prossima ad appaltarsi. Una sincera lode vada intanto al cappellano, sacerdote
Valenti,all'ex maresciallo dei carabinieri, Sig. Mancuso Benedetto,ai signori
Vasi Cirino,Galati Cirino,Spinnicchia Filadelfio ed altri, che col far parte
del comitato locale, hanno saputo darci, superando le ragioni di economia, un
S.Giuseppe autentico." (Benedetto Rubino -Giornale di Sicilia del 18
dicembre 1925/ Fonte: Pierpaolo Faranda "CITTA' - GIARDINO: il piano
Acquedolci "-documenti per servire la Storia di Acquedolci - p 116, doc.
n.38-)
Non
sappiamo bene cosa accadeva nei secoli
precedenti. Lo stesso Benedetto Rubino, storico locale, ci parla di un
culto molto antico nei confronti di un antico simulacro
di un santo
che per alcuni è San
Teodoro, per altri è San Pietro, secondo alcuni recenti studi rappresenta
iconograficamente san Giacomo. Questo simulacro risalente presumibilmente alla prima metà del ‘600, era oggetto di antica
e devota venerazione .
Acquedolci è posizionata lungo la via
Francigena
L’antica chiesetta di
san Giacomo è stata meta di pellegrinaggi giacobei
sin dall’anno 1000. Il simulacro era però custodito nella Chiesa del
Castello dedicata a San Giuseppe e Sant’Antonio. In questa antica chiesa oggi di proprietà del Comune, i
pellegrini e gli abitanti del borgo solevano recarsi in religioso raccoglimento in determinati periodi dell’anno:
il 19 marzo
La prima Domenica successiva alla Fiera di
Maggio
Il 13 giugno
Il 25 luglio
Prima di partire
per un viaggio
In caso di
calamità naturali.
Questa antica statua in legno, ritenuta miracolosa dai residenti del Borgo, era originariamente
priva del bambinello che venne adattato solo successivamente, a metà ottocento
(forse il putto proviene da un’antica
vara sanfratellana). Si pensò bene di “adeguare” l’immagine del santo
sconosciuto a San Giuseppe a causa della
forte somiglianza con l’iconografia del
patrono dei lavoratori venerato nel Borgo, pur sapendo che la
sostituzione sarebbe stata solamente “provvisoria” fino a quando non fosse
stata comperata la nuova statua di san Giuseppe, che raffigura un giovanissimo
san Giuseppe che reca tra le
braccia un Bambino benedicente, giunse alla Stazione di Acquedolci nel dicembre
del 1925, cioè prima che venisse costruita la Chiesa Madre. Il nuovo simulacro giunto da Roma e realizzato in gesso
e cartapesta, verrà custodito nell'antica chiesa del Castello per qualche anno
fino alla traslazione nel 1931, nella nuova Chiesa Madre edificata
successivamente alla frana di San Fratello e dedicata alla Beata Vergine
Assunta. Solo negli anni ’60 del XX secolo si provvederà a realizzare un
elegante altare in marmo collocato nella navata ovest della Chiesa Madre, prima
di allora San Giuseppe trovava
Collocazione nella navata Est in
un altare realizzato nell’anno 1931.
Dal Giornale di Sicilia del 18 dicembre del 1925- di Benedetto Rubino
"Per solennizzare la festa di San
Giuseppe, patrono del luogo,era stata qui presa ad in prestito una vecchia
statua di san Teodoro , che per avere una certa somiglianza col primo, aveva ben sostenuto finora ,
per ragioni di economia, le parti del Padre Putativo di Gesù. Intanto col
crescere della popolazione, per la venuta dei disastrati di San Fratello si è
sentito il bisogno di togliere la finzione, se finzione può chiamarsi, questa
di sostituire per ragioni di economia un santo ad un altro! [...]"
(Festa di maggio: folla di fedeli segue la processione lungo la via Palermo)
La festa del Compatrono di Acquedolci (il
patrono principale è San Benedetto il Moro da San Fratello) si svolge due volte l’anno con modalità differenti. Il 19
marzo, una volta giorno festivo in Italia, si
svolge la fiaccolata e la memoria
liturgica, la seconda
volta si fa
festa la Domenica
successiva alla Fiera
del 14 maggio, o terza Domenica
del mese.
Durante
questa “seconda uscita” si
svolgeva anticamente la Cavalcata
di
San Giuseppe, che rientrava all’interno di una serie di appuntamenti
tradizionali, legati alla cultura
contadina del territorio.
(nell’immagine la “Festa di Maggio” negli anni ’60)
La
fiera del Bestiame ed il Mercato delle Cose, il 14 Maggio, apre i
festeggiamenti per San Giuseppe.
La festa di maggio si svolge la Domenica successiva alla Fiera o
Terza Domenica del Mese e coincide con le
Prime Comunioni. In mattinata i bimbi
vestiti di bianco e con il tradizionale giglio in mano, vengono accompagnati in processione fino alla chiesa seguiti dalla banda. E’ una tradizione antichissima di
Acquedolci e sicuramente anche un momento
molto emozionante per
tutta la Comunità. Questa
tradizione si mantiene
intatta da circa
90 anni, cioè da
quando arrivò la nuova
statua di san
Giuseppe e si “tolse
la finzione” del santo
preso in prestito.
Nel pomeriggio si svolgono i
tradizionali festeggiamenti patronali
con la processione lungo le vie cittadine. Luminarie e alcune bancarelle lungo
la strada principale donano l’atmosfera
di festa all’intero paese. Una volta era questa la grande festa di Acquedolci. Ma a partire dagli anni ’50 del secolo scorso al
culto di San Giuseppe si affianca il culto per un altro
grande santo che è San Benedetto il Moro da San Fratello, santo che, a
causa delle note vicende storiche, delle
forti similitudini tra i paesi, anche gli acquedolcesi come i
sanfratellani,cominciano a sentire come
santo “concittadino” e festeggiano solennemente
come patrono principale del paese.
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