Accolto il ricorso del consigliere decaduto Giuseppe Salerno. La strategia per l'esclusione di un consigliere scomodo sembra naufragata. Danni economici enormi.
Ciro Gallo ha torto. Il Tribunale Amministrativo accoglie il ricorso del consigliere dichiarato decaduto.
Ciro Gallo ha torto. Il Tribunale Amministrativo accoglie il ricorso del consigliere dichiarato decaduto.
A 5 mesi dalle elezioni il tribunale amministrativo dichiara illegittimo il provvedimento emesso nel Dicembre 2014 dal dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Acquedolci.
Il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Acquedolci aveva intimato la sospensione dei lavori ed il ripristino dello stato dei luoghi relativamente alle opere eseguite dall’ex consigliere comunale Giuseppe Salerno nel terreno di sua proprietà in contrada Nicetta.
Per il Tribunale Amministrativo però non c’erano le ragioni di pubblico interesse concreto ed attuale tali da giustificare un intervento in autotutela dell’Ente.
La vicenda riguardava una presunta violazione della concessione edilizia nella realizzazione di un centro per lo svolgimento di attività di fruizione, valorizzazione delle tradizioni ippiche, vendita diretta dei prodotti tipici ed adozione di animali. Il provvedimento dell'UTC ha causato parecchi danni a chi stava creando sul territorio occasioni di lavoro e di sviluppo. Dal provvedimento di sospensione è scaturito un ricorso al TAR che sta alla base della dichiarazione di incompatibilità e conseguente allontanamento dal Consiglio Comunale del consigliere Giuseppe Salerno.
Proprio in virtù del ricorso presentato al TAR, Salerno incappò nella contestazione di incompatibilità con la carica di Consigliere Comunale, sollevata a quanto pare su indicazione del sindaco di Acquedolci. La successiva dichiarazione di decadenza dal civico consesso è stata votata lo scorso mese di Maggio non senza violazioni di Statuto, ed ha determinato perciò l'esclusione dal Consiglio del consigliere democraticamente eletto e la conseguente surroga all'interno del Gruppo di Maggioranza con la sig.ra Irene Damiano. Secondo il TAR di Catania, che avrebbe accolto anche diverse eccezioni sollevate dal Comune, non c’erano però le ragioni di pubblico interesse concreto ed attuale tali da giustificare un intervento in autotutela dell’Ente. Il Comune ha perciò perso la causa. Per difendere l'Ente il sindaco aveva nominato un legale costato alla Comunità migliaia di euro. La Terza Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania ha però annullato il provvedimento del dirigente e condannato il Comune al risarcimento al ricorrente di 1500 euro oltre alle spese di giudizio ed accessori.
Per il Tribunale Amministrativo però non c’erano le ragioni di pubblico interesse concreto ed attuale tali da giustificare un intervento in autotutela dell’Ente.
La vicenda riguardava una presunta violazione della concessione edilizia nella realizzazione di un centro per lo svolgimento di attività di fruizione, valorizzazione delle tradizioni ippiche, vendita diretta dei prodotti tipici ed adozione di animali. Il provvedimento dell'UTC ha causato parecchi danni a chi stava creando sul territorio occasioni di lavoro e di sviluppo. Dal provvedimento di sospensione è scaturito un ricorso al TAR che sta alla base della dichiarazione di incompatibilità e conseguente allontanamento dal Consiglio Comunale del consigliere Giuseppe Salerno.
Proprio in virtù del ricorso presentato al TAR, Salerno incappò nella contestazione di incompatibilità con la carica di Consigliere Comunale, sollevata a quanto pare su indicazione del sindaco di Acquedolci. La successiva dichiarazione di decadenza dal civico consesso è stata votata lo scorso mese di Maggio non senza violazioni di Statuto, ed ha determinato perciò l'esclusione dal Consiglio del consigliere democraticamente eletto e la conseguente surroga all'interno del Gruppo di Maggioranza con la sig.ra Irene Damiano. Secondo il TAR di Catania, che avrebbe accolto anche diverse eccezioni sollevate dal Comune, non c’erano però le ragioni di pubblico interesse concreto ed attuale tali da giustificare un intervento in autotutela dell’Ente. Il Comune ha perciò perso la causa. Per difendere l'Ente il sindaco aveva nominato un legale costato alla Comunità migliaia di euro. La Terza Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania ha però annullato il provvedimento del dirigente e condannato il Comune al risarcimento al ricorrente di 1500 euro oltre alle spese di giudizio ed accessori.
Le cose si complicano se si pensa che la dichiarazione di incompatibilità del consigliere ed il conseguente allontanamento di Salerno dal Consiglio ha prodotto un pregiudizio grave alle prerogative di chi ha il compito di rappresentare gli elettori. Appare come una logica antidemocratica quella di danneggiare in questo modo gli oppositori politici. Quella verificatasi è un'azione gravissima che limita la democrazia e menoma il diritto di rappresentatività di un consigliere comunale eletto dal Popolo. I consiglieri che hanno deliberato e che si sono resi corresponsabili di questa decisione proposta dal sindaco, sono il Presidente del Consiglio Calogero Carcione e la Vicepresidente Giovannella Re, la Capogruppo Consiliare di Maggioranza Mariangela Gallo, il Vicesindaco Salvatore Natoli,l'assessore Benedetto Spitaleri ed i consiglieri Giuseppe Occhiuto ed Anna Calcò, quest'ultima imparentata con il dirigente dell'UTC che aveva firmato il provvedimento di sospensione e ripristino dello stato dei luoghi.
(E.C.)
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