TERREMOTI: Acquedolci impreparata a fronteggiare una emergenza.

E' un obbligo di legge quello di organizzare uno strumento che consenta prevenzione e gestione di una possibile calamità. 
Il territorio comunale ricade in un'area catalogata come Zona 2: sismicità media.
Il Comune è in ritardo nell'adottare un Piano di Emergenza per fronteggiare un sisma.
Dopo i drammatici terremoti che negli ultimi tempi stanno devastando il Centro Italia, in tanti si chiedono giustamente se il Comune di Acquedolci abbia negli anni elaborato una strategia per gestire con efficienza e organizzazione una emergenza. Strategia necessaria sia per quanto riguarda la prevenzione, con il controllo sul territorio (in materia edilizia) con  una campagna di sensibilizzazione ed educazione della popolazione, sia per quanto riguarda una possibile gestione dell'emergenza vera e propria in caso di calamità naturale. In pochi sanno infatti che pur essendo un paese di costruzione recente, Acquedolci ha subito negli anni numerosi interventi edilizi dissennati e speculativi che non hanno tenuto conto del rischio sismico o idrogeologico che riguarda il territorio.
La popolazione è attualmente impreparata e tanti cittadini non sanno come comportarsi nel caso in cui si dovessero verificare eventi catastrofici. Un Piano di Protezione Civile ben organizzato terrebbe ad esempio in considerazione uno dei rischi più grandi del paese che è quello delle costruzioni edificate prima del 1970 e realizzerebbe progetti diretti alla individuazione di aree del paese nelle quali prevedere punti di raccolta e di soccorso. E' inoltre assente la sensibilizzazione della popolazione a proposito della ristrutturazione degli immobili che tenga conto della normativa e manca la pubblicizzazione degli incentivi per la ristrutturazione in chiave antisismica delle antiche abitazioni. Non parliamo poi del fatto che non si sa come intervenire per soccorrere centinaia di anziani che hanno difficoltà motorie. E' davvero allarmante che manchi un coordinamento tra istituzioni in grado di attivare entro pochi minuti un soccorso organizzato per dare aiuto alla popolazione. In altre parole, se dovesse verificarsi una calamità, si creerebbe il caos e la popolazione non saprebbe cosa fare.
Tutti i Comuni italiani devono avere un proprio piano di Protezione civile, un documento indispensabile per la prevenzione dei rischi e per le operazioni di emergenza. Lo prescrive la legge 100 del 12 luglio 2012 che ne richiedeva l'approvazione dopo 90 giorni dall'entrata in vigore della norma. Uno strumento utile ai cittadini per sapere come comportarsi e alle istituzioni per organizzare i soccorsi in caso di calamità come terremoti, frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche o maremoti. 
La mappa del rischio : Acquedolci Impreparata!
Come si osserva dalla mappa elaborata dalla Protezione Civile, il nostro Comune è evidenziato in rosso, il che significa che siamo pericolosamente impreparati e sembra non esistere un Piano di Protezione Civile.
verde: comuni che hanno un Piano di Protezione Civile
rosso: comuni che non hanno un Piano di Protezione Civile
nero: comuni che non hanno un Piano di Protezione Civile e sono classificati in zona sismica 1, la più pericolosa, dove possono verificarsi fortissimi terremoti
Lo avevamo già scritto in Agosto, dopo il terremoto di Amatrice: Siamo drammaticamente impreparati!
Tra il 1978 ed il 1980 tre terremoti con una magnitudo superiore ai 4.5 Richter crearono il panico ad Acquedolci.
Il Meetup 'Acquedolci in Movimento' aveva chiesto in Agosto all'Amministrazione Comunale di attivarsi al fine di elaborare uno strumento che in caso di gravi calamità potesse essere utile a salvare la vita di molti cittadini. Secondo alcuni tecnici un terremoto della stessa intensità di quelli quelli verificatisi in Centro Italia (magnitudo superiore ai 5.9) potrebbe creare parecchi danni al paese di Acquedolci, a partire proprio dagli edifici pubblici come Scuole, Municipio e Chiesa Madre. In quest'ultimo caso, ovviamente, il pericolo maggiore è costituito dalla Torre Campanaria, una delle più imponenti della zona con i suoi 38 metri di altezza, recentemente restaurata ma costruita con criteri  risalenti a cento anni fa.

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