PERSONAGGI STORICI: Il 16 luglio 1955 moriva ad Acquedolci Benedetto Rubino.

SPECIALE PERSONAGGI 
 "Primo Farmacista" del paese raccontò la nascita della "nuova San Fratello in Acquedolci".
Benedetto Rubino è stato uno scrittore italiano, giornalista, fotografo appassionato di folklore e storiografia.

Amico di Giuseppe Pitrè, conobbe grandi nomi della ricerca storica ed etnologica come Salvatore Salomone Marino e Serafino Amabile Guastella
di Enrico Caiola
fonti: Piepaolo Faranda- “La fondazione di Acquedolci negli scritti di Benedetto Rubino (1922-1937)” ed Quanat;
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Farmacista e studioso della cultura popolare, ma anche appassionato di fotografia. Benedetto Rubino è stato un eloquente giornalista, corrispondente per il Giornale di Sicilia e L'Ora e collaboratore della rubrica "La Lettura", prestigioso supplemento del Corriere della Sera. Ed è proprio tra le pagine di questi prestigiosi quotidiani che pubblica gran parte dei propri lavori e delle ricerche in larga misura dedicati al folklore ed alle tradizioni dei Nebrodi. Nato a San Fratello nel 1884, durante gli anni degli studi a Palermo, entrò in contatto  con Giuseppe Pitrè al quale fu legato da grande amicizia e collaborò assieme ad altri grandi nomi nell'ambito della ricerca storica come Salvatore Salomone Marino e Serafino Amabile Guastella. Rubino è,a buon titolo, una tra le più autorevoli fonti dello studio della etnologia e del folklore siciliano a cavallo tra fine Ottocento e Novecento.

Attento osservatore e studioso delle espressioni della cultura popolare, è stato autore di parecchie cronache del territorio e dei centri dei Nebrodi. Le sue ricerche ed i suoi approfondimenti focalizzano l'attenzione su molti paesi interni dell’Isola in un arco di tempo che va dai primi decenni del secolo scorso fino al secondo dopoguerra. A lui si devono alcuni saggi sulla storia e sulla curiosa festa di Carnevale a San Fratello,sui Giudei e la parlata galloitalica e, in larga misura, i suoi approfondimenti ricevono apprezzamento e diffusione grazie alla pubblicazione sulle rubriche dei quotidiani. Rubino racconta di un mondo affollato di personaggi che vengono messi in fila, descritti e fotografati , assieme ai venditori di ricotta, di arance, di pesce e d’acqua e le più caratteristiche e pittoresche figure dei paesi dell’entroterra: il "venditore di pianeti", "lu rimitu", l’ "ammola forbici", " 'u caliaru", "lu quadararu", "lu conzalumi", il "muscaloru" e , "lu manganaturi".

Nostalgia ed esaltazione della cultura popolare, usi e tradizioni del suo tempo, riflessioni sulle vicende storiche e soluzioni per custodire il patrimonio immateriale dei piccoli paesi . La finalità che muove l'intensa attività del Rubino è quella di conservare la memoria e la tradizione locale, di tramandare una traccia documentata ai posteri, prima che sia tardi, prima che  si smarrisca tutto per sempre, prima che nessuno possa più fotografare le unicità di un territorio rimasto per secoli custode di peculiarità uniche grazie ad un isolamento culturale e linguistico. Si tenta addirittura di fare conoscere questo patrimonio immateriale ad un pubblico nazionale, tentando di trovare il modo per preservare quello che sta smarrendosi dietro gli incalzanti eventi di inizio secolo. Gli inserti scientifici minori sono circa una trentina e narrano antiche tecniche del lavoro creativo e manuale ma, soprattutto, ampio spazio viene dato alla cronaca con le narrazioni delle vicende storiche e le usanze religiose di Acquedolci, Mistretta, Tusa e di tante altri centri della costa tirrenica. Tra i numerosissimi scritti ritroviamo anche testimonianze sulla Grotta di San Teodoro e brevi ed appassionanti biografie su San Benedetto il Moro in occasione di importanti ricorrenze come quella del centenario dalla canonizzazione.

Ma non è solo uno scrittore il poliedrico "primo farmacista" acquedolciano. Benedetto Rubino è famoso per le sue fotografie che accompagnavano il racconto di un cataclisma storico del quale fu testimone oculare: la Grande Frana del 1922 che trascina con se chiese e tesori, ricordi e tradizioni. Rubino si immedesima nel ruolo di inviato speciale dal fronte del disastro e racconta all' Italia intera quello che sta succedendo nella sua terra, coinvolgendo il lettore, rendendo vive le sue cronache,suscitando emozione e trasporto. Narrando la fine di un paese e di un'epoca, Rubino ripercorre il dramma di un popolo e trova ben presto occasione per trasmettere la speranza della rinascita. Entusiasmo e ottimismo si percepiscono tra le righe del racconto della costruzione di Acquedolci nella fertile pianura dominata dalla Torre del Castello. "E così questo popolo ha il conforto oggi, dopo otto anni dal disastro,di sentir squillare dall'alto del suo campanile i sacri bronzi i quali, oltre a quello della preghiera, diffondono un altro senso: quello della collettività e della trasformazione, direi quasi miracolosa, di questa terra un dì disabitata... " scrive Rubino carico di sentimenti di  soddisfazione con quel "direi" così personale che rivela tutto l'entusiasmo e la fiducia nel futuro. Di Acquedolci Benedetto Rubino ben presto  si innamora, convinto più che mai della opportunità dello spostamento dell'intera San Fratello. 

Nella sua nuova dimora-laboratorio del nuovo paese elabora, sviluppandole personalmente, le immagini delle prime processioni e delle primissime feste di carnevale immortalate con la sua inseparabile Zaiss Ikon. Panorami, momenti di vita quotidiana ed eventi, come la posa della prima pietra della Chiesa Madre di Acquedolci, sono le immagini che consentono di ricostruire visivamente l'evoluzione del post-frana. Benedetto Rubino è stato autore di numerose pubblicazioni e ricerche, tra le quali vanno ricordate Folklore di San Fratello (A. Reber, Palermo 1914); Presepi siciliani (rubrica La Lettura, Milano gennaio 1915); Venditori ambulanti in Sicilia; Villaggi di capanne nei boschi siciliani e La Sicilia che se ne va (rubriche La Lettura, Milano 1920-30);Usi e costumi novelle e poesie del popolo siciliano (editrice Remo Sandron, Palermo 1924); La lavanda dei piedi a San Fratello:ultime sacre rappresentazioni in Sicilia (editrice Tirelli di G. Guaitoli, Catania 1925). L'illustre concittadino morì esattamente 65 anni fa, il 16 luglio 1955 ad Acquedolci. Per maggiori approfondimenti biografici è consigliabile la lettura della monografia dal titolo “La fondazione di Acquedolci negli scritti di Benedetto Rubino (1922-1937)” a cura dell'arch. Pierpaolo Faranda.

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