ACQUEDOLCI: Nella Chiesa del Cimitero la Croce di San Damiano.

-l'approfondimento-
E' il Crocifisso che convertì San Francesco.
Ha un  grande valore religioso e iconografico. 
La copia di Acquedolci è di dimensioni simili all'originale.
Il Gesù "Triumphans" caratterizza questa raffigurazione. 
L'opera simboleggia la vittoria sulla morte e racchiude un messaggio di salvezza.
Un dono alla Comunità: 
Enrico Caiola dona in suffragio della mamma Antonietta Lombardo
Ben Ventura dona in suffragio della sorella Angela Ventura.
di Acquedolci Politica
La Croce appena collocata emoziona il visitatore che entrando nella piccola chiesa, dove si trova l' Ossario Comunale, rimane colpito dallo sguardo penetrante di un Cristo vittorioso sulla morte. L'architetto Ben Ventura ha curato la realizzazione della Croce, dalla scelta dei materiali, al loro assemblaggio  e l'intera composizione, compresi ritocchi pittorici e collocazione.
Chi, entrando nella Chiesa del Redentore, guarda il Cristo Crocifisso di San Damiano, ne coglie la suggestività, rimane colpito da quello sguardo di Gesù, lo stesso che convertì San Francesco D'assisi. In questo approfondimento speciale, cercheremo di spiegare il significato di una icona straordinaria che, da oggi e per sempre, rimarrà esposta nel luogo del dolore e della pietà che è il Cimitero, per consolare, emozionare, rinvigorire nella fede e probabilmente fare riflettere anche il visitatore non credente.
Il dono è stato consegnato in data 1 novembre 2017, nel giorno della memoria di Ognissanti ed è stato "appeso" nell' edificio che fu progettato da Giovanni Giordano negli anni '20 dello scorso secolo. E' un dono fatto col cuore, una icona sospesa a mezz'aria tra terra e cielo, quasi a preannunciare l'Ascensione di Cristo.
Di cosa si tratta?

L'opera riproduce il Crocifisso di San Damiano,una grande icona a forma di croce dinanzi alla quale, secondo la storia, San Francesco d'Assisi avrebbe pregato quando il Cristo raffigurato sulla tela si sarebbe rivolto al santo dicendo Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va' dunque e restauramela”.
L'opera originale è attualmente collocata nella Basilica di Santa Chiara in Assisi. I francescani curano questa immagine come simbolo della loro missione affidatagli da Dio. La Croce è considerata un'icona perché contiene decine di immagini di persone che prendono parte al significato della Croce stessa.Si tratta di una tra le tante croci dipinte con figure simili nel XII secolo in Umbria. Il nome dell'artista che realizzò l'originale è ignoto, ma sembra che sia stata realizzata intorno al 1100 circa. La tradizione di questo tipo di immagini sacre iniziò nella Chiesa orientale e fu trasportata in Umbria da monaci serbi durante l'iconoclastia. Lo scopo di una croce-icona era di insegnare il significato dell'evento rappresentato e rafforzare la fede delle persone. Lo stile bizantino era comune in Italia prima di Cimabue e Giotto. La croce di Assisi è attualmente "appesa" nella Chiesa di Santa Chiara. La stessa modalità di apposizione è stata pensata anche per la copia di Acquedolci che è stata "appesa" sopra l'altare della Chiesetta.
L'arte e la geometria per un messaggio teologico.
L'icona con il "Cristo Trionfante"...
Il simbolo francescano trova  accoglienza nella  chiesetta del Cristo Redentore ubicata nel Cimitero di Acquedolci. Sospeso sopra l'Altare, collocato nell'Abside di forma semicircolare e copertura a volta a quarto di sfera, scandito da una geometria semplice e pura. La chiesetta ha riferimenti stilistici neogotici ed è espressione dell'architettura ecclettica di fine ottocento. Si tratta di richiami che troveranno applicazione anche all'interno dello stile Liberty del quale la Sicilia ha dato grande contributo con l'architetto Ernesto Basile che aveva tra i suoi migliori allievi l'ing. Giovanni Giordano,progettista  della Chiesa cimiteriale di Acquedolci. La composizione architettonica è caratterizzata, al proprio interno, dall'utilizzo di forme geometriche semplici come il quadrato. La collocazione della Croce del "Trionfante" trova difatti la sua sede naturale in pieno equilibrio compositivo tra le diagonali del quadrato generato dall'altezza delle colonne corinzie e la distanza tra esse. L'arco con diametro determinato dal lato del quadrato è generatrice della volta a quarto di sfera, a significare che la bellezza dell'insieme è data dal giustapporsi delle parti  per creare  bellezza in lode al Signore. Equilibrio geometrico e bellezza spirituale dell'insieme, trovano connubio nella raffigurazione posta sul vertice della Croce che riproduce la Mano Benedicente di Dio che accoglie Gesù Trionfante sulla morte . 
La Croce è sospesa sull'altare e scarica il peso sulla base, ma a causa di un sistema di tiranti appositamente studiato, redistribuisce il peso sui bracci e lo rimanda indietro verso l'alto. Il peso della Croce, pertanto, non si scarica verso il basso ma verso l'alto. Una simbologia che esprime il concetto della Croce che carica su di se il peccato e glorifica l' "Uomo" Crocifisso per la salvezza dell'Umanità.
Cosa raffigura questa Icona?
Tutta la complessa rappresentazione iconografica ruota attorno a Gesù Crocifisso, rappresentato contemporaneamente ferito e forte. Non è morto, sta dritto con lo sguardo fisso sul fedele, in una posa che ispirerà i famosi "Pantocratori" normanni di Palermo e Monreale. Occhi aperti e Corpo rigido ma vincente sulla morte e sulla croce simbolo del pecccato, un volto che trasmette serenità e pacatezza. Gesù è sofferente,sta morendo, ma è composto e sereno. I capelli ben ordinati circondano  tutto il viso conferendo al Cristo bellezza e nobiltà. L'aureola è d'oro a significare un Crocifisso Glorioso. Gesù trionfa sulla morte ed ha un'aureola che include l'immagine della Croce glorificata. Il colore luminoso del  corpo di Gesù contrasta col rosso scuro e il nero attorno e accentua l'importanza di Cristo. Ci sono però altre immagini, secondarie e pertanto rappresentate rimpicciolite. Sopra la testa è posta la scritta in latino abbreviato "Gesù Nazareno Re dei Giudei".

Le figure più grandi sono i cinque "Testimoni della Crocifissione": a sinistra Maria, Madre di Gesù e San Giovanni al quale Gesù affidò sua Madre. Sull'altro lato vi sono Maria Maddalena, Maria di Cleofa, madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, e il centurione che,nel Vangelo secondo Marco proclama:"Questo è veramente il Figlio di Dio"

Sia Maria che Maria Maddalena hanno le mani sulle guance,un' atteggiamento di pianto che raffigura il dolore e l'angoscia per la morte. Le prime quattro figure sono santi martiri, raffigurati con l'aureola. Tre le figure più piccole: in basso a sinistra c'è Longino il soldato romano che perforò il costato di Gesù con una lancia. È rappresentato mentre guarda Gesù. Il sangue che scende dal braccio di Gesù inizia dal gomito e gocciola giù verticalmente per finire sul volto di Longino. In basso a destra c'è Stephaton che è identificato come il soldato che offrì a Gesù la spugna imbevuta nell'aceto.

Osservando sopra la spalla sinistra del centurione si nota un piccolo volto. Guardandolo attentamente si notano alle sue spalle le sommità di tre teste. Secondo alcuni critici dell'arte questo potrebbe essere il volto dell'artista sconosciuto che realizzò la Croce originale e scelse di dipingersi per rendere se stesso immortale come testimone di Cristo.


Gli Angeli:


Sei cherubini sono rappresentati come segno di meraviglia sull'evento della Crocifissione. Sono posizionati a entrambe le estremità del braccio orizzontale della croce. La posizione delle loro mani indica che stanno discutendo di questo evento straordinario e invitano l'osservatore a meravigliarsi con loro. Ai piedi della Croce c'è l'immagine danneggiata di sei figure, due delle quali rappresentate con l'aureola. In accordo con la tradizione sono i Santi patroni san Giovanni apostolo, san Michele, san Rufino, san Giovanni il Battista, san Pietro e san Paolo.

L'accoglienza celeste

In cima alla croce si vede Gesù,non più crocifisso ma vestito con abiti regali, che sostiene la Croce come uno scettro trionfante. Sta salendo dalla tomba, ascendendo verso il Regno dei Cieli. Dieci angeli sono raccolti attorno. Cinque di loro hanno le mani stese in un gesto di benvenuto verso Gesù che ha la sua mano alzata in segno di saluto benedicente. Il Risorto entra nella gloria del Padre e prepara un posto ai suoi, come aveva promesso nell'ultima cena. Una scena tutta in movimento che simboleggia la vita e la vittoria sulla morte. 

La mano destra di Dio

Nella sommità della Croce c'è la mano del Padre con due dita distese. Gesù viene raccolto dai morti per mezzo della mano destra di Dio Padre. Questo può essere anche interpretato come la benedizione del Padre su quanto Gesù ha fatto. E' questo il tema teologico, quello del trionfo di Cristo sulla Morte, che ha determinato la scelta di realizzare una copia di questa croce per la Chiesa Cimiteriale di Acquedolci. Osservando l'opera, possa il visitatore trovare conforto e incoraggiamento innanzi al mistero doloroso della morte che, nell'ottica cristiana non è la fine di tutto, ma l'inizio della contemplazione di Dio.

fonte:
Posa della Croce di San Damiano nella Chiesa  del Cimitero di Acquedolci
si ringraziano per la collaborazione:
-Falegnameria Armeli Antonino e Andrea;
-Vincegrafic di Vincenzo Lo Cicero;
-Scaffidi Fonti Salvatore e Santino;
-Rapisardi Alessandro e Ivan;
-Princiotta Benedetto;
Si ringraziano inoltre:
-I sacerdoti della Parrocchia "San Benedetto il Moro";
-L'amministrazione Comunale di Acquedolci  ed il Sindaco Alvaro Riolo
La Croce di San Damiano è dono alla Comunità di:
-Enrico Caiola in suffragio della mamma ANTONIETTA LOMBARDO
-Ben Ventura in suffragio della sorella ANGELA VENTURA.

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